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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
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tiger86 Offline
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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
Vang lasco e trasto sopravvento significa randa grassa, quindi troppo sbandamento, quindi scarroccio.
In bolina stretta con vento forte la randa deve essere appiattita quindi drizza ferro, cunningam cazzato, vang (facoltativo preferibilmente cazzato )e trazione della scotta in verticale quindi trasto da metà a sottovento. Sotto raffica giù il carrello, se non basta il carrello lasco anche la scotta.
Non vi è dubbio che se sei sovrainvelato ti fa comodo una randa che scarichi sopra ma si tenga conto che tenendo lasca la balumina hai inevitabilmente una randa grassa con tutte le conseguenze (sbandamento, scarroccio...)

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
08-10-2009 00:50
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tiger86 Offline
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dimenticavo base e paterazzo che normalmente vanno cazzati

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
08-10-2009 00:55
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einstein Offline
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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tiger86
Vang lasco e trasto sopravvento significa randa grassa, quindi troppo sbandamento, quindi scarroccio.
In bolina stretta con vento forte la randa deve essere appiattita quindi drizza ferro, cunningam cazzato, vang (facoltativo preferibilmente cazzato )e trazione della scotta in verticale quindi trasto da metà a sottovento. Sotto raffica giù il carrello, se non basta il carrello lasco anche la scotta.
Non vi è dubbio che se sei sovrainvelato ti fa comodo una randa che scarichi sopra ma si tenga conto che tenendo lasca la balumina hai inevitabilmente una randa grassa con tutte le conseguenze (sbandamento, scarroccio...)
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Scusami Tiger, ma questa volta non sono pienamente con te.
Stiamo parlando di vento forte e mare formato, quindi, O.K. per tutte quelle manovre che mi permettono di appiattire le vele, ma, imho, non e' cazzando a ferro la scotta, se pur sottovento, che appiattisci la randa, anzi, ottieni il risultato di chiudere la balumina e, di conseguenza, dare piu' potenza, quando invece si dovrebbe ridurla.
In queste condizioni (di potenza in eccesso), le manovre dovrebbero essere mirate per ridurre sbandamento,scarroccio, beccheggio, rollio, momento di imbardata orziera e cercare di trovare un buon controllo sulle raffiche e trovare accelerazione sull'onda.
Percio', aumentare (non diminuire) lo svergolamento sulla randa qb per ridurre sbandamento, senza pero' mascherare il vento al fiocco, ma dare sufficiente tensione alla scotta per evitare che sbatta.
Balumina aperta anche sul fiocco per evitare che la prua, sotto raffica, venga spinta sottovento.
Ricapitolando: vele piatte (maggior flessione all'albero), passascotte sottovento, concavita' in avanti, balumine aperte e svergolate.

ciao

Ps Se osservi, i punti in rosso, sono diametralmente opposti a come la vedo io.

"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
08-10-2009 03:06
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ustica Offline
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bellissimo thread!
io cerco sempre di resistere alla tentazione di regolare una singola manovra; mi sforzo piuttosto di immaginare quale sia la forma ideale della vela nella specifica situazione e, solo successivamente, di operare sulle manovre per realizzare tale forma.
spero di essermi spiegato...Blush
la mia barca, ad esempio, non dispone del trasto, per cui in condizioni difficili mi è pressochè obbligatorio tenere lasco il vang. pena: la balumina troppo tesa, da cui randa poco svergolata in alto, da cui eccessivo sbandamento.
quando vi capita vento teso fate una prova con un occhio al log: mettetevi di bolina con tutte le manovre cazzate; senza toccare nessun'altra manovra, lascate il vang.
la barca si raddrizza subito senza perdere nella componente di avanzamento.
08-10-2009 16:29
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Klaus Offline
Vecio AdV

