Siamo arrivati 437 esimi, ma ervamo con una coppia di amici con cui non avevamo mai navigato insieme e siamo partiti mezzora dopo il colpo di cannone per evitare di dover fare le 'sportellate'. Poi ci siamo tenuti sempre alla larga dalla mischia
A me quel pozzetto mediterraneo con il timoniere cosi esposto mette paura. Parimenti mi mette una buona quantita' di paura la barra su un 43' con l' intenzione di girare il mondo magari a latitudini un po lontane dall' equatore (sia ben chiaro: 'a me mette paura' e' una considerazione personale, so benissimo che si sono fatte navigazioni che io mi sogno in condizioni assai meno buone, pero' io personalmente non lo farei). Quanto al resto.. bisognerebbe vederla
. Di sicuro e' molto interessante il prezzo a cui e' proposta, forse gli interni sono un po... sterili. Chiara la praticita', pero' il mogano o il teak sono un' altra cosa.
Seaworthness piuttosto che seakindness (si dice così?). Per certi versi mi ricorda l'Este 40.
Forse è la parte - suppongo di marketing - del
'giro del mondo' che ci ha fregato. Il 'giro del mondo' negli appassionati di vela apre una quarta dimensione, lo sai: se avessi detto tosta, resistente ed anche divertente, forse non avresti dato false impressioni iniziali.
Anche se l'idea di affrontare un sogno antico, come il giro del mondo, con idee linee e materiali nuovi, è molto affascinante, nella mia immaginazione partirei con un Oyster, o al massimo con un Island Packet o HR, ma non di meno (almeno sui sogni non mi limito
).
Sarebbe bello vederla pubblicizzata in un giro vero del mondo, riportando tutte le avventure vissute su di un sito web, oppure in un rolex middle sea race, o in una regata di classe per altura...Altura, come il giro dell'Irlanda ed Inghilterra, casomai timonata da Nannini o Di Benedetto
.
Comunque, sopra tutte le mie chiacchiere,
COMPLIMENTI
Citazione:LorenzoL ha scritto:
Siamo arrivati 437 esimi, ma ervamo con una coppia di amici con cui non avevamo mai navigato insieme e siamo partiti mezzora dopo il colpo di cannone per evitare di dover fare le 'sportellate'. Poi ci siamo tenuti sempre alla larga dalla mischia
a me non pare 'na strunzata',
segue la 'filosofia' dei francesi,
velocità = sicurezza.
E poi mi sembra bella !.
Aspetto da Lorenzo un pò di dati
sulle prestazioni.
Bravi e complimenti
Il pozzetto aperto è comodissimo quando all'ancora. Quando si naviga si può utilizzare una reta da pesca bella tesa oppure stiamo facendo una chiusura dello specchio di poppa che al bisogno diventi una passarella.
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Per quanto riguarda le barre la barca con due timoni semicompensati ha la barra molto leggera. In ogni caso la scelta delle barre è personale e non c'è nessun problema a montare le ruote.
Però la mia personale opinione è quando si naviga veramente si usa sempre il pilota automatico, per cui conviene avere la semplicità delle barre e un buon pilota automatico con pistone idraulico montato sull'asse e bussola giroscopica.
Per gli interni abbiamo badato alla praticità della vita a bordo ed al peso.
Quando abbiamo fatto il giro del mondo 10 anni fà, con un tradizionale Vand de Stadt 34 in acciao si iniziavano ad incontrare i francesi che con barche simili, in sandwich o in compensato marino ed epossidica, raccontavano di velocita fantastiche per noi che avevamo barche dislocanti e che ci sembrava di andare forte quando facevamo 7 nodi.
Le barche citate da Bradipo sono ottime barche ma sono estremamente pesanti:
L'Oyster 46 pesa 17200kg 120mq SV, l'Island Packet 46 pesa 14500kg con 106mq di SV e l'HR 42 12500kg con 101 mq di SV
Il che significa che vanno con vento forte, ma con venti deboli vanno a motore.
Inoltre essendo dislocanti nella navigazione tipica degli alisei vento in poppa e onda di 3- 4 metri rollano e la vita a bordo non è troppo confortevole.
