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Coperta comet 333
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ibanez Offline
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Coperta comet 333
La mia barca, comet 333 dell'86 ha una coperta davvero perfetta, gelcoat originale, antisducciolo a diamante ancora appuntito, niente ragnatele ed è molto rigida dappertutto sotto i piedi.

Dappertutto, tranne una zona perfettamente circolare sulla coperta esattamente a mezzanave, del diametro di circa 20 cm dove la coperta è leggermente "bombata', pochi mm, per vederla bisogna mettersi con il viso sulla coperta. Camminandoci la si sente cedere sotto i piedi, come se la coperta fosse fatta a sandwich con un primo strato sottile che si è distaccato dal substrato inferiore.

Chi sa dirmi come è realizzata la coperta e come potrei intervenire per ripristinare questa zona? Vorrei iniettarci qualcosa, ma cosa? Come? Da dove?

Da sotto non si vede nulla, è perfetta, e me lo aspettavo perchè camminando su questa zona flette solo la pelle superiore, ma poi dopo pochi mm di escursione si sente che poggia su un substrato altrettanto rigido come tutto il resto.

Lidea che mi sono fatto è che quella è la zona dove chi torna da prua verso poppa, camminando sulla tuga, arriva alle sartie e per scendere dalla tuga sulla coperta fa praticamente un salto, o comunque ci si lascia cadere pesantemente e a furia di questi urti la.pelle superiore si è distaccata dal substrato, che è invece rigido e intatto.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 07-10-2023 23:10 da ibanez.)
07-10-2023 23:05
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opinionista velico Offline
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Messaggio: #2
RE: Coperta comet 333
Sicuramente anche la coperta del Comet 333 è fatta in sandwich come tutte le coperte e quello che descrivi mi sembra un classico esempio di delaminazione. L’anima del sandwich potrebbe essere in balsa che era abbastanza diffusa a quei tempi.
Sarebbe bene intervenire alla svelta prima che la delaminazione si espanda.
Ripristinare l’incollaggio tra l’anima e le pelli non è impresa facile (meglio avere a che fare con l’osmosi). L’intervento radicale è sinteticamente descritto qui

Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .

Se la delaminazione deriva dall’applicazione di carichi eccessivi e non da infiltrazioni di acqua (es. attraverso fori non sigillati o sigillati male), si potrebbe anche provare con l’intervento minimo eseguendo delle infiltrazioni di epossidica praticando dei fori nella parte superiore.
08-10-2023 07:54
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bullo Online
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Messaggio: #3
RE: Coperta comet 333
Bucare la coperta, punta da 6 mm. ed iniettare con siringa resina epossidica.
Buchi ogni 4/5 cm. che poi vanno stuccati, pitturare.-
08-10-2023 08:01
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ibanez Offline
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Messaggio: #4
RE: Coperta comet 333
Grazie mille opinionista e bullo.
Dato che in quel punto sulla coperta cè l'antisdrucciolo, preferirei il sistema bullo invece di quello cecchi dato che sarebbe poi difficile ripristinare la pìarte asportata.

Quello che vorrei sapere però più nello specifico è come sia realizzata la coperta; cosa cè come "core" del sandwich, Balsa? Honeycomb? Pvc termanto?

Nel malaugurato caso che sotto ci fosse umidità, il metodo bullo rimane applicabile? La resina epossidica reticolerebbe comunque?

Si potrebbe usare la colla poliuretanica che reticola proprio in ambienti umidi e che che espandendo va ad occupare tutti i vuoti? In teoria è per legno ma ho visto che ha una presa incredibile anche su altri materiali
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-10-2023 23:42 da ibanez.)
08-10-2023 23:41
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opinionista velico Offline
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Messaggio: #5
RE: Coperta comet 333
Temo che l’unico modo per sapere esattamente cosa ci sia dentro sia quello di andare a guardare, visto che la Comar di Forlì è chiusa da un pezzo e non è detto che i 333 siano stati costruiti tutti allo stesso modo. Mi sembra comunque più probabile che ci sia della balsa.

È vero che la poliuretanica è compatibile con l’umidità ma, per quella che è stata la mia esperienza con questo prodotto (monocomponente), il buon incollaggio avviene solo tra superfici che combaciano perfettamente e ben serrate tra loro. L’espansione che chiude i vuoti ha poco potere aderente e anche scarsa resistenza essendo porosa.

Se il “core” è fradicio di umidità deve essere asportato perché friabile (l’epossidica indurisce lo stesso ma quella a contatto con il marcio non ha nessuna aderenza). Inoltre l’umidità continuerebbe ad espandersi soprattutto se è di legno.

