Cari Amici della Vela e del Mare,
ho acquistato la mia prima barca a vela, è stata ferma e le sono mancate cure, di cui adesso necessita. E' in secco in un cantiere lungo fiume e ho iniziato a lavorarci con entusiasmo, ogni volta che posso.
Mi sta dando supporto il cantiere, a cui mi rivolgo per gli interventi che non posso o non mi sento di affrontare per la mia scarsa esperienza.
Molte cose però devo e vorrei farle da me ed essendo nuovo a questo tipo di lavori devo imparare molto e sono alla ricerca di preziosi consigli.
Spero sia la sezione del forum giusta e il modo corretto. Vorrei aggiornare i miei progressi qui e confrontarmi con voi che avete più esperienza, sui vari interventi da eseguire.
Ho stilato un primo elenco di lavori (a cui preferisco non pensare, perché mi scoraggio) e sono partito dalla deriva.
L'ho riportata a ghisa con flessibile a spazzola e vari dischi (non posso sabbiare).
Ho stuccato delle sbeccature sul bordo di uscita con Sintolit nautico.
Provo ad allegare qualche foto del lavoro fatto fin qui.
Domani carteggerò e poi pensavo, avendo letto qualche post qui nel forum, di fare più o meno così:
1) pulizia e sgrassatura;
2) fosfatizzante Rimox a pennello e lavaggio con acqua a pressione dopo circa mezz'ora e subito asciugatura e inizio ciclo protettivo, avevo pensato a quello della Marlin:
3) primer epossidico Primepox subito dopo aver asciugato, poi
4) stuccatura epossidica e carteggiatura;
5) 3 mani bagnate di resina epossidica Barrier Tix
6) (in seguito) primer e AntiVegetativa su tutta la carena (ciclo da definire).
Devo ancora acquistare i prodotti per il ciclo protettivo e non sono sicuro che i passaggi che ho indicato qui sopra dal 2 al 5 siano corretti o quelli più indicati per un risultato duraturo (riportare a ghisa la deriva è stato un bel lavoro per me e vorrei evitare di rifarlo nei prossimi 5 anni, anche perché ne ho e ne avrò già tanti altri di lavori da fare e vorrei andare per Mare).
GRAZIE a chiunque abbia voglia di intervenire con il proprio bagaglio di esperienza, per consigli o supporto morale !
Non sono un professionista ma l’esperienza, quasi ventennale, di lavori fai-da-te mi suggerirebbe di fare così (seguendo l’ordine di numerazione dei lavori)
1) ok
2) un convertitore di ruggine qualunque a base di acido fosforico. Asciugatura con pistola termica e immediatamente dopo una mano di primer per metalli. Va bene anche quello epoxy che usano i carrozzieri (svolge funzioni sia di grip che di riempimento e costa la metà dell’analogo, se non identico, per uso nautico). Se ne rimedi un barattolo già cominciato può però andare bene anche un primer monocomponente per assi ed eliche
3) fase compresa nella 2
4) stuccatura con epossidica addensata 50% silice colloidale e 50% talco industriale. Levigatura ed eventuale ripresa delle imperfezioni. Qui userei epossidica economica per impiego generale (circa 12-13 €/kg) senza dissanguarmi con quelle blasonate per uso nautico vendute 3-4 volte tanto o anche di più.
5) ok ma con la stessa epoxi senza gli additivi barriera (la stuccatura con epossidica addensata funge anch’essa da barriera)
6) ok
Non so però quanto potrà tenere la semplice chiusura che hai fatto sul bordo d’uscita. Per sicurezza, dopo l’operazione 2 eseguirei la 4 solo su quella parte per creare un fondo omogeneo (senza crateri) e poi rivestirei (dx e sx) con qualche fazzoletto di rinforzo in tessuto di vetro da 200 gr/mq come vedi nella foto che allego. Quando completerai la fase 4 (che diventerebbe 4-bis) non si noterà più.
