16-05-2009, 02:14
16-05-2009, 02:14
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
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sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
16-05-2009, 02:25
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da murri
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
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sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
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ne riparliamo domani quando ti è passata la sbornia
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
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ne riparliamo domani quando ti è passata la sbornia
16-05-2009, 09:11
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da murri
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prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
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sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
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ne riparliamo domani quando ti è passata la sbornia
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
sorry, ma ero ancora sobrio...
secondo me, ma soprattutto, secondo quasi tutti quelli che ho letto, l'avvicinamento è da sottovento e solo la prua, eventualmente, a barca ferma senza abbrivo si potrebbe mettere sopravento per proteggerlo da vento e mare
per te invece?
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da murri
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
prima di sparare cercherei di portarmi sopravento all'uomo. il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
sottovento vorrai dire...altrimenti gli passi sopra!
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
ne riparliamo domani quando ti è passata la sbornia
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
sorry, ma ero ancora sobrio...
secondo me, ma soprattutto, secondo quasi tutti quelli che ho letto, l'avvicinamento è da sottovento e solo la prua, eventualmente, a barca ferma senza abbrivo si potrebbe mettere sopravento per proteggerlo da vento e mare
per te invece?
16-05-2009, 13:23
mi riquoto: il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
se mi cade in mare con andature dal traverso in giù, noi ci allontaniamo rapidamente e se ammainiamo, ci mettiamo in cappa, accendiamo motore, etc, continuiamo a derivare molto più rapidamente del MOB. Poi ci impiegheremo molto tempo a risalire il vento. Per questo penso che dobbiamo anzitutto evitare di scadere rispetto all'uomo. La manovra di recupero poi è un'altra storia.
ma è solo uno spunto di discussione...
se mi cade in mare con andature dal traverso in giù, noi ci allontaniamo rapidamente e se ammainiamo, ci mettiamo in cappa, accendiamo motore, etc, continuiamo a derivare molto più rapidamente del MOB. Poi ci impiegheremo molto tempo a risalire il vento. Per questo penso che dobbiamo anzitutto evitare di scadere rispetto all'uomo. La manovra di recupero poi è un'altra storia.
ma è solo uno spunto di discussione...
16-05-2009, 14:13
Durante le lunghe traversate io tengo quasi sempre in acqua un gommone rimorchiato alla lunga .
Se uno cade e rimane cosciente perchè non sbatte la testa da qualche parte il piu' delle volte riesce a prendere la cima di traino del gommone.
Se mi accorgo che non l'ha presa la prima cosa che mollo è il gommone che è piu' facilmente individuabile sia da lui che da me.
Se vengo preso dal MARE formato quando uno è solo in coperta ( perchè sono andato sotto per un momento a fare pipì o fare il caffè )ha il mio DIVIETO ASSOLUTO di uscire dal pozzetto senza avvisarmi.
Se per caso devo riposare in pozzetto ci devono essere assolutamente almeno due persone di guardia. Quando c'è stata 'una famosa tragedia nel golfo del leone' fuori , con MARE ..., c'era un uomo solo su nove mentre gli altri otto o dormivano o erano dentro a ripararsi.....
Pierr
Se uno cade e rimane cosciente perchè non sbatte la testa da qualche parte il piu' delle volte riesce a prendere la cima di traino del gommone.
Se mi accorgo che non l'ha presa la prima cosa che mollo è il gommone che è piu' facilmente individuabile sia da lui che da me.
Se vengo preso dal MARE formato quando uno è solo in coperta ( perchè sono andato sotto per un momento a fare pipì o fare il caffè )ha il mio DIVIETO ASSOLUTO di uscire dal pozzetto senza avvisarmi.
Se per caso devo riposare in pozzetto ci devono essere assolutamente almeno due persone di guardia. Quando c'è stata 'una famosa tragedia nel golfo del leone' fuori , con MARE ..., c'era un uomo solo su nove mentre gli altri otto o dormivano o erano dentro a ripararsi.....