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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da einstein
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tiger86
Vang lasco e trasto sopravvento significa randa grassa, quindi troppo sbandamento, quindi scarroccio.
In bolina stretta con vento forte la randa deve essere appiattita quindi drizza ferro, cunningam cazzato, vang (facoltativo preferibilmente cazzato )e trazione della scotta in verticale quindi trasto da metà a sottovento. Sotto raffica giù il carrello, se non basta il carrello lasco anche la scotta.
Non vi è dubbio che se sei sovrainvelato ti fa comodo una randa che scarichi sopra ma si tenga conto che tenendo lasca la balumina hai inevitabilmente una randa grassa con tutte le conseguenze (sbandamento, scarroccio...)
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Scusami Tiger, ma questa volta non sono pienamente con te.
Stiamo parlando di vento forte e mare formato, quindi, O.K. per tutte quelle manovre che mi permettono di appiattire le vele, ma, imho, non e' cazzando a ferro la scotta, se pur sottovento, che appiattisci la randa, anzi, ottieni il risultato di chiudere la balumina e, di conseguenza, dare piu' potenza, quando invece si dovrebbe ridurla.
In queste condizioni (di potenza in eccesso), le manovre dovrebbero essere mirate per ridurre sbandamento,scarroccio, beccheggio, rollio, momento di imbardata orziera e cercare di trovare un buon controllo sulle raffiche e trovare accelerazione sull'onda.
Percio', aumentare (non diminuire) lo svergolamento sulla randa qb per ridurre sbandamento, senza pero' mascherare il vento al fiocco, ma dare sufficiente tensione alla scotta per evitare che sbatta.
Balumina aperta anche sul fiocco per evitare che la prua, sotto raffica, venga spinta sottovento.
Ricapitolando: vele piatte (maggior flessione all'albero), passascotte sottovento, concavita' in avanti, balumine aperte e svergolate.

ciao

Ps Se osservi, i punti in rosso, sono diametralmente opposti a come la vedo io.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]Discussione vista solo ora ma quoto al cubo, dopo Aleufo e Easy... Wink
la vela si evolve, lo IOR è storia...
bella, forse più bella dell'attuale ORC o IRC, almeno come numero di imbarcazioni in acqua, ma pur sempre storia passata, anche se alcune barche di quel periodo ben figurano ancora oggi nelle regate di circolo.
BV
Claudio

Pensare è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.
Henry Ford
08-10-2009 22:16
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tiger86 Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da einstein
... ma, imho, non e' cazzando a ferro la scotta, se pur sottovento, che appiattisci la randa, anzi, ottieni il risultato di chiudere la balumina e, di conseguenza, dare piu' potenza, quando invece si dovrebbe ridurla.
...<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
non chiudere la balumina ma aprire il boma. Anch'io tante volte ho twistato la randa perché ero esageratamente sovrainvelato, ma con il carrello tutto giù. Sicuramente avrai le tue ragioni ma io trovo più corretto andare giù di trasto prima di lascare scotta proprio per mantenere la vela piatta come una tavola.
So che c'è anche chi lavora direttamente di scotta ma io non mi ci sono mai trovato.
Cmq con vento forte e boma al centro se vuoi svergolare devi portare il carrello sopravvento, significherà che il boma si alza la randa si ingrassa e la balumina si apre.
E anche vero che un unico siscorso da fare per tutte le rande, IOR ORC allunate scavate steccate top-square non va bene.

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
08-10-2009 22:59
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easy221 Offline
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....dipende dalle forme e dagli allunamenti delle rande il modo con cui lavori carrello e scotta; per farla breve sulle rande square o con grosso allunamento il lavoro di scotta è molto importante per aprire la randa in alto....ma per questo il carrello non deve essere necessariamente oltre il centro, almeno con vento forte.
Se non sbaglio, e qui chiedo aiuto ai vari Albert Einstein, con le rande square se scarrelli modifichi solo il bordo d'ingresso del vento ma non scarichi in alto...
tutto questo imho Big GrinBig GrinBig Grin
08-10-2009 23:08
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tiger86 Offline
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Messaggio: #48
Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
Sono andato a guardarmi un po' quello che dicono i nostri colleghi più esperti e famosi.
Trovo un po confermare quello che scrivo.

Date un'occhiata anche al sito di Andrea Mura da cui riporto
...Se andando di bolina lo sbandamento è eccessivo, possiamo ridurlo spostando sottovento il carrello del trasto. Sulle barche piccole la maggioranza dei velisti più in gamba, per variare l'assetto della randa in funzione delle variazioni di velocità del vento, si usa più frequentemente il carrello che non la scotta. Ogni principiante ha imparato che al sopraggiungere di una raffica occorre filare un po' la scotta e venire al vento per ridurre lo sbandamento o per evitare di fare scuffia. Il velista esperto fa in pratica la stessa cosa, ma preferisce scarrellare. Dal momento che sotto raffica il vento arriva più da poppa, scarrellando sottovento si fa sì che l'angolo, che l'inferitura forma con la direzione del vento apparente, rimanga costante...
di Andrea Mura

Comunque quello che dice Einstein non può essere contraddetto, infatti torno a dire che non si può fare un discorso unico.
Tutti noi sappiamo che talvolta da una regolazione non accademica ne deriva una prestazione migliore, talvolta pure inspiegabile.