Visto che il lavoraccio ormai è stato fatto, volendo pignoleggiare si potrebbe anche (dopo l’operazione 4 o 4-bis) rivestire tutto il bulbo con uno strato di fibra di vetro. In questo caso poi occorrerà un’altra ripassata di stucco ma qui potrai addensare l’epossidica solo con microsfere cave (più leggere e più facili da carteggiare).
L’operazione 5 diverrebbe allora inutile.
Qualunque sarà la soluzione, facendo un bel lavoro durerà molto più di 5 anni, soprattutto se ogni stagione riprenderai gli eventuali piccoli affioramenti di ruggine. Se non riuscirai a sigillare bene anche sotto (dove ora il bulbo appoggia sulla tavoletta di legno e dove appoggerà anche in futuro), le infiltrazioni saranno inevitabili.
https://forum.amicidellavela.it/showthre...tid=141151
Non so dove si trova la barca, ma le temperature cominciano a farsi proibitive per lavorare all’esterno con l’epossidica. Con del cartone molto spesso puoi creare una specie di fornetto che chiuda il più possibile e mantenga un po’ di calore. Se poi ci metti una stufetta ancora meglio (o anche un paio di lampadine, giusto per non scendere sotto i 12-13°).
Ciao,
Ti ringrazio molto per la risposta e i suggerimenti!
Ho preso nota di molte info utili, anche sui prodotti alternativi e più economici che mi hai indicato.
Sulla fase 2) pensavo, leggendo qui sul Forum:
https://forum.amicidellavela.it/showthre...039&page=2
di fare in sequenza ravvicinata:
2a) fosfatante (Rimox 1lt 7€, lo utilizzo anche per altro);
2b) lavaggio con acqua a pressione per rimuovere i fosfati e i residui (da quanto ho capito saltando questo passaggio si rischiano distacchi in seguito);
2c) subito asciugare (e scaldare) con phon da carrozziere e
2d) dare subito il primer epossidico.
Al punto 5) quando scrivi "ok ma con la stessa epoxi senza gli additivi barriera", intendi dire la resina epoxy del punto 4) "per impiego generale" ?
Per la chiusura della tacca nel bordo di uscita, ho usato Sintolit nautico 5 (colorato con gli ossidi della stessa deriva). Oggi ho dato carteggiata e riprese oltre i margini. Ho testato (empiricamente: martellate e frullino) mi sembra solida l'attaccatura così come il materiale di riempimento (ultime parole famose!
. Allego foto dopo la prima carteggiatura e prima dell'ultima ripresa. Per me è ok.
Per quanto riguarda l'eventuale rivestimento in fibra di vetro: ti confermo che non intendo pignoleggiare!!
Invece, l'ultimo aspetto che hai toccato, quello della parte sotto che poggia a terra sulla tavola di legno, mi impensierisce un po. E' la parte più arrugginita e se non faccio il trattamento bene anche lì, temo sia come aver fatto un lavoro inutile. Ho chiesto in cantiere, mi hanno detto che un po me la alzano la barca alla fine e quindi posso fare "i ritocchi" sotto. Ma non si tratta appunto di ritoccare, ma di fare tutti i passaggi bene. Chiedo meglio su quanto spazio e tempo di lavoro avrò sulla parte inferiore.
Per le temperature all'esterno per l'epossidica, mi trovo a Fiumara Grande. Oggi era praticamente estate, ma settimana scorsa già erano calate molto. Starò attento alla scelta del giorno, orario e temperature, in base a quanto mi hai indicato. Se non dovessi rientrarci adotterò gli accorgimenti per scaldare che mi hai suggerito, grazie!
Per l'elica, mi hanno detto che è una MaxProp a passo variabile, penso sia di bronzo, ma non trovo sigle per riconoscere modello e caratteristiche. Ho smontato l'anodo, che immagino vada cambiato insieme agli altri (come si giudica quando sono da cambiare e dove lo compro quello specifico per l'elica?), e dato una prima carteggiata all'elica (e una leggera anche all'asse). Vorrei dare all'elica primer e AV specifici, che ho individuato. Mi pare di aver capito che non la devo lucidare e gli devo dare una graffiata finale con grana più grossa per fare aderire bene. Non ho capito però quanto e come devo preparare prima l'elica, se c'è qualche prodotto utile. La superficie liscia delle pale è venuta subito bene con la carta vetrata, ma ci sono parti scure puntinate in basso rilievo, forse leggermente erose dall'ossidazione. Potrei provare con spazzola di ottone montata sul trapano, ma ho paura di rimuovere materiale. Forse basta una passata di qualche acido o prodotto specifico, poi scartavetrata finale, pulita con sgrassatore, primer e AV.
Grazie ancora per i consigli !!
Ovviamente al punto 5) intendevo la resina usata nelle fasi precedenti. Del resto avrebbe poco senso suggerire lavori economici e poi indurre a comprare due resine diverse.
Molto probabilmente la tacca ora tiene. Il mio era solo un suggerimento nel caso ci fossero infiltrazioni e dovesse formarsi ruggine nell’area di contatto riempimento/metallo. Avevi almeno fosfatizzato e primerizzato prima di riempire? Comunque sarebbe un lavoretto di mezz’ora a costo irrisorio (un paio di euro di tessuto e una quarantina di grammi di resina).
Ovviamente i miei sono solo suggerimenti gratuiti e spassionati quindi vanno presi per quello che valgono.
Ho un’elica Radice a pale abbattibili (c.d. paperetta) e in circa vent’anni le ho provate un po’ tutte.
Da qualche anno procedo in questo modo: a) tolgo i vecchi residui ma senza lucidare a specchio e con grana non superiore a 120; b) abbondante sgrassatura con Chanteclair “superpotente” e altrettanto abbondante lavaggio; c) asciugatura con pistola termica (l’elica quasi scotta); d) mano di primer monocomponente della Marlin (quello verde) che lascio asciugare qualche giorno; e) 4 o 5 mani di antivegetativa della stessa marca (in base al tempo a disposizione che mi consenta di attendere almeno qualche giorno dall’ultima mano).
Anche provando altre marche ho notato che la tenuta dipende soprattutto dalle operazioni b (sgrassatura) ed e (spessore dell’antivegetativa).
Così una stagione riesco a farla abbastanza decentemente.
Caro O.V., tutto chiaro e ti ringrazio molto per i preziosi suggerimenti.
Non ho fatto fosfatazione né ho dato primer per il riempimento. Non ci ho pensato. Spero tenga, se non altro ero andato a metallo lucido e ho fatto lo sgrassaggio con il Fulcron.
Per l'elica seguirò il tuo procedimento, spero questo weekend.
Ho scoperto che non è una Max-Prop, ma una J-Prop!..Ecco perché non trovavo l'anodo giusto
Ora ho scaricato il manuale e cerco di capire anche se va fatta qualche manutenzione, tipo ingrassaggio o altro.
Per il braccio porta elica, che devo fare? Come per l'elica o stesso ciclo della carena ?
(26-10-2021 22:37)Laniakea Ha scritto: [ -> ]Per l'elica seguirò il tuo procedimento, spero questo weekend.
Per il braccio porta elica, che devo fare? Come per l'elica o stesso ciclo della carena ?
Se segui mio procedimento in un weekend farai solo le operazioni da a) a d).
Il primer lo faccio asciugare almeno 2 o 3 giorni, ma se ho tempo anche di più.
Anche la prima mano di antivegetativa la lascio asciugare a lungo, a volte anche una settimana.
Di solito inizio la preparazione del varo circa un mese prima perché faccio tutto da solo e inizio proprio dall’elica. Fortunatamente abito vicino alla barca e mi è facile ricavare un po’ di tempo per fare qualche lavoretto senza affannarmi a fare tutto in poco tempo.