Volendo comunque adottare il metodo “bullo”, io procederei come da schema che allego, lavorando su un foro alla volta (fasi 1 e 2) partendo dal centro della zona di intervento e poi allargandosi in base allo stato del “core” (meno fori se ancora buono, più fori se infradiciato).

   
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-10-2023 07:06 da opinionista velico.)
09-10-2023 07:03
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ibanez Offline
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RE: Coperta comet 333
Grazie opinionista. Io sento che la pelle superiore si è sollevata, ma il core sottostante mi sembra ancora rigido, cioè premendo sulla "bolla", la pelle cede mapoi va il battuta sul substrato inferiore. Per questo credo che sarebbe sufficiente riempire il gap di aria che si è venuto formare tra pelle e substrato.
Vorrei minimizzare il numero di fori, per cui penso di fare così: farò un foro ad una estremità e se il substrato è integro come spero, farò solo un altro foro all'altra estremità ed inietterò resina finchè non vedo uscire resina dall'altro foro.
Il rischio è che nel core ci sia una via di fuga per la resina e che quindi la resina finisca chissà dove...


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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-10-2023 13:31 da ibanez.)
09-10-2023 13:29
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opinionista velico Offline
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RE: Coperta comet 333
Potresti anche valutare quest'altra soluzione sempre minimale e ovviamente con le riserve che hai detto sullo stato del core.
Un foro centrale di larghezza sufficiente per testare lo stato del core e inserire il becco della siringa (8-10 mm).
Se core ok, 4 piccoli fori ai punti cardinali della bolla per fuoriuscita aria (3 o 4 mm).
Prendi una resina epossidica economica per colate, cioè molto fluida e con lunghi tempi di catalizzazione.
La addensi leggermente con microfibre e inizi ad iniettarla dal foro centrale molto molto lentamente.
Quando inizia ad uscire da uno dei fori laterali lo chiudi con del nastro e procedi lentamente con l'iniezione chiudendo foro per foro fino all'ultimo. Puoi soffiare dentro il buco centrale con un tubicino di carta per aiutare la dispersione della resina dentro la bolla.
Dopodiché togli i nastri e lasci che la resina finisca di disperdersi dentro la bolla
Dopo un'oretta ripeti l'iniezione con la stessa procedura. Se vedi che dopo un'altra oretta il foro centrale si è svuotato ripeti l'iniezione.
Quando la resina dell'ultima iniezione inizia a gelidificare (quella della prima sarà già gommosa) tappi bene tutti i fori e schiacci la bolla con dei pesi che toglierai solo dopo che la resina avrà finito di catalizzare.
Poi lavori di finitura affinché i fuori si notino il meno possibile.
09-10-2023 14:17
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Argo74 Offline
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RE: Coperta comet 333
(09-10-2023 13:29)ibanez Ha scritto:  Vorrei minimizzare il numero di fori,

Per esperienza ti dico che è un errore da non fare. Si fanno i fori necessari e se se ne fanno un paio in più è meglio, se restano vuoti avrai la sensazione che sia a posto ma si creeranno le condizioni per avere poi un ammaloramento peggiore.

Poi ovviamente, come dico sempre, fate come vi pare dato che la barca è la vostra.

[size=small]'na grattata, 'na pittata e par nanca doperata. (mckewoy docet)[/size]
09-10-2023 17:27
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ibanez Offline
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RE: Coperta comet 333
(09-10-2023 17:27)Argo74 Ha scritto:  Per esperienza ti dico che è un errore da non fare. Si fanno i fori necessari e se se ne fanno un paio in più è meglio, se restano vuoti avrai la sensazione che sia a posto ma si creeranno le condizioni per avere poi un ammaloramento peggiore.

Poi ovviamente, come dico sempre, fate come vi pare dato che la barca è la vostra.

Opinionista velico, farò come dici tu.

Anche il consiglio di Argo74 mi sembra molto saggio, ed infatti se uno dei fori rimanesse vuoto, dovrei certamente fare un altro foro a metà strada tra quello da cui inietto a quello da cui dovrebbe uscire la resina, perché se è rimasto vuoto è evidente che la resina non è arrivata fin lì.

Quindi in definitiva i fori li farei in maniera graduale, progressiva, limitandomi al minimo numero che mi consente di vedere affiorare la resina dappertutto.

Sarebbe un peccato fare una ventina di fori per poi scoprire che in realtà già durante l’iniezione devo trovare il modo di tapparli altrimenti la resina mi esce subito dal foro contiguo.

Però sarebbe davvero interessante sapere in anteprima cosa c'è tra le due pelli di vetroresina, in modo da fare un intervento mirato, nessuno che abbia avuto modo di fare un intervento strutturale su un 333 o su un comet di quegli anni (85/86) che sappia come è fatto?
09-10-2023 18:16
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