Credo che la differenza di opinione nostra scaturisca da una fotografia diversa che abbiamo in mente e magari giriamo attorno allo stesso discorso. probabilmente ci basiamo su condizioni di vento diverse e su imbarcazioni diverse.
Altro non so

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Leandro
08-10-2009 23:43
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einstein Offline
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Proprio cosi' Easy, andando giu' di carrello, senza intervenire sulla scotta, ottieni come risultato di ridurre solo l'angolo di incidenza, lasciando inalterata la forma della randa; che poi non e' del tutto vero, perche', non avendo il trasto curvo, finisce che piu' si scarrella e piu' si cazza ulteriormente la vela, chiudendo ulteriormente la balumina.
Tiger, quando il boma si alza, aprendo la balumina, la randa perde potenza e si smagra (non si ingrassa), mentre cazzando scotta ottieni il contrario; e' proprio qui che dissentiamo.
ciao

"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
08-10-2009 23:43
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tiger86 Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da einstein

Tiger, quando il boma si alza, aprendo la balumina, la randa perde potenza e si smagra (non si ingrassa), mentre cazzando scotta ottieni il contrario; e' proprio qui che dissentiamo.
ciao
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Hai ragione si depotenzia

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Leandro
09-10-2009 00:22
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einstein Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tiger86
Sono andato a guardarmi un po' quello che dicono i nostri colleghi più esperti e famosi.
Trovo un po confermare quello che scrivo.

Date un'occhiata anche al sito di Andrea Mura da cui riporto
...Se andando di bolina lo sbandamento è eccessivo, possiamo ridurlo spostando sottovento il carrello del trasto. Sulle barche piccole la maggioranza dei velisti più in gamba, per variare l'assetto della randa in funzione delle variazioni di velocità del vento, si usa più frequentemente il carrello che non la scotta. Ogni principiante ha imparato che al sopraggiungere di una raffica occorre filare un po' la scotta e venire al vento per ridurre lo sbandamento o per evitare di fare scuffia. Il velista esperto fa in pratica la stessa cosa, ma preferisce scarrellare. Dal momento che sotto raffica il vento arriva più da poppa, scarrellando sottovento si fa sì che l'angolo, che l'inferitura forma con la direzione del vento apparente, rimanga costante...
di Andrea Mura

Comunque quello che dice Einstein non può essere contraddetto, infatti torno a dire che non si può fare un discorso unico.
Tutti noi sappiamo che talvolta da una regolazione non accademica ne deriva una prestazione migliore, talvolta pure inspiegabile.

Credo che la differenza di opinione nostra scaturisca da una fotografia diversa che abbiamo in mente e magari giriamo attorno allo stesso discorso. probabilmente ci basiamo su condizioni di vento diverse e su imbarcazioni diverse.
Altro non so
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Tiger, (con tutto rispetto per Andrea Mura), solo scarrellando non adegui il mutato svergolamento dovuto alla raffica (nuovo angolo di incidenza su tutti i profili), devi intervenire anche sulla scotta (con vang non cazzato naturamente).

ciao

PS Certo e' piu' comodo solo scarrellare, ma la vela non e' regolata al meglio.

"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
09-10-2009 00:33
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shein Offline
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IMHO se scarrelli senza aprire la balumina arrivi a perdere la regolazione, perchè difficilmente potrai riportare in alto il carrello senza che la barca si sdrai nuovamente. Allora io preferico far salire il carrello sopravvento lascando scotta e vang. Qualora all'aumentare del vento scarrellassi ritrovandomi così nuovamente con il carrello quasi completamente sottovento ripeterei l'operazione precedente (quindi vela ancora più 'twistata' e nuovamente carrello sopra la mezzeria)

[b]Rock On Sail Fast!![/b]
09-10-2009 03:29
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tiger86 Offline
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sarà il caso di fare un corsetto accelerato ad Andrea Mura?Smile

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Leandro
09-10-2009 15:27
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mania2 Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da einstein
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tiger86
Sono andato a guardarmi un po' quello che dicono i nostri colleghi più esperti e famosi.
Trovo un po confermare quello che scrivo.