Pierr
16-05-2009, 16:36
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Scarabocchio
mi riquoto: il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
se mi cade in mare con andature dal traverso in giù, noi ci allontaniamo rapidamente e se ammainiamo, ci mettiamo in cappa, accendiamo motore, etc, continuiamo a derivare molto più rapidamente del MOB. Poi ci impiegheremo molto tempo a risalire il vento. Per questo penso che dobbiamo anzitutto evitare di scadere rispetto all'uomo. La manovra di recupero poi è un'altra storia.
ma è solo uno spunto di discussione...
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adesso che sono sobrio, posso anche discutere...
ma tu in barca puoi risalire il vento, tanto che l'avvicinamento più classico, se ci sono le condizioni, è di bolina con vele fileggianti all'avvicinarsi a lui..come per la presa di gavitello
ma se gli vai di sopravento, lo vedi, ti ci avvicini e scarrocciarci sopra (naturalmente con mare e vento, altirmenti parliamo di niente...) è un attimo
naturalmente IMHO
mi riquoto: il rischio maggiore, secondo me, è l'allontanamento causato dalla enorme differenza di velocità.
se mi cade in mare con andature dal traverso in giù, noi ci allontaniamo rapidamente e se ammainiamo, ci mettiamo in cappa, accendiamo motore, etc, continuiamo a derivare molto più rapidamente del MOB. Poi ci impiegheremo molto tempo a risalire il vento. Per questo penso che dobbiamo anzitutto evitare di scadere rispetto all'uomo. La manovra di recupero poi è un'altra storia.
ma è solo uno spunto di discussione...
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
adesso che sono sobrio, posso anche discutere...
ma tu in barca puoi risalire il vento, tanto che l'avvicinamento più classico, se ci sono le condizioni, è di bolina con vele fileggianti all'avvicinarsi a lui..come per la presa di gavitello
ma se gli vai di sopravento, lo vedi, ti ci avvicini e scarrocciarci sopra (naturalmente con mare e vento, altirmenti parliamo di niente...) è un attimo
naturalmente IMHO
20-05-2009, 02:14
L’uomo a mare: il vero primo problema è vederlo, il secondo è trovarlo, se non lo si vede più.
La teoria del membro dell’equipaggio che non lo perde mai di vista difficilmente funziona, per molti motivi, per esempio perché quando si nomina la vedetta il tipo in acqua è già in là un pezzo, poi perché basta staccare un secondo gli occhi, per esempio per reggersi o per girarsi a rispondere “è là”, e non lo si ritrova più.
Ne consegue che il tempo passa e se il tipo non ha il giubbetto per lui diventa dura.
Ecco la prima priorità: non cadere e se proprio si vuol volare in acqua, mettersi il giubbetto.
Io trovo utili queste soluzioni: c’è un tipo di giubbetto che quando si attiva, uno dei due compartimenti comprende una specie di asta IOR che gonfiandosi si alza di un metro sul pelo dell’acqua, ed è un bell’aiuto.
Altra cosa che trovo utile è la ciambella a Jo-Jo, con la cima arrotolata intorno, che però funziona solo così: cima galleggiante (bella lunga) per un capo fissata alla ciambella e arrotolata, per l’altro capo fissata alla boetta che resta sul suo supporto a scatto; lanciando la ciambella la cima si srotola, viene in tensione e sgancia la boetta, alla quale e fissato un altro pezzo, bello lungo, di cima galleggiante al quale è fissata l’asta IOR. Il secondo pezzo di cima da il tempo di lanciare l’asta senza arrestare la corsa della ciambella e della boetta.
In mare si stende così un complessivo formato da: la ciambella, X metri di cima, la boetta, altri X metri di cima, l’asta.
Il tutto deriva verso il tipo in acqua più velocemente di quanto derivi lui e se nel frattempo si è iniziata la virata si forma anche una sorta di curva nelle cime che, con un po’ di fortuna, abbracciano il naufrago.
Provare per credere.
Ma è bene provare tutta la manovra almeno due o tre volte anche per capire cosa succede, ma non quando il mare è un olio, lì è facile, quando c’è un bel movimento, allora si capisce bene.
