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Versione completa: Lavori Duck 31'
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Ho aspettato una settimana e lo stucco si è asciugato bene. Ho carteggiato e la deriva è venuta perfettamente liscia. Sono passato al negozio e ho manifestato i miei dubbi sullo stucco, prima di iniziare l'altro lato. Mi hanno aperto altri barattoli, anche di altri prodotti, mostrandomi che, in effetti, la consistenza è quella, molto densa (e che il barattolo da 75cl del prodotto in questione è praticamente vuoto e non pesa niente). Mi hanno detto che probabilmente era freddo e che il barattolo andava un po' scaldato. Ho chiesto se potevo usare un diluente, anche specifico per lo stucco Epolight Win, mi hanno detto che non c'è e sconsigliato di miscelare con il diluente per prodotti epossidici che invece mi hanno dato per il Defender. Mi hanno poi spiegato che la quantità di stucco acquistata (0,75 LT) era assolutamente insufficiente per la mia deriva (circa 4,5 mq). Ho deciso di non comprarne altro per ora e ho dato il resto dello stucco sull'altro lato ieri con, finalmente, tanto sle. Lo stucco effettivamente era un po' più fluido, l'ho tirato tantissimo ed ho completato il lavoro con lo scarso quantitativo a disposizione.
Oggi ho dato il Defender con il rullo, sul lato già stuccato e carteggiato (allego foto). Per la preparazione, mi sono dimenticato di prendere l'alcool che mi avevi consigliato e ho pulito solo con uno strofinaccio inumidito con acqua per rimuovere la polvere della carteggiatura. Ho asciugato bene e dato il Defender leggermente diluito, utilizzando un rullo spugnoso e non peloso (non lo avevo mai utilizzato e devo dire che mi sono trovato bene, ho steso in pochissimo tempo e con buon risultato).
Per perfezionare il profilo dei bordi di attacco e uscita della deriva (oltre che per la parte inferiore che poggia sulla traversa in legno) dovrei acquistare un altro po' di stucco epossidico. Mi chiedo se posso utilizzare un altro prodotto, o devo attenermi all'Epolight Win per poter dare poi sopra il Defender.
Mi chiedo poi se basta una mano di Defender o ne servono due o più, prima di dare l'AV.
Per il prossimo lavoro che mi aspetta dopo la deriva - lucidare il gelcoat bianco delle murate - mi servirebbero consigli per l'acquisto dei prodotti da utilizzare con la lucidatrice (pasta abrasiva e polish).
Al negozio mi hanno confuso un po', dicendomi che se il gelcoat è vecchiotto e parecchio sporco-opacizzato, dovrei iniziare prima con carta abrasiva (non ricordo le grane che mi hanno indicato, ma era una cosa del tipo: parti con la 400 e finisci con 1500).
Vorrei invece partire direttamente con la pasta abrasiva e vedere prima che risultato ottengo.
Infine allego due foto di un piccolo danno al bordo della poppa che ho notato.
Consigli per la riparazione?
Grazie![Immagine: 9a2e88268dd1610eb037daa0dc5a489d.jpg][Immagine: ca1db0a836602c02415a346b512cd8a5.jpg][Immagine: 534436c94da8f6feac4bd113960714ea.jpg]

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Una volta che Epolight Win ha tirato puoi ricoprirlo con quello che ti pare. Anche con stucco di altro tipo e altra marca.
Chiaro che se ti senti ancora impreparato a lavorare con l’epossidica e relativi addensanti, devi continuare con prodotti preconfezionati, che hanno i loro costi e che riservano le loro (non rare) spiacevoli sorprese.

Se non ho visto male, le specifiche tecniche del Defender consigliano 2 - 4 mani. Più né dai e più protegge, ovviamente.

Se stimi che ti avanzerà un po’ di Defender potresti anche usarlo per prepararti un po’ stucco addensandolo con delle microsfere cave. Così inizi a prendere confidenza anche con questi prodotti che sicuramente ti serviranno per altri lavori insieme alla resina epossidica.
Come avrai già intuito, la manutenzione di una barca richiede tantissimo lavoro, specie se datata e abbandonata da tempo.

Altro stucco (oppure gelcoat addensato che funga da stucco o prodotti già pronti come il Gelcoat Filler o il normale stucco da carrozziere) ti servirà infatti anche per la riparazione lungo il bordo del codino di poppa. Ma qui il discorso sarebbe anche più lungo e complicato perché bisognerebbe capire bene fino a dove arriva la rottura (che potrebbe derivare dallo scollamento della giunzione scafo/coperta), cioè se è solo superficiale o attraversa lo stratificato aprendo la strada alle infiltrazioni.

