Citazione:seacube ha scritto:
Citazione:mammallauro ha scritto:
... posto una foto esplicativa delle ammine ...
Quelle non sono ammine che per la cronaca non sono dure, non sono chiare e basta acqua e sapone per rimuoverle.
Come dicevo, QUI siamo abituati a spiegare....
Quando la resina viene applicata a temperature fuori range, l'utilizzo, e/o in condizioni di elevato tasso di umidità, può apparire sulla superficie un effetto collaterale della reazione di reticolazione.
Questo può manifestarsi come un “opalescenza grigiastra”, come riduzione della brillantezza e come strato lucido e cerato o ancora come strato di cristalli bianchi o a macchie.
In alcuni casi, potrebbe non essere visibile a occhio nudo. Tuttavia, a contatto con l’umidità o acqua, le aree rivestite possono presentare dei segni biancastri opachi.
La comparsa di questi segni può essere evