***maremma ho cliccato su 'Anteprima' e ha tirato fuori tutta sta roba lunghissima, vabbo ormai è fatto
ciao S13,
yep tutto ok, stesso metodo, dati diversi messi dentro dati diversi tirati fuori
Aggiungo giusto qualche considerazione personale.
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Messaggio inserito da sailor13
Ho applicato le nuove misure fornite da Dapnia alla formula del carico verticale sulle lande usata da Rob, con risultati un pò diversi. Ricordo la formula: La forza verticale sulle lande è data dalla formula: Tf= RM30° x 1,5 / (0,5x dist. landa-centro albero) x il fattore di sicurezza (da 2,25 a 3)
DAlle tabelle il RM30° per una barca di 8,25 al galleggiamnto è fra 2074 e 3457 Kg/m, mentre la distanza landa-centro albero è 1,17 m. sviluppiamo la formula e applichiamo un fattore di sicurezza di 2,5. Avremo quindi come risultato 6649 in un caso e 11080 nell'altro.
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a mio parere, visto che dal pdv logico il carico iniziale *di riferimento* da cui poi si derivano i dimensionamenti è quello indicato dalla formula, non introdurrei il coefficiente di sicurezza adesso ma calcolerei solo il carico di riferimento
CR = 1.5 x RM30 / d
d= 1.17
CR1=1.5 x 2074 / 1.17 = 2659
CR2=1.5 x 3457 / 1.17 = 4432
perché ? perché con il carico di riferimento dimensioni le sartie (che avranno un loro coefficiente di sicurezza, alcuni testi lo mettono diverso anche fra sartia e sartia), le lande (che avranno un loro proprio coefficiente di sicurezza, maggiore rispetto a quello delle sartie), arridatoi e compagnia. Se introduci subito il coefficiente di sicurezza delle sartie, poi quando devi fare le lande devi ridividere per il CS sartie e rimoltiplicare per il CS lande. Il risultato è evidentemente lo stesso (moltiplica CR1 e CR2 per il tuo CS di 2.5 e si ottengono i tuoi dati), pero' dal pdv logico mi sembrerebbe meglio introdurlo dopo. Comunque non cambia nulla.
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Applicando alla alta il 45% del carico e alla bassa il 55% avremo nel primo caso 2992 e 3656 (sartia alta 7 e bassa 8) e nel secondo 4986 e 6094 (alta e bassa da 10 mm)(CR del cavo da 7 mm 3550 Kg, da 8 4640 Kg, da 10 7250 Kg).
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Applico le tue proporzioni 45/55 sempre ai due miei carichi di riferimento
1)2659 --> 1196 e 1462
2)4432 --> 1994 e 2437
(per dire, in un testo suggeriscono di calcolare prudenzialmente la proporzione di carico 45% e 65%, che evidentmente dà una somma 110% superiore al valore di riferimento totale trovato)
Giusto per precisare per tutti visto che siamo in tanti : questi sono i carichi di riferimento di lavoro statico.
Prendendo la barca in acqua calma (anzi le due barche con i due RM e le misure id cui sopra), tirando l'albero di lato per farle sbandare fino a 30° e misurando la tensione sulle sartie sopravento, si puo' ipotizzare che i valori rilevati in realtà siano in qualche modo legati a quelli statici che abbiamo determinato.
Per sapere viceversa quali possono essere i carichi reali in situazione dinamica, quando la barca viene presa da una raffica, quando c'è mare di traverso e la barca rolla, quando insomma si verificano accelerazioni in tutti i sensi, ebbene bisognerebbe fare delle ipotesi su quali siano questi movimenti, numerizzarli. Ebbene si vede che l'incertezza che c'è nell'attribuire un valore piuttosto che un altro porta a grosse differenze di determinazione dei carichi: saranno senz'altro valide se sono valide le ipotesi, sulle quali pero' difficile trovare chi ci mette la mano sul fuoco. Insomma è un po' come sparare con un fucile a trombone pieno di chiodi per beccare un bersaglino piccino piccio'.