Quindi la scelta di dire che il Walkabout43 è adatta per il giro del mondo non è una scelta di marketing, ma frutto di tante riflessioni che ci hanno portato verso questo tipo di carene che con l'aliseo e le onde oceaniche planano: se provate a guardare i video che si trovano su Youtube delle barche plananti si vede che nella navigazione in poppa con onde notevoli la barca non rolla, perchè scivola sulle onde.
Ho diemticato un'immagine
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Citazione:LorenzoL ha scritto:
Il pozzetto aperto è comodissimo quando all'ancora. Quando si naviga si può utilizzare una reta da pesca bella tesa oppure stiamo facendo una chiusura dello specchio di poppa che al bisogno diventi una passarella.
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Per quanto riguarda le barre la barca con due timoni semicompensati ha la barra molto leggera. In ogni caso la scelta delle barre è personale e non c'è nessun problema a montare le ruote.
Però la mia personale opinione è quando si naviga veramente si usa sempre il pilota automatico, per cui conviene avere la semplicità delle barre e un buon pilota automatico con pistone idraulico montato sull'asse e bussola giroscopica.
Per gli interni abbiamo badato alla praticità della vita a bordo ed al peso.
Quando abbiamo fatto il giro del mondo 10 anni fà, con un tradizionale Vand de Stadt 34 in acciao si iniziavano ad incontrare i francesi che con barche simili, in sandwich o in compensato marino ed epossidica, raccontavano di velocita fantastiche per noi che avevamo barche dislocanti e che ci sembrava di andare forte quando facevamo 7 nodi.
Le barche citate da Bradipo sono ottime barche ma sono estremamente pesanti:
L'Oyster 46 pesa 17200kg 120mq SV, l'Island Packet 46 pesa 14500kg con 106mq di SV e l'HR 42 12500kg con 101 mq di SV
Il che significa che vanno con vento forte, ma con venti deboli vanno a motore.
Inoltre essendo dislocanti nella navigazione tipica degli alisei vento in poppa e onda di 3- 4 metri rollano e la vita a bordo non è troppo confortevole.
Quindi la scelta di dire che il Walkabout43 è adatta per il giro del mondo non è una scelta di marketing, ma frutto di tante riflessioni che ci hanno portato verso questo tipo di carene che con l'aliseo e le onde oceaniche planano: se provate a guardare i video che si trovano su Youtube delle barche plananti si vede che nella navigazione in poppa con onde notevoli la barca non rolla, perchè scivola sulle onde.
CONFERMO, uno spettacolo...
Ma il consiglio di 'pubblicizarla' con un giro del mondo (il secondo), non è niente male.
PS
I file rhino non me li dai manco se giuro che me li guardo solo per 'diventare cieco', vero???
Saluti, e spero di passare a vedervi a ravenna...
Ciao Eulero
David Reard mi taglia le mani se facco circolare i file Rhino!!
Se vi organizzate in 6-8 persone potremmo fare un uscita ADV, magari scegliendo una giornata ventosa ci si diverte un po'
Citazione:LorenzoL ha scritto:
... tante riflessioni che ci hanno portato verso questo tipo di carene che con l'aliseo e le onde oceaniche planano ... con onde notevoli la barca non rolla, perchè scivola sulle onde.
Quindi barca votata agli Oceani !
Approfitto della tua disponibilità per domande 'da neofita': suppongo che si studino anche le linee di prua per affrontarle, le onde;
In questo caso cosa avete scelto?
La prua è stata una scelta obbligata dalle linee posteriori?
Anche la scelta del materiale mi sembra intelligente: non esagerare con i nuovi materiali compositi, difficili casomai da reperire dappertutto. Anche questa è stata una scelta mirata: facile reperimento del materiale per eventuali riparazioni?
Le linee di carena le ha fatte il progettista, David Reard (
http://www.davidreard.com) e noi ci siamo fidati della sua esperienza.
Comunque credo che le linee di una barca planante siano tali da garantire una spinta verticale all'aumentare della velocità. E' questa spinta che fa 'uscire' lo scafo dall'acqua e gli permette di scivolare.
La scelta di utilizzare per parte del composito un materiale come il compensato marino è stata dettata sia per mantenere i costi a livelli accettabile sia per non avere uno scafo troppo rigido che in navigazione tende a 'risuonare' e ad essere poco confortevole.