La procedura per rilucidare il gelcoat è quella che ti hanno detto in negozio, ovvero passare con carta abrasiva sempre più fine per arrivare alla pasta abrasiva ed eventualmente anche al polish (dipende dalla finitura che vuoi ottenere). Potresti certamente iniziare come hai pensato di fare e trattare una piccola parte. Se il risultato ti soddisfa allora prosegui, altrimenti occorre un intervento che vada più a fondo.
Attenzione però a non insistere troppo con la carta abrasiva (partire con la 400 va bene) perché altrimenti rischi di passare sotto e poi ti tocca ridare il gelcoat con enorme difficoltà (se non impossibilità) a ritrovarlo dello stesso colore (ma la pezza si noterebbe comunque).
Qui dovresti dotarti di rotorbitali di buona qualità che ti consentano di lavorare a lungo senza distruggerti mani e braccia. Ovviamente armarti anche santa di pazienza.
Secondo me, quel foro sulla poppa fa entrare acqua. Non è grave di per sè, ma bisogna capire a cosa è dovuto. Nel senso, la cosa più facile sarebbe chiuderlo con dello stucco epossidico, ma se la parte lavora, si aprirebbe in poco tempo. Allora bisognerebbe pensare ad una fazzolettatura con delle fibra. In ogni caso devi aprire e grattare fino a trovare il buono. Così capisci anche se è passante (basta provare a soffiare con la bocca o far passare la punta di un cacciavite). Comunque quando cominci il lavoro metti a posto anche i 20 cm lungo il bordo. Il problema più grosso, come avrai capito, sarà poi verniciare la parte in una qualche maniera che non si noti (simmetria sulla poppa, quindi tutto lo specchio compreso una parte dello scafo, solo un fazzoletto tanto non si nota,...)
(23-11-2021 08:15)opinionista velico Ha scritto: [ -> ]Se non ho visto male, le specifiche tecniche del Defender consigliano 2 - 4 mani. Più né dai e più protegge, ovviamente.
Se stimi che ti avanzerà un po’ di Defender potresti anche usarlo per prepararti un po’ stucco addensandolo con delle microsfere cave.
Ti ringrazio OV, allora compro il barattolo da 2,5 lt di Defender, darò altre 2 mani alla chiglia e me ne avanzerà.
Come sfere cave per fare lo stucco possono andar bene Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .?

Per ora non ho una rotorbitale, ho comprato solo la lucidatrice (per la chiglia ho usato il flex). Ma ho capito che mi servirà molto la rotorbitale. Vorrei acquistarne una decente da 150mm, possibilmente leggera, credo con orbita da 5mm. Consigli ?
Per esempio, ho visto online Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI ., che come caratteristiche ipotizzate e prezzo ci siamo, ma non sembra molto conosciuta e non so se è buona.

Come pasta abrasiva mi hanno venduto ad un ferramente la Superplast Plus linea nautica e un Gelson polish vetrificante. Allego foto. Vediamo come vanno. Ma devo prima prendere la roto e i dischi abrasivi giusti.

..Eh sì, è lunga l'avventura! [Immagine: b4054a4414b21416b14408f1b1e1c239.jpg]

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(23-11-2021 09:22)mlipizer Ha scritto: [ -> ]Secondo me, quel foro sulla poppa fa entrare acqua. Non è grave di per sè, ma bisogna capire a cosa è dovuto. Nel senso, la cosa più facile sarebbe chiuderlo con dello stucco epossidico, ma se la parte lavora, si aprirebbe in poco tempo. Allora bisognerebbe pensare ad una fazzolettatura con delle fibra. In ogni caso devi aprire e grattare fino a trovare il buono. Così capisci anche se è passante (basta provare a soffiare con la bocca o far passare la punta di un cacciavite). Comunque quando cominci il lavoro metti a posto anche i 20 cm lungo il bordo. Il problema più grosso, come avrai capito, sarà poi verniciare la parte in una qualche maniera che non si noti (simmetria sulla poppa, quindi tutto lo specchio compreso una parte dello scafo, solo un fazzoletto tanto non si nota,...)
Come faccio a capire se la parte lavora? Bella l'idea di soffiare per vedere se è un buco passante. Domenica provo. Grazie per i consigli!
Sicuramente rifaccio tutto il bordo, dove è rovinato. Verniciare é necessario? cioè lo stucco per gelcoat che è già bianco non va bene se tutto intorno lucido con la pasta abrasiva e con il polish non viene abbastanza uniforme ?