Per le mani successive aspetto almeno 1 o 2 giorni tra una e l’altra.
Faccio tutto nello stesso momento, nello stesso modo e con gli stessi prodotti (asse inox, calcagnolo ed elica in bronzo). Su asse e calcagnolo non ci sono problemi e potrei anche limitarmi a carteggiare leggermente e a ridarci sopra l’AV. Il problema sono le pale dell’elica.
Quando ho seguito le istruzioni secondo cui basterebbero poche ore i risultati sono sempre stati deludenti.
Questa è la mia esperienza, però ammetto di non aver mai esagerato nell’incidere troppo l’elica come suggeriscono le istruzioni. Ho visto alcuni che praticano sulle pale dei solchi profondi qualche decimo di mm.
Secondo me questo non va bene perché finisce per modificare il profilo dell’elica. Ovviamente poi ognuno fa come gli pare. Per quanto mi riguarda voglio far durare le cose il più possibile, anche perché non sono proprio a buon mercato. Dopo vent’anni la mia elica è ancora praticamente nuova, come tutto il resto della barca.
Allego qualche foto di come normalmente si presenta la mia elica dopo 7-8 mesi in acqua e senza pulizie intermedie. In quella zona l’idropulitrice non era ancora arrivata, quindi si può anche notare lo stato della carena.
Oggi ho spazzolato l'elica, ho riportato il suo supporto a bronzo, e dopo aver graffiato con grana grossa e pulito il tutto con acetone, ho dato il metal primer. Prima ho rimesso i vecchi anodi per proteggere le sedi. Non ho dato il primer nei punti di contatto tra pale (autorientanti) e corpo dell'elica. La scheda tecnica dice di dare una sola mano di primer, anche se sarei tentato di fare qualche ritocchino, soprattutto su alcuni punti del bordo di una delle pale su cui la copertura è scarsa.
Mi sono poi accorto che sulla parte alta del braccio porta elica, nel punto di incontro con la carena, c'era lo strato di fondo leggermente distaccato. Allora ho carteggiato più a fondo fino a fargli un colletto ben aderente. Allego qualche foto. Domani faccio una ripresa di primer in quel punto, poi dovrei dare prima mano per orizzontale di anti-vegetativa Velox Plus grigio.
Se riesco e se il tempo consente, faccio anche il primo ciclo alla chiglia in ghisa (operazioni da 2a a 2d).
Come primer epossidico per la chiglia al negozio non mi hanno dato il Marlin Primepox (che non avevano), ma mi hanno dato il Boero Delta 3000 suggerendomi poi di continuare (ma per ora non li ho presi) con: stucco epossidico Epolight Win, primer epossidico Defender e infine AV (da scegliere).
All’inizio anch’io pulivo solo con acetone ma i risultati non erano granché. L’acetone scioglie ma rimuove poco perché evapora velocemente. Come ho già detto in precedenza, ho cominciato ad ottenere buoni risultati partendo dalla pulizia effettuata con grassatore da cucina.
Comunque ora vedi come va e tieni a mente per il prossimo ciclo.
Quelli sono primer con funzione di solo grip, quindi lo spessore deve essere minimo perchè non sono adatti per riempire. Infatti io, dopo aver lasciato asciugare a lungo, carteggio leggermente (con grana 600) prima di applicare l’AV.
Il Boero Delta 3000 come primo primer va bene, ma purtroppo ha il suo costo come tutto il materiale per la nautica.
Lo stucco epossidico Epolight Win non lo conosco. Nella scheda tecnica dicono solo che è “superleggero”, ma senza specificare la composizione. Immagino che ci siano microsfere cave.
Forse per questo lo considerano soltanto al fine del riempimento e poi consigliano una protezione impermeabile anti osmosi (ovviamente con i suoi costi)
Io avrei preferito farmelo da solo sapendo cosa ci metto dentro per ottimizzare il risultato. Per un lavoro di questo tipo (come ho già detto) addenserei l’epossidica con un 50% di silice colloidale (perché non altera le caratteristiche della resina e a noi interessa che conservi la sua impermeabilità) e un 50% di talco industriale che la rende più carreggiabile (è anche molto pesante e nel bulbo non farebbe male). Se poi non si ha timore del lavoro duro, allora meglio usare solo la silice colloidale.
Dopodiché un paio di mani di resina bagnato su bagnato (qui aggiungerei, ma solo perché l’ho già in casa, polvere di mica colorata per distinguere i vari strati), e infine il primer da carrozziere usato come primo fondo (uso un prodotto epossidico bicomponente per metalli della Sestriere Vernici che pago, nel colorificio vicino casa, circa 14 €/kg e che vendono “sfuso” nelle quantità desiderate dal cliente, quindi posso minimizzare le rimanenze).
Buongiorno O.V.,
Per la pulizia, credimi che volevo dare lo sgrassatore e infatti l'ho chiesto al negozio. Mi hanno detto assolutamente di no, di non dare null'altro che antisiliconico specifico o acetone e ho scelto quest'ultimo. La scheda del metal primer in effetti sottolinea di non dare altro che il loro antisiliconico (e in un video in cui un loro tecnico fa vedere come dare primer e Velox plus spiega di usare l'acetone in alternativa al loro antisiliconico specifico).
Magari è solo per vendere un altro prodotto (da parte della casa produttrice), ma lo sgrassatore buono al negozio costava pure di più dell'acetone, quindi mi sono fidato di queste informazioni.
Per la chiglia sarei molto tentato di prepararmi la resina da me con gli additivi specifici, ma non sono Cecchi, sono alle prime armi e forse è il caso che cerco qualcosa di un filino più semplice. Considera che per me già la preparazione e stesura del primer bicomponente è un'operazione che non ho mai effettuato e con cui potrei avere difficoltà. Dei suggerimenti su come fare in concreto, se ci sono accorgimenti utili che vanno aldilà della scheda tecnica (che è la sola cosa che ho oltre al negoziante di turno e, appunto, al forum) sarebbero per me gran cosa.
Della possibilità di prepararsi le resine con caratteristiche specifiche e costi più abbordabili non sapevo nulla e devo a te di averlo scoperto. Credo di dover studiare e sperimentare un bel po', su parti meno critiche però, o che se sbaglio non devo rifare un lavoro che mi costa in salute.
Il costo dei prodotti per tutto il ciclo per la chiglia con prodotti commerciali non raggiunge i 100 euro.
Le ore dedicate alla preparazione valgono molto di più.
Ed è un lavoro, quello della protezione della chiglia, che si spera duri diversi anni, quindi un costo che si ammortizza bene.
Diverso, il discorso, credo, su altre lavorazioni che si fanno più di frequente, o in cui il costo del materiale prevale.
Comunque l'utilizzo delle resine ho capito che è fondamentale per la barca e sto iniziando a studiarmi i vari tipi, utilizzi, prepaparati, quindi GRAZIE per queste dritte (anche se ancora non mi sento di cimentarmi sulla chiglia) !
Oggi prima mano di antivegetativa Velox Plus grigio. Poi discato e spazzolato di nuovo la deriva, passata di acetone e di acido ortofosforico (Rimox), attesa due ore poi lavaggio con acqua a pressione e nuova passata di fosfatante. Purtroppo, ho iniziato tardi e non ho potuto dare il primer epossidico. Quindi dovrò ricomnciare da capo con tempistiche migliori.
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(31-10-2021 11:11)Laniakea Ha scritto: [ -> ]Considera che per me già la preparazione e stesura del primer bicomponente è un'operazione che non ho mai effettuato e con cui potrei avere difficoltà. Dei suggerimenti su come fare in concreto, se ci sono accorgimenti utili che vanno aldilà della scheda tecnica (che è la sola cosa che ho oltre al negoziante di turno e, appunto, al forum) sarebbero per me gran cosa.