Per le riparazioni basta avere a bordo qualche chilo di resina epossidica (esiste anche un tipo che catalizza sott'acqua), un po' di tessuti ed un flessibile (con l'inverter) e si riescono a fare riparazioni anche in un atollo deserto.
La barra a me piace molto e concordo nello spirito di abbinarle un bel pilota automatico potente. La poppa aperta incute una paura più 'psicologica' che reale (sempre secondo me); Non mi piace molto l'idea di una passerella a mo' di chiusura, la trovo troppo bassa. Piuttosto perchè non utilizzare il castello dietro la struttura che ospita la zattera per tirare una doppia fila per parte di draglie?
P.s. La struttura di cui sopra può essere definita 'battagliola'?
Mi permetto solo una parola: MERAVIGLIA!
Vorrei approfittare della discussione per capirne un po' di più.
Premesso che da tempo mi sto informando e documentando in previsione di un ipotetico, futuro giro del mondo, sto cercando di capire quali devono essere le caratteristiche di una barca adatta a questa impresa.
Per ora tendo di più verso barche più tradizionali in acciaio o in alluminio, ma anche la soluzione del Walkabout è interessante e presenta lati positivi da valutare.
In merito alla solidità del materiale, ho letto che in queste navigazioni capita di subire urti contro oggetti (tronchi, barriere coralline cercando di entrare dalle passe ecc.)
Tutto ciò mi aveva fatto preferire le barche in metallo, però ora leggo che anche quelle costruite come il walkabout possono vantare una resistenza pari a quelle che ho citato prima.
Mi daresti qualche informazione in più su questo aspetto ?
Altro dubbio, peraltro già espresso da qualcuno è sul pescaggio. Non limita un po' nelle navigazioni alle latitudini tropicali ?
Citazione:Messaggio di KEKKUL
Dislocamento leggero 7100 kg
Dislocamento a pieno carico 9500 kg
cosa include il dislocamento a pieno carico ?
la barca parte da 7 tonnellate leggero, se ne aggiungono 2.5 per il pieno carico, cosa c'è dentro il 'pieno carico' ?
ciao bv
E' vero che la paura della poppa aperta è psicologica, però devo ammettere che la possibilità di scivolare e finire fuori bordo c'è, se come adesso, ci sono solo delle draglie in spectra. Quindi l'idea della chiusura, è proprio quella di avere una barriera solida in basso.
Ho lasciato cinque centimetri per fare uscire l'acqua nel caso si dovesse imbarcare un onda.
Rispetto alla scelta dei materiali per la costruzione questa è una tabella tratta da «Matériaux composites», Editions Loisirs Nautiques, Erik Lerouge che confronta il peso di un ipotetico pezzo di 1 mq di scafo a parità di resistenza per i vari materiali
Polyestere monolitico : 13,5 kg/m2 (alternanza di mat e tessuti roving spessore 7,7 mm, rinforzo ogni 500 mm)
Sandwich schiuma PVC -vetro : 9,1 kg/m2 (schiuma PVC spessore 15 mm + tessuti di vetro quadriassiali laminati in epossidica, spessore totale : 19,3 mm)
Sandwich nido d'ape carbonio : 3,6 kg/ m2
(15 mm nido d'ape + carbonio pre-impregnato in epossidica, spessore totale 16,3 mm)
Compensato marino : da 10,5 à 13 kg/m2 secondol'essenza del legno utilizzato (15 mm laminato con epossidica, spessore totale 16 mm)
Strip-planking : 10,9 kg (15 mm di cedro rosso + vetro triassiale laminato in epossidica, spessore totale : 18,3 mm)
Alluminio : 13,7 kg (lamiera de 4 mm, longarone a T ogni 450 mm)
Acciao : 28,9 kg (lamiera da 3 mm, longarone a T ogni 340 mm)
Si può vedere che i metalli escono male dal confronto! L'acciao, che nel senso comune risulta il materiale più robusto, appare ultimo nella classifica.
Nel mio caso, quando abbiamo scelto l'acciao come materiale per la costruzione della barca con cui abbiamo fatto il giro del mondo credo che la componente psicologica sia stata preponderante. Non avevamo esperienza e l'idea di navigare all'interno di un guscio di acciaio ci aiutava a superare le ansie e le insicurezze.