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Non ho mai comprato prodotti Cecchi perché mi sembrano esageratamente cari.
Normalmente per gli addensanti mi rifornisco da Spraystore (https://www.spraystore.it).
Facendo l’ordine prendo sempre un po’ di tutto (microsfere cave, silice colloidale, talco, microfibre di cellulosa e altro che potrebbe servirvi nei lavori), perché offre piccole confezioni ed è materiale che non scade e prima poi si adopera (ovviamente per chi ama fare le cose per conto suo e non solo la manutenzione della propria barca…..).

Prima di investire nella rotorbitale prova con la lucidatrice come avevi già pensato. Se invece pensi di doverla comprare anche per altri utilizzi, purtroppo quella che hai linkato non la conosco.
Dopo aver provato alcuni modelli economici, che erano quasi tutte vibrazioni scaricate su polso e braccio, ho deciso di prendere la DEWALT DWE6423-QS approfittando di una buona offerta su Amazon. Comunque anche a prezzo pieno la DEWALT costa la metà di quella che hai individuato ed è probabile che sia di qualità inferiore. Ad ogni modo io ne sono rimasto più che soddisfatto e la ricomprerei senz’altro.

Per quanto riguarda pasta abrasiva e polish, normalmente vado da un amico carrozziere a “scroccargli” qualche fondo di barattolo, anche perché è materiale che uso raramente.

È vero che lo stucco per il gelcoat (che poi è un gelcoat addensato) è bianco, ma difficilmente sarà della stessa tonalità di bianco del gelcoat usato per lo scafo (per quanto ne so, il bianco puro viene usato raramente). Quindi la riparazione si noterà. Dovrai trovare un sistema per dargli un “gioco” che si armonizzi bene con il resto e non catturi troppo l’attenzione.
Se vuoi lo stesso colore o comunque molto simile, potresti tentare in questo modo:
- se e quando userai la levigatrice rotorbitale per lucidare lo scafo, dai una prima passata leggera per togliere lo strato di impurità superficiale, poi conserva la polvere di gelcoat delle passate successive che si raccoglie nell’apposito contenitore della macchina, stando attento a non inquinarla con sporcizia che potrebbe alterarne il colore;
- con questa polvere ti prepari uno stucco con l’epossidica (se la polvere non basta aggiungi silice colloidale che addensa ma non altera il colore), ma dovrai utilizzare un tipo di resina dotata di filtro anti UV poiché soffre l’esposizione al sole e si ingiallisce;
- invece dell’epossidica potresti usare anche resina poliestere (visto che lavori su supporto in poliestere), che ha il vantaggio di non ingiallire ma solo se la trovi perfettamente chiara (quelle che usavo io, prese direttamente da un cantiere nautico vicino casa, erano leggermente azzurrine).
Ovviamente se te la cavi con un po’ di stuccatura.
Se invece sono necessari altri lavori più invasivi, tipo la fazzolettatura ipotizzata da mlipizer, allora la riparazione sarà molto più evidente e dovrai in qualche ricoprirla o mimetizzarla.