Il primer bicomponente lo stendi come hai fatto con il monocomponente dell’elica, magari usando il rullo visto che la superficie è maggiore.
Per il resto, devi rispettare esattamente il rapporto, in volume o in peso, tra i 2 componenti (io faccio sempre in peso con bilancino di precisione a 0,1 o 0,01 gr in base alla quantità).
Poi miscelazione accurata in modo che i due componenti vengano amalgamati bene tra loro (almeno 2-3 min o più per grosse quantità).
Devi però stare attento con i tempi di lavorazione perché potrebbero essere abbastanza rapidi anche se la scheda tecnica dice il contrario.
Visto che non conosci il prodotto ti conviene farne all’inizio una piccola quantità (es. 100 gr tra A e B) così vedi quanto tempo concede per la lavorazione e anche quanto rende.
Se siete in due è meglio perché uno prepara la miscela e l’altro la stende.
Purtroppo ha messo pioggia battente e continua anche nei prossimi giorni il brutto tempo.
Lunedì ho potuto fare solo qualche lavoretto di ripiego, tra cui smontare e misurare le draglie, che sono da sostituire. Sono lunghe 7m quelle inferiori e 7,20m quelle superiori. 1,42m quella di poppa. Diametro dei cavi 3mm, diametro dei fori nei candelieri 8,5mm (i terminali si sfilano). Penso di mettere sopra 5/6mm e sotto 3/4mm.
Tornando al lavoro della chiglia, sulla scheda tecnica del primer epossidico c'è scritto che i due componenti vanno mescolati interamente prima dell'uso.
Posso ignorare serenamente questa indicazione e fare modeste quantità alla volta utilizzando il rapporto di miscelazione indicato di 4 a 1 ?
La scheda indica poi tempi di ricopertura con 15° di temperatura di minimo 8 ore e massimo 3 giorni. Quindi, devo dare lo stucco epossidico entro i 3 giorni successivi all'applicazione del primer ?
Inoltre prevede un tempo di "reticolazione completa" di 7 giorni e indica di non esporre all'acqua prima della completa reticolazione.
Se per esposizione all'acqua si intende anche la pioggia, allora per dare questo primer devo trovare una finestra meteo piuttosto improbabile per questo periodo.
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Visto che hai acquistato un prodotto con nome e cognome e hai dubbi sulle istruzioni fornite dal relativo produttore, potresti tentare una telefonata direttamente a Genova per acquisire chiarimenti molto probabilmente più affidabili di quelli acquisibili attraverso un forum. Almeno io farei innazitutto così.
Non ci avevo pensato a chiamare direttamente la ditta produttrice del primer, ma il colorificio che me l'ha venduto sì. Alla fine ho chiesto al titolare del cantiere e mi ha spiegato che, come mi avevi indicato, vanno fatte piccole quantità per volta perché catalizza mentre lo passi il prodotto. E la seconda mano di primer andrebbe data presto, altrimenti bisogna carteggiare. Poi i tre giorni massimo, sono appunto per ridare lo stesso primer; lo stucco epossidico, per esempio, lo posso dare anche più in là. Oggi dopo aver rispazzolato la deriva e ripassato il rimox, lavato, asciugato e ripulito il tutto, ho dato una prima mano al volo a pennello, anche se era già pomeriggio inoltrato e nuvolo. Non era freddo, ma stasera si è messo a piovere forte. Mi sembra comunque che si è asciugato molto in fretta. Domani dovrei dare la seconda mano, ma è prevista pioggia.
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Con il pennello lo spessore del film risulta normalmente superiore rispetto al rullo e allo spruzzo. Quindi, secondo me, una mano può bastare perché serve soltanto da grip e da isolamento temporaneo (contro la ripresa dell’ossidazione) in attesa della fase successiva (stuccatura).