Per farla breve nei metodi empirici di disegno (come questo RM e gli altri) si usano dei coefficienti di sicurezza per i quali l'esperienza ha mostrato che le sartie non si strappano.
A questo punto per recuperare il ritardo con te devo applicare anch'io i coefficienti di sicurezza.
Anche qui, non ci sono strade univoche, si trova il tuo 2.5, altre volte magari 3 o 3.5, diciamo tutti ugualmente validi.
Non rifaccio i conti ma chiaro con 2.5 tornano gli stessi valori che hai dato tu.
Stabilite le sezioni, si verifica soprattutto per la sartia alta lunga circa il doppio della bassa quale sia l'allungamento, quanto se ne possa tollerare e infine se il precarico richiesto è tollerabile.
Quello che mi stupisce come diceva dapnia è che i carichi di rottura dei cavi sono abbastanza diversi da produttore a produttore, chiedo venia quelli che ho usato prima non penso siano giusti li ho trovati in una tabellina scritta a mano e non sono andato a riverificare mi sembrano un po' alti, comunque chiaro l'importante è usare i dati di chi ti fornisce il materiale come fai tu.
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La formuletta di un alberaio neozelandese invece suggerisce in questo caso per alta, bassa e strallo il 100% del dislocamento e per il paterazzo l'85%, moltiplicati poi per un fattore correttivo di 0,7.
Quindi per un dislocamento di 9000 kg abbiamo un carico di 6300 kg su strallo, alte e basse, e di 5355 Kg sul paterazzo: tutte da 10 mm.
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Interessante, non l'avevo mai vista prima. Annotata, grazie
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Per chi può essere interessato, ho visto diverse segnalazioni per il libro 'Principles of Yacht Design by Larsson & Eliasson', vi farò sapere se è valido.
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yep è bello. La determinazione dell'alberatura viene fatta secondo il Nordic Standard (che penso sia l'unico standard che parli di alberi, almeno fino a qualche anno fa), che parte sempre dal RM30 e va un po' più sullo specifico .
Tanto per dire (ce l'ho sotto gli occhi), come carichi di rottura dell'1x19 lui mette (in N)
7mm 40900
8mm 53500
10mm 69100
Poi c'è l'altro metodo a cui avevo accennato: dato che in condizioni di equilibrio a 30° di sbandamento, il momento raddrizzante sarà uguale al momento sbandante, conoscendo il piano velico (e anche senza conoscere direttamente RM30) si puo' riuscire a determinare il momento sbandante, che poi viene usato in modo simile. In pratica non si ricalcola RM ma si fanno delle ipotesi sui carichi creati dalle vele e si parte da li'.
Poi ci sono metodi più analitici a elementi finiti che a dire il vero (a detta di chi sviluppa i programmi) per alberature standard a una due tre crocette danno risultati sostanzialmente simili a quelli dei metodi tradizionali.
Quale sia il migliore ? Non si sa, in genere si usano tutti per effettuare proprio delle valutazioni incrociate dei risultati trovati, per ridurre il gradi di approssimazione complessivo.
Un'altra applicazione della bella espressione di Olin Stephens (credo) sulla 'spirale di progetto', si gira, si gira attorno al risultato finale, facendo correzioni via via più piccole, avvicinandocisi sempre di più.
Sarebbe bello, visto che dapnia ha cosi' tanti dati, decorticare all'indietro un po' tutto il progetto per vedere come tutto quanto (non solo l'albero) sia legato: dal tipo di dislocamento, alla determinazione della superficie velica, al tipo di stabilità, eccetera, insomma ricostruire all'indietro le scelte che ha fatto all'andata il progettista. Oltre ad essere stimolante, permette anche di conoscere meglio la bestiaccia sulla quale si galleggia in mare.
Approfitto anch'io per ringraziare tutti, sono belle discussioni