Visto che stai entrando nel mondo fai-da-te, tieni presente un’altra cosa importante e cioè che i prodotti epossidici aderiscono bene su tutto, mentre quelli in poliestere (come resina, gelcoat e stucco da carrozziere) aderiscono male sui prodotti epossidici.
(23-11-2021 08:15)opinionista velico Ha scritto: [ -> ]Se non ho visto male, le specifiche tecniche del Defender consigliano 2 - 4 mani. Più né dai e più protegge, ovviamente.
Se stimi che ti avanzerà un po’ di Defender potresti anche usarlo per prepararti un po’ stucco addensandolo con delle microsfere cave. Così inizi a prendere confidenza anche con questi prodotti che sicuramente ti serviranno per altri lavori insieme alla resina epossidica.
Dunque, sono alla terza mano di Defender sulla deriva. Nel frattempo, ho acquistato da un negozio dedicato alla vendita di prodotti per il restauro, un kg di acido ossalico, 1lt di microsfere cave di vetro e 50g di silice colloidale, le spatole flessibili che mi consigliavi, e dei coloranti universali concentrati. Poi ho acquistato la rotorbitale DeWalt che mi dicevi, con cui in effetti mi sto trovando bene (è molto compatta e leggera e alla fine anche i dischi da 125mm nelle grane più fini non sono poi tanto difficili da reperire). Ho provato a fare lo stucco addensando il Defender come consigliato. Purtroppo, faceva freddo e tirava un vento fortissimo, e come ho aperto i barattoli, una buona parte si è dispersa in un attimo e mi sono ritrovato in una nuovola di polvere di silice e microsfere, che puntualmente, nonostante gli occhiali protettivi (non avevo su la maschera) mi sono finite negli occhi. Ho comunque prodotto uno "stucco", forse troppo liquido e poco addensato, che ho passato sulle residue discontinuità della superficie della deriva, soprattutto sulla parte orizzontale sotto. Risultato, la pellicola superficiale si è asciugata rapidamente, ma lo stucco è rimasto morbido dentro, anche a qualche giorno di distanza, "gommoso" e friabile nei punti in cui avevo fatto uno strato più spesso. Là dove lo avevo steso e poi tirato bene con la spatola il risultato è stato invece discreto. In pratica, ho dovuto rimuoverne gran parte nei punti più spessi, che peraltro mi si attaccava subito alla carta vetrata rendendola inutile. Al cantiere mi hanno poi gentilmente regalato un po di stucco epossidico Epomast, che ho utilizzato per finire la stuccatura. Devo dire che, nonostante fosse il fondo di un vecchio barattolo arrugginito, mi sono trovato meglio rispetto all'Epolight Win (va detto anche che ne capisco ben poco e che l'ho dato in una giornata di sole, con temperatura più alta, comunque mi è sembrato più facile da preparare e stendere, sia per il rapporto di miscelazione dei componenti 1:1, sia per la fluidità del prodotto miscelato).
Con l'acido ossalico ho fatto diverse "pozioni" con risultati per me insperati! Ho iniziato immergendo in un contenitore con il preparato a base di acqua tiepida e ossalico i vecchi terminali in acciaio delle draglie: sono tornati come nuovi, senza muovere un dito. Poi ho dato l'ossalico su tutte e due le fiancate, sopra la linea di galleggiamento (su quest'ultima, c'era una incrostazione spessa di calcare sporco, che invece ho eliminato facilmente con una passata a pennello di acido muriatico, subito risciacquato). Le fiancate erano sporche e ingiallite, ossidate dall'esposizione al sole. Sono tornate bianche, prima ancora di iniziare a lucidare. A proposito, a seguire, dopo aver pulito bene le fiancate, ho provato a lucidarne una piccola parte con la pasta abrasiva extra mordente Superpast Plus e il tampone velcrato in lana, montato su lucidatrice rotorbitale da 150mm. La pasta mi sembra un po troppo secca, mi chiedevo se la posso diluire leggermente con qualche prodotto, o con semplice acqua. Ho provato a diluirla un po con il polish (che dovrei dare dopo) e funziona, ma non so se è il procedimento corretto. In alcuni piccoli punti delle fiancate, oltre che sul cordolo della poppa dove c'è la fessurazione da riparare (che ho verificato essere solo superficiale) bisognerebbe fare qualche ritocco al gelcoat. Ho acquistato i coloranti concentrati universali e il gelcoat filler Levante. Per trovare il punto di colore, intendo provare il metodo descritto in questo video: gelcoat color matching.[Immagine: 85c32653b5f63313aca4fef85204b4e7.jpg][Immagine: 41cd0b4d3528a947cdd009838666f528.jpg][Immagine: 5e8eaf0b339fae3b386f7a62b140d482.jpg][attachment=48375][attachment=48376][attachment=48377]

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Da quando fa buio presto ho iniziato a fare anche qualche lavoretto all'interno.
Ho fatto un cavo elettrico da banchina tripolare da 2,5 mm² rivestito in neoprene con spina industriale 16A e adattatore per le normali prese civili da una parte e spina compatibile attacco Marinco lato barca. Con uno spezzone corto di cavo ho fatto anche un adattatore 32A-16A. Ora che ho la corrente in barca (una vera comodità!) e che ho ricaricato la batteria servizi con il caricatore 220v, inizio a studiarmi l'impianto elettrico esistente, controllando i vari sistemi e cercando di capire come dovrebbero funzionare, cosa e perché non funziona. Ho smontato, per cominciare, la radio VHF, una ICOM IC-M401EURO, che non si accende, non so per quale motivo e non ho idea di che prove posso fare, né a chi posso portarla a far controllare qui a Roma.[attachment=48378][attachment=48379][attachment=48380][attachment=48381][attachment=48382][attachment=48383][attachment=48384][attachment=48385][attachment=48386][attachment=48387][attachment=48388]

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Quando si usano prodotti o combinazioni di prodotti che non si conoscono è sempre meglio fare prima una piccola prova su un supporto a perdere e/o con piccole quantità. Non di rado è tempo speso bene.