Per quanto ne so, il tempo massimo di ricopertura indicato sulla confezione o nelle schede tecniche è quello senza necessità di ripreparare il supporto (pulizia, sgrassatura e carteggiatura).
Di solito il primer asciuga velocemente al tatto in modo da poter catturare meno polvere possibile.
Se però conservi il bicchiere dove hai preparato la miscela e ne stacchi un pezzettino ogni tanto (come faccio io), noterai che l’indurimento è molto più lento e progressivo. Il film asciutto, da gommoso, diventa completamente secco (cioè si sbriciola) in una settimana o anche più a seconda della temperatura.
Così ti puoi accorgere anche di eventuali errori di dosaggio o di miscelazione tra i due componenti.
Per la pioggia si possono realizzare protezioni (tipo fornetto) come dicevo nel mio primo intervento. Non solo perseverai un po’ di calore ma avrai anche una qualche barriera contro l’umidità. Intorno alla carena puoi inoltre fissare qualcosa che funga da sgocciolatoio in modo che sul bulbo non arrivi acqua dall’alto.
Le previsioni meteo dello scorso weekend erano sballate. Alla fine è piovuto di notte e domenica ha fatto caldo, così ho potuto terminare serenamente il lavoro di stesura del primer epossidico sulla chiglia, ripassando i punti in cui ero stato un po scarso.
Il prossimo weekend spero di riuscire a dare lo stucco epossidico.
Su altro fronte, mi accingo a montare le draglie nuove (4 mm sopra, 3 mm sotto).
A poppa, connesse al pulpito con tenditori a forcella e terminali a pressare (4 € a pressata).
A prua ho preso per le draglie superiori dei terminali rapidi, che monterò sul posto, tagliando le draglie da 4 mm a misura.
Prima di inserire questi terminali rapidi, pensavo di passare la draglia all'interno di un tubo in poliuretano, diametro interno 4 mm, esterno 6 mm.
Allego foto dei terminali rapidi, già acquistati, e del tubo poliuretanico, che mi accingerei ad acquistare.
Quest'ultimo avrebbe funzione di copridraglia.
Essendo economico ed avendo a prua i terminali rapidi, potrei eliminarlo o cambiarlo in futuro quando dovesse rovinarsi prima del cavo d'acciaio.
Controindicazioni / suggerimenti ?
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Oggi ho dato lo stucco epossidico su un lato della deriva. Ovviamente, ha iniziato a diluviare appena ho finito di tirarlo. Ho avuto l'impressione di averne preso troppo poco. Il barattolo è da 0,75 LT (A+B). Dovrebbe coprire 5 mq, sufficiente per la mia deriva in teoria. Ne ho usato credo circa 1/3 per questo primo tentativo. E temo sia fallito, perché la scheda tecnica dice che tollera un'umidità massima dell'80%. Mi chiedo se sia meglio tirarlo via e ricominciare, per non rovinare le fasi successive del ciclo (Barrier e AV). Per ora aspetto di poter tornare a vedere come si è asciugato. Magari basta carteggiarlo un po'. Sicuramente per l'altro lato attendo una giornata di tempo stabile e mi porto la spatola grande, l'americana, perché quella che ho usato oggi mi è sembrata troppo piccola per seguire bene l'andamento del profilo. Comunque c'è ben poco da riempire con lo stucco, nel senso che ci sono pochi punti con piccoli dislivelli, per la maggior parte la superficie è già piana e piuttosto liscia. Quindi non mi è molto chiara l'utilità di questo stucco, se sono il primer epossidico che ho già dato a proteggere dall'ossidazione e il Barrier che devo dare a proteggere dall'infiltrazione dell'acqua. Forse lo stucco serve giusto per spianare bene. A meno che non abbia anche lui funzione protettiva. Nel qualcaso mi resterebbe il dubbio di averne preso troppo poco.