A bordo la mia gente, di giorno, si infila in tasca, o al collo o nel costume, un fischietto e se lo tiene sempre appresso, anche quelli sdraiati a prendere il sole o sotto a trafficare; se rinfresca un po’ tutti si mettono il giubbetto e si legano. Di notte, oltre al fischietto ognuno si mette in tasca una torcetta stagna (le stroboscopiche sono già legate ai giubbetti) e non la molla nemmeno quando va al cesso.
Sarà poco, ma è già qualcosa.
Sul come fermare la barca le variabili sono molte, prima tra tutte il timoniere, secondo l’equipaggio, terzo la barca, quarto le condizioni, e così via.
In aggiunta è raro che si siano fatte delle prove in condizioni serie.
Sono spesso con equipaggio turistico, per cui personalmente la prima cosa che farei, avendola provata, è mandare a collo il fiocco mentre mollo il resto e accendo il motore se c’è gente ad ammainare bene, se no lascio sbattere, tanto è solo rumore; esperimenti in proposito hanno dato esito positivo e le istruzioni date a bordo sono in tal senso.
Se fossi sotto spy filerei per occhio, mollerei la randa ed accenderei; se c’è gente a raccogliere lo spy bene, se no mollerei tutto il resto e lo lascerei andare (spy se ne possono comprare altri, amici no).
Tirato sotto bordo il malcapitato. Issare a bordo un peso morto non è semplice, anche in più persone (sempre provare per credere), per cui le mie draglie si possono mollare sganciando due pellicani, ed un robusto moschettone tiene il wang al piede dell’albero: sganciando il quale ed agganciandolo alla cintura, al giubbetto o ad un penzolo passato sotto le braccia del malcapitato, il wang diventa un discreto paranco a quattro fili; e questo è stato un motivo sufficiente a giustificare il mio wang in tessile.
Io credo anche che, piuttosto che spogliare il tizio tentando di tirarlo a bordo, per poi magari perderlo, e non avendo altre alternative, sia meglio passargli due cappi intorno ai polsi e tirarlo su, meglio con i polsi slogati che annegato (non ho provato, ma lo farò quanto prima)
Riguardo ai vari marchingegni, validissimi se sempre pronti all’uso e con gente che li sappia usare, tutto quello che non si riesce a prendere, armare ed usare in uno o due minuti, teli, vele, ammennicoli vari, che magari devono essere anche recuperati in qualche gavone, ed il cui uso non è d’immediata intuizione anche al novizio, rischiano di peggiorare la situazione: a mollo, impauriti, stanchi, magari feriti o svenuti, i minuti sembrano ore a tutti, e sia chi è in acqua che chi è a bordo, si abbatte e si scoraggia facilmente.
Ma la miglior cosa è provare: in molti modi ed in molte situazioni.
Un esempio per tutti: provando ho scoperto che in acqua, levandosi gli stivali, rovesciandoli in modo che si svuotino e si riempiano d’aria, e tenendoli in mano capovolti galleggiano ed aiutano un po’ a stare a galla.
Queste sono le mie opinioni, assolutamente personali, frutto di esperienza e non necessariamente condivisibili.
La teoria del membro dell’equipaggio che non lo perde mai di vista difficilmente funziona, per molti motivi, per esempio perché quando si nomina la vedetta il tipo in acqua è già in là un pezzo, poi perché basta staccare un secondo gli occhi, per esempio per reggersi o per girarsi a rispondere “è là”, e non lo si ritrova più.
Ne consegue che il tempo passa e se il tipo non ha il giubbetto per lui diventa dura.
Ecco la prima priorità: non cadere e se proprio si vuol volare in acqua, mettersi il giubbetto.
Io trovo utili queste soluzioni: c’è un tipo di giubbetto che quando si attiva, uno dei due compartimenti comprende una specie di asta IOR che gonfiandosi si alza di un metro sul pelo dell’acqua, ed è un bell’aiuto.