Prodotti epossidici e freddo sono sempre acerrimi nemici. Se non l’hai già vista ti segnalo questa discussione.
https://forum.amicidellavela.it/showthre...tid=146030

Se lo stucco preparato addensando di Defender era troppo fluido bastava aggiungere addensante. L’esperienza poi insegna quanto e quale addensante.
Ad. es, come già detto, se devi solo evitare colature senza modificare le caratteristiche del prodotto, occorre la silice colloidale. Anche le microsfere cave addensano ed evitano colature ma rendono il prodotto più tenero e carteggiabile. Dipende cosa si deve fare.
Un’altra buona regola per migliorare l’adesione dello stucco sarebbe quella di dare sul supporto una mano preliminare leggera del prodotto liquido che viene addensato affinché crei uno strato aggrappante che penetra bene ovunque (più o meno come fanno i muratori quando bagnano il muro prima di applicare l’intonaco).

Per colorare gli stucchi non uso mai coloranti liquidi perché ha paura che possano risultare chimicamente incompatibili con la resina. Uso invece pigmenti colorati in polvere di mica reperibili a basso costo anche su Amazon (v. foto). Per colorare mezzo bicchiere di resina ne basta una puntina di cucchiaino da caffè. Allego anche una foto di stuccatura in “technicolor” della mia canoa che ho finito di costruire agli inizi di quest’anno.

Non sono un grande esperto di lucidature. Di solito stendo a mano la pasta abrasiva con un panno (procedo per piccole superfici circolari con raggio circa 20-25 cm) poi lucido con un tampone spugnoso della Bosch applicato alla rotorbitale DeWalt perché non ho la lucidatrice (anche se il mio amico carrozziere non è molto d’accordo perché dice che così gira troppo lentamente). So che qualcuno utilizza un tampone montato sul flessibile, ma io non l’ho mai provato.
Comunque, in generale, se il risultato risulta soddisfacente, allora i procedimenti vanno quasi tutti bene anche quello di ammorbidire la pasta abrasiva con il polish.

I dischi abrasivi per la rotorbitale cerco di farli da solo ogni volta che posso utilizzando carta abrasiva con il velcro (che vendono a rotoli) e facendo i fori di aspirazione con un punzone autocostruito tramite un tubetto inox. Normalmente questa carta ha un velcro migliore rispetto a quello dei dischi preconfezionati. Un accorgimento per conservare l’adesione è quello di pulire bene e spesso, soffiando aria attraverso compressore, i dentini del platorello perchè tendono ad impastarsi e a riempirsi con i pelucchi lasciati dal velcro. Questa operazione la ripeto ogni volta che stacco un disco (ovviamente se ho il compressore a portata di mano).

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Chissà quando sarà pronta la cattedrale?
(23-12-2021 07:53)opinionista velico Ha scritto: [ -> ]Quando si usano prodotti o combinazioni di prodotti che non si conoscono è sempre meglio fare prima una piccola prova su un supporto a perdere e/o con piccole quantità. Non di rado è tempo speso bene.

Prodotti epossidici e freddo sono sempre acerrimi nemici. Se non l’hai già vista ti segnalo questa discussione.
https://forum.amicidellavela.it/showthre...tid=146030

Allego anche una foto di stuccatura in “technicolor” della mia canoa che ho finito di costruire agli inizi di quest’anno.


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Giusto per curiosità, che stampi di canoa è? Lo vedo molto 'tondo e di conseguenza filante ed istabile, ma potrei capire male dall'immagine
(23-12-2021 16:05)mlipizer Ha scritto: [ -> ]Giusto per curiosità, che stampi di canoa è? Lo vedo molto 'tondo e di conseguenza filante ed istabile, ma potrei capire male dall'immagine