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Ormai lo stucco è stato dato e tirarlo via avrebbe poco senso, salvo che non venga via da solo. Potrebbe essere rimasta intrappolata dell’umidità quindi meglio lasciarlo asciugare il più possibile.
Se alla fine hai optato per l’Epolight Win, credo che questo prodotto (che non ho mai usato) abbia funzione di solo riempimento. Quindi puoi limitarti all’indispensabile per pareggiare tutte le imperfezioni. Sarà la fase successiva a creare l’ulteriore barriera.
Per stenderlo avrei però usato le spatole morbide che vedi in foto, anche se quello stucco mi sembra piuttosto denso e quindi difficile da tirare.
Con la spatola morbida è tuttavia più facile seguire le curve.
Molto probabilmente dovrai rivedere alcune imperfezioni anche sul lato già stuccato, ma questo dipende molto dal livello di finitura che vuoi raggiungere.
Normalmente io, tra una mano e all’altra, oltre a carteggiare dove serve, pulisco sempre con l’alcol etilico che evapora subito e quindi velocizza il lavoro.
Ti ringrazio, aspetterò che asciuga bene e seguirò i tuoi consigli. Ti confermo che lo stucco in questione è durissimo da tirare (impossibile con spatola morbida). Non ho esperienza di altri stucchi epossidici, ma ti posso dire che, per la funzione a cui deve assolvere, questo non mi è piaciuto, avrei preferito uno più fluido. Non mi è sembrato normale poi che il barattolo fosse praticamente vuoto, come se si fosse ridotto in volume, addensandosi in una pasta compatta come il pongo. Mi sarei aspettato al massimo una densità tipo miele, ma non di dover stendere del pongo.
Provo a confrontarmi con il negozio dove l'ho acquistato.
Avevo letto in qualche post che il bordo di uscita della deriva va tirato dritto e non arrotondato, mi pare per migliorarne il comportamento idrodinamico.
Se così, penso di poterlo fare utilizzando due tavolette e un distaccante come avevo fatto per riparare la tacca, altrimenti lascio quello attuale che è tondo e un po' affilato.
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Se è molto denso è anche più asciutto e potrebbe aderire male.
Forse ti hanno dato una confezione un po’ vecchiotta o custodita male.
Se vuoi renderlo più fluido potresti fare un tentativo preparandone una piccola quantità (es. metà bicchierino da caffè) da fluidificare con qualche goccia di diluente per vernici epossidiche che trovi anche in ferramenta a circa 4 o 5 €/l.
Poi lo tiri su qualcosa (magari con una parte del supporto ricoperta di nastro in modo da poterlo staccare e controllare meglio) e vedi se aggrappa e indurisce regolarmente e se ci saranno ritiri volumetrici.
Il diluente, se non del tutto compatibile, potrebbe lasciare qualche piccolo cratere a macchia di leopardo.
Metti il pezzo in verticale così vedi anche se cola.
Nella scheda tecnica viene però indicato solo il rapporto di miscelazione in volume (cosa che mi fa sempre girare le…. eliche) e quindi non so come farai a rispettare le proporzioni con un prodotto così denso.
Potresti tentare una telefonata al produttore per ottenere anche il valore in peso. Anni fa, per un primer, lo ottenni dalla Attiva Marine che oggi mi sembra siano sempre loro, così magari chiedi anche se hanno un diluente apposito.
Non sono esperto di idrodinamica, però anch’io la sapevo allo stesso modo.
In realtà il bordo d’uscita dovrebbe essere il più affilato possibile, ma poi risulterebbe troppo fragile.
La troncatura piatta immagino che serva per evitare lo scontro tra i filetti del liquido in uscita dai lati del profilo (dx e sx) e quindi turbolenze che producono resistenza all’avanzamento.
Credo però che stiamo parlando di rallentamenti misurabili su qualche centesimo di nodo.
Considera comunque che sugli spigoli vivi le vernici attaccano male, quindi un po’ di arrotondamento io lo farei.