Date un'occhiata anche al sito di Andrea Mura da cui riporto
...Se andando di bolina lo sbandamento è eccessivo, possiamo ridurlo spostando sottovento il carrello del trasto. Sulle barche piccole la maggioranza dei velisti più in gamba, per variare l'assetto della randa in funzione delle variazioni di velocità del vento, si usa più frequentemente il carrello che non la scotta. Ogni principiante ha imparato che al sopraggiungere di una raffica occorre filare un po' la scotta e venire al vento per ridurre lo sbandamento o per evitare di fare scuffia. Il velista esperto fa in pratica la stessa cosa, ma preferisce scarrellare. Dal momento che sotto raffica il vento arriva più da poppa, scarrellando sottovento si fa sì che l'angolo, che l'inferitura forma con la direzione del vento apparente, rimanga costante...
di Andrea Mura

Comunque quello che dice Einstein non può essere contraddetto, infatti torno a dire che non si può fare un discorso unico.
Tutti noi sappiamo che talvolta da una regolazione non accademica ne deriva una prestazione migliore, talvolta pure inspiegabile.

Credo che la differenza di opinione nostra scaturisca da una fotografia diversa che abbiamo in mente e magari giriamo attorno allo stesso discorso. probabilmente ci basiamo su condizioni di vento diverse e su imbarcazioni diverse.
Altro non so
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Tiger, (con tutto rispetto per Andrea Mura), solo scarrellando non adegui il mutato svergolamento dovuto alla raffica (nuovo angolo di incidenza su tutti i profili), devi intervenire anche sulla scotta (con vang non cazzato naturamente).

ciao

PS Certo e' piu' comodo solo scarrellare, ma la vela non e' regolata al meglio.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
in base alla mia esperienza ho notato che per piccole raffiche è più immediato scarrellare, si riesce ad aprire un pò la randa e scaricarla, ma quando la raffica è sostenuta non basta solo scarrellare; infatti talvolta proprio per come è realizzato il circuito di una scotta randa classico, scarrellando con un grosso spostamento del carrello sottovento, la scotta va in tiro e si produce un aumento della tensione della suddetta scotta; perciò il carrello si sposta sottovento e la balumina un pò si apre ma in parte questo effetto viene contrastato dal maggiore tiro che si crea sulla scotta randa che quindi tende ad abbassare un pò il boma limitando l'apertura della balumina.
Poi è ovvio che per una puntuale regolazione della randa bisogna operare sulla scotta.
09-10-2009 15:43
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einstein Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da mania2

in base alla mia esperienza ho notato che per piccole raffiche è più immediato scarrellare, si riesce ad aprire un pò la randa e scaricarla, ma quando la raffica è sostenuta non basta solo scarrellare; infatti talvolta proprio per come è realizzato il circuito di una scotta randa classico, scarrellando con un grosso spostamento del carrello sottovento, la scotta va in tiro e si produce un aumento della tensione della suddetta scotta; perciò il carrello si sposta sottovento e la balumina un pò si apre ma in parte questo effetto viene contrastato dal maggiore tiro che si crea sulla scotta randa che quindi tende ad abbassare un pò il boma limitando l'apertura della balumina.
Poi è ovvio che per una puntuale regolazione della randa bisogna operare sulla scotta.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Mania, scarellando solamente, non apri la balumina, neanche un po', anzi, come detto, finisci per chiuderla ulteriormente.
Lo 'scaricare' scarrellando, e' una manovra immediata utile perche' scarichi potenza radrizzando la barca, ma questa potenza la togli a monte non a valle, cioe', riduci l'angolo di incidenza lasciando invariata (con trasto curvo) la balumina, e di conseguenza lo svergolamento.
Poiche' all'aumento del vento reale, non aumenta altrettanto il vento velocita' (velocita' della barca), se vuoi mantenere lo stesso angolo di incidenza su tutti i profili, BISOGNA ADEGUARE LO SVERGOLAMENTO.
ciao

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10-10-2009 02:05
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einstein Offline
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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
A proposito del Salona 34, su Forza 7 di questo mese troverete il test di questa barca, sempre con la solita polare miscelata tra vento reale ed apparente. Dovrebbe essere l'ultima volta pero', a detta del direttore responsabile, contattato durante l'ultima visita al salone di Genova; dalle prossime ha promesso di accontentarci.
Evidentemente i ns interventi sul forum qualche traccia la lasciano.
Quello che mi ha stupito di questo test e' la differenza di prestazioni con il T 34, a parita' di condizioni di vento e mare (piu' o meno). Se avrete l'opportunita' di leggerlo, poi lo potremmo commentare.
ciao