Del giro che ho fatto pescando 2.15 invece di 1.8mt non sarei entrato nella passe di Manihi (Tuamotu) e in un passaggio all'interno della laguna di Bora Bora. Considerando che la Polinesia è piena di atolli non è un problema così grande e io prefirisco andare un po' meglio di bolina e pesare un po'meno.
Il dislocamento leggero include 2 persone di equipaggio ed l'attrezzatura per navigare. Il pieno carico include i serbatoi pieni, 8 persone di equipaggio cambusa etc..
Se ricordo bene il pieno carico è il valore utilizzato per fare i calcoli di stabilità.
Grazie Lorenzo per le spiegazioni
Mindbomb, non tanto psicologiche sono le secchiate d' acqua che ti puoi prendere se le onde, putacaso, non vengano da prua
e la fatica a stare esposti si fa sentire sicuramente di piu. Dopo di che Lorenzo e' verissimo, il pozzetto cosi e' comodo all' ancora (molto!) ed e' altrettanto vero che col pilota automatico si supplisce spesso e bene, pero' per quelle volte nelle quali non si vuole o non si puo la *mia preferenza personale* e' per un pozzetto piu chiuso, parlando di quel vento in poppa e onda d' aliseo che menzionavi... secchiate ne ho prese che basta, con un pozzetto forse meno aperto ma altrettanto arretrato.
Io non ho ancora provato, ma chi ha navigato parecchio con barche simili mi ha detto che con l'aliseo in poppa la barca va forte e resta molto in superfice ed è molto improbabile che un onda salga da poppa.
A me con il vecchio Walkabout, (Van de Stadt 34 in acciao) in 4 anni è capitato solo due volte di imbarcare un'onda da poppa e tutte due le volte alla fine di una burrasca, con il vento che si stava calmando e con una forte corrente contraria alle onde.
Credo che il vero pericolo quando si naviga con gli alisei siano le onde anomale che arrivano da sud- sud est nell'emisfero sud e da nord - nord est in quello nord. Queste onde possono essere molto potenti, se ci sono burrasche grosse alle alte latitudini, e può capitare che rompano sul fianco dello scafo. In questo caso io preferisco avere un pozzetto aperto che si svuoti immediatamente.
Ciao Lorenzo,
stavo per fare un giro su internet per cercare tutte le foto ed i dati della barca, ma poi ho pensato che posso chiederli direttamente a te!
Puoi postare un bel reportage fotografico ed i dati tecnici su questo post? dopo potrebbe pure essere convertito in una scheda che finisca su 'sezione barche'.
Saluti
Giù
Ciao Lorenzo,
non ero ancora entrato nella discussione sul Walkabout 43 che mi ha segnalato Spooky - Massimo perchè conosce la mia passione per le barche di Reard.
Non ero a conoscenza che ci fosse qualcuno come voi che si era appassionato e aveva addirittura costruito il suo 43 piedi in Italia! complimenti
!
Riguardo a chi ha fatto commenti sulla robustezza si vada a leggere ciò che scrive Reard a proposito della costruzione in compensatocomposito sul suo sito. Potete anche non crederci ma secondo lui è più robusto del ferro e dell'alluminio. Io ci credo anche perchè conosco molto bene il materiale.
I progetti di Reard per me sono i più bei progetti a spigolo attualmente in circolazione.
Reard viene Minitransat e aveva il cantiere Bepox dove produceva la serie di barche con questo nome fino al 9 metri.
Ha un 38 piedi che con 25 nodi di vento ner ha raggiunti 18. Reard da quello che so sostiene che le barche ha vela di oggi debbano avere vicino al 50% di zavorra nel bulbo e debbano andare sopra ai 10 nodi di velocità. Con i moderni materiali e linee d'acqua questo è non solo possibile ma lo fai anche in sicurezza
!
Lorenzo prima o poi mi toccherà venirti a trovare!
La mia barca è l'antesignana di questi concetti.
PS. a proposito se decidi di fare qualche lunga RXT, RCR, MSR se hai bisogno di equipaggio sono disponibile!