Rispondo volentieri sperando di non inquinare troppo l’argomento di Laniakea al quale chiedo previamente scusa per l’intrusione.
Ho realizzato un Surfski per uso ricreativo/crocieristico lungo 555 cm e con baglio massimo 55 cm (quindi XXL stando alle larghezze medie della categoria). Il progetto l’ho fatto io ispirandomi ad alcuni modelli simili di marchi molto diffusi. La struttura è in compensato marino di Okumè da 2,8 mm realizzata con la tecnica del cuci/incolla e sezione trapezoidale con la base minore in carena (massima semplicità). Il fondo è quindi piatto in senso trasversale e convesso (rocker) in senso longitudinale. Per evitare gli spigoli e avere una sezione svasata più morbida, ho rivestito le fiancate con il polistirene da 33 kg/mc che poi ho rotondeggiato e laminato con fibra di vetro (ecco perché alla fine sembra fatto su stampo). Le fiancate sono pertanto un sandwich a spessore variabile (da 1 a 4 cm circa) di compensato (pelle interna), polistirene (foam) e vetro (pelle esterna), poi quest’ultima stuccata e verniciata. In pratica una corazzata, purtroppo anche nel peso. È lento a partire e su acqua piatta non è molto veloce rispetto ad altri kayak di pari lunghezza e larghezza (ma qui incide anche la mia ormai veneranda età insieme ad una stazza da peso massimo), però tiene bene l’abbrivio e anche il mare. Discreto invece sul downwind. Ha un’ottima stabilità primaria e una buona stabilità secondaria (su acqua piatta riesco a starci in piedi e usarlo come SUP). Dopo circa 10 mesi di lavoro, ripartiti su due inverni, si presenta come da foto. Quest’estate l’ho usato per oltre 200 miglia nautiche e con molta soddisfazione, anche più della vela che pratico da oltre quarant’anni e che sta cominciando a stancarmi, soprattutto per l'enormità di lavoro che comporta la gestione e l’amorevole cura di una barca (per quanto non dovrei dirlo su un forum di amici della vela….).

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(23-12-2021 10:32)bullo Ha scritto: [ -> ]Chissà quando sarà pronta la cattedrale?

Hai ragione Bullo, spero di rimetterla in acqua il prima possibile! È il cantiere che fa carena e stanno aspettando che si asciughi bene prima di dare il fondo epossidico e l'antivegetativa. Ormeggio sul fiume e vogliono mettere AV a matrice dura.
Mentre aspetto, faccio i miei primi lavori, imparando qualcosa, grazie anche molto ai vostri consigli, ed effettivamente sono lento, ma se anche accellero, sempre devo aspettare. E comunque, per me è bello lavorare alla barchetta e imparo davvero tanto. BV

(24-12-2021 08:19)opinionista velico Ha scritto: [ -> ]Rispondo volentieri sperando di non inquinare troppo l’argomento di Laniakea al quale chiedo previamente scusa per l’intrusione.
Ho realizzato un Surfski per uso ricreativo/crocieristico l

Nessun motivo di scusarsi, bellissimo progetto e realizzazione caro OV, complimenti!

Ne approfitto per ringraziarti dei suggerimenti, dell'esperienza che condividi, della pazienza nel seguire i miei primi intrugli

Cari Auguri di Buon Natale a te e a tutti gli AdV !!!
Laniakea guarda che io scherzo! Se si fa carena tutti gli anni meglio dare l'AV autolevigante, bisogna darne tanta in certi punti come bagnasciuga, entrata a prua, pinna e timone 3 tre mani.
(24-12-2021 08:19)opinionista velico Ha scritto: [ -> ]Rispondo volentieri sperando di non inquinare troppo l’argomento di Laniakea al quale chiedo previamente scusa per l’intrusione.
Ho realizzato un Surfski per uso ricreativo/crocieristico lungo 555 cm e con baglio massimo 55 cm (quindi XXL stando alle larghezze medie della categoria).

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Complimenti, bel lavoro. Uno che sa cosa vuol dire lavorare la vetroresina. Certo che il compensato pesa un bel po'. Il mio surfski è lungo 6 e qualcosa e pesa 12 kg.
(26-12-2021 16:22)mlipizer Ha scritto: [ -> ]Uno che sa cosa vuol dire lavorare la vetroresina.


Grazie ma in realtà non mi ritengo un esperto di vetroresina. Quello che so (e che considero ancora poca cosa) l’ho imparato perché sono un appassionato del fai-da-te, informandomi molto, chiedendo sui forum, seguendo i consigli di chi ne sapeva più di me e ovviamente anche facendo molti errori che però mi hanno sempre insegnato qualcosa.
Molto tempo fa lessi, da qualche parte, che quando ci si sporca per bene le mani con l’epossidica non si riesce più a tenerle pulite… Per me è stato proprio così e non solo nel campo della vetroresina Smile
Lavorone
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