Altra cosa che trovo utile è la ciambella a Jo-Jo, con la cima arrotolata intorno, che però funziona solo così: cima galleggiante (bella lunga) per un capo fissata alla ciambella e arrotolata, per l’altro capo fissata alla boetta che resta sul suo supporto a scatto; lanciando la ciambella la cima si srotola, viene in tensione e sgancia la boetta, alla quale e fissato un altro pezzo, bello lungo, di cima galleggiante al quale è fissata l’asta IOR. Il secondo pezzo di cima da il tempo di lanciare l’asta senza arrestare la corsa della ciambella e della boetta.
In mare si stende così un complessivo formato da: la ciambella, X metri di cima, la boetta, altri X metri di cima, l’asta.
Il tutto deriva verso il tipo in acqua più velocemente di quanto derivi lui e se nel frattempo si è iniziata la virata si forma anche una sorta di curva nelle cime che, con un po’ di fortuna, abbracciano il naufrago.
Provare per credere.
Ma è bene provare tutta la manovra almeno due o tre volte anche per capire cosa succede, ma non quando il mare è un olio, lì è facile, quando c’è un bel movimento, allora si capisce bene.
A bordo la mia gente, di giorno, si infila in tasca, o al collo o nel costume, un fischietto e se lo tiene sempre appresso, anche quelli sdraiati a prendere il sole o sotto a trafficare; se rinfresca un po’ tutti si mettono il giubbetto e si legano. Di notte, oltre al fischietto ognuno si mette in tasca una torcetta stagna (le stroboscopiche sono già legate ai giubbetti) e non la molla nemmeno quando va al cesso.
Sarà poco, ma è già qualcosa.
Sul come fermare la barca le variabili sono molte, prima tra tutte il timoniere, secondo l’equipaggio, terzo la barca, quarto le condizioni, e così via.
In aggiunta è raro che si siano fatte delle prove in condizioni serie.
Sono spesso con equipaggio turistico, per cui personalmente la prima cosa che farei, avendola provata, è mandare a collo il fiocco mentre mollo il resto e accendo il motore se c’è gente ad ammainare bene, se no lascio sbattere, tanto è solo rumore; esperimenti in proposito hanno dato esito positivo e le istruzioni date a bordo sono in tal senso.
Se fossi sotto spy filerei per occhio, mollerei la randa ed accenderei; se c’è gente a raccogliere lo spy bene, se no mollerei tutto il resto e lo lascerei andare (spy se ne possono comprare altri, amici no).
Tirato sotto bordo il malcapitato. Issare a bordo un peso morto non è semplice, anche in più persone (sempre provare per credere), per cui le mie draglie si possono mollare sganciando due pellicani, ed un robusto moschettone tiene il wang al piede dell’albero: sganciando il quale ed agganciandolo alla cintura, al giubbetto o ad un penzolo passato sotto le braccia del malcapitato, il wang diventa un discreto paranco a quattro fili; e questo è stato un motivo sufficiente a giustificare il mio wang in tessile.
Io credo anche che, piuttosto che spogliare il tizio tentando di tirarlo a bordo, per poi magari perderlo, e non avendo altre alternative, sia meglio passargli due cappi intorno ai polsi e tirarlo su, meglio con i polsi slogati che annegato (non ho provato, ma lo farò quanto prima)
Riguardo ai vari marchingegni, validissimi se sempre pronti all’uso e con gente che li sappia usare, tutto quello che non si riesce a prendere, armare ed usare in uno o due minuti, teli, vele, ammennicoli vari, che magari devono essere anche recuperati in qualche gavone, ed il cui uso non è d’immediata intuizione anche al novizio, rischiano di peggiorare la situazione: a mollo, impauriti, stanchi, magari feriti o svenuti, i minuti sembrano ore a tutti, e sia chi è in acqua che chi è a bordo, si abbatte e si scoraggia facilmente.
Ma la miglior cosa è provare: in molti modi ed in molte situazioni.
Un esempio per tutti: provando ho scoperto che in acqua, levandosi gli stivali, rovesciandoli in modo che si svuotino e si riempiano d’aria, e tenendoli in mano capovolti galleggiano ed aiutano un po’ a stare a galla.
Queste sono le mie opinioni, assolutamente personali, frutto di esperienza e non necessariamente condivisibili.