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14-10-2009 01:08
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sabba Offline
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Citazione:

Messaggio inserito da Einstein:

Mania, scarellando solamente, non apri la balumina, neanche un po', anzi, come detto, finisci per chiuderla ulteriormente.
Lo 'scaricare' scarrellando, e' una manovra immediata utile perche' scarichi potenza radrizzando la barca, ma questa potenza la togli a monte non a valle, cioe', riduci l'angolo di incidenza lasciando invariata (con trasto curvo) la balumina, e di conseguenza lo svergolamento.
Poiche' all'aumento del vento reale, non aumenta altrettanto il vento velocita' (velocita' della barca), se vuoi mantenere lo stesso angolo di incidenza su tutti i profili, BISOGNA ADEGUARE LO SVERGOLAMENTO.
ciao



Quoto e concordo; avendo lascato il vang potrebbe pero' essere il caso di dover lascare un po' anche la scotta della randa (come detto da Einstein). Ora la randa scarica in alto e in presenza di raffiche dovrebbe sbandare di meno. Credo pero' che cosi facendo sia diventata poggiera e devo quindi usare il timone per mantenere la rotta rallentandola. Conviene? Se la materia del discutere e' la raffica credo sia piu' veloce ed utile scarrellare. No?
22-10-2009 16:06
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einstein Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da sabba
Citazione:

Messaggio inserito da Einstein:

Mania, scarellando solamente, non apri la balumina, neanche un po', anzi, come detto, finisci per chiuderla ulteriormente.
Lo 'scaricare' scarrellando, e' una manovra immediata utile perche' scarichi potenza radrizzando la barca, ma questa potenza la togli a monte non a valle, cioe', riduci l'angolo di incidenza lasciando invariata (con trasto curvo) la balumina, e di conseguenza lo svergolamento.
Poiche' all'aumento del vento reale, non aumenta altrettanto il vento velocita' (velocita' della barca), se vuoi mantenere lo stesso angolo di incidenza su tutti i profili, BISOGNA ADEGUARE LO SVERGOLAMENTO.
ciao



Quoto e concordo; avendo lascato il vang potrebbe pero' essere il caso di dover lascare un po' anche la scotta della randa (come detto da Einstein). Ora la randa scarica in alto e in presenza di raffiche dovrebbe sbandare di meno. Credo pero' che cosi facendo sia diventata poggiera e devo quindi usare il timone per mantenere la rotta rallentandola. Conviene? Se la materia del discutere e' la raffica credo sia piu' veloce ed utile scarrellare. No?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Sabba,a parte il fatto che esiste anche il tailer del genoa, non preoccuparti, con 17 nodi reali, anche se sotto raffica scarichi la parte alta della randa, la barca dovrebbe rimanere sempre ardente; se cosi' non fosse, fai bene a preoccuparti, ma per altri motivi che riguardano la centratura.
Per lo scarrellare sotto raffica, come gia' detto, OK per velocita' di manovra immediata di tamponamento, meno OK per ottimizzazione.
ciao

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22-10-2009 22:05
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sabba Offline
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Salona 34 - bolina con vento teso e mare formato
assolutamente d'accordo, pero' lascando anche il genoa dovro' probabilmente poggiare perche' le vele non mi permetterebbero piu' di chiudere cosi tanto. Non che sia un problema di per se...
22-10-2009 22:28
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einstein Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da sabba
assolutamente d'accordo, pero' lascando anche il genoa dovro' probabilmente poggiare perche' le vele non mi permetterebbero piu' di chiudere cosi tanto. Non che sia un problema di per se...
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Ci sono due correnti di pensiero circa il modo di reagire all'aumento del vento reale. Quando arriva una raffica, l'angolo del vento apparente aumenta: 1° caso, il filettodipendente tende ad orzare immediatamente, spesso anche piu' del dovuto per diminuire l'angolo di incidenza e tenere piu' in assetto la barca; 2° caso, si lascano leggermente le vele e si continua sulla stessa rotta.
Nel primo caso si mantiene o si rallenta l'andatura facendo pero' piu' angolo, nel secondo si aumenta notevolmente la velocita' mantenendo lo stesso angolo. A te la scelta.
ciao

"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-10-2009 14:59 da einstein.)
22-10-2009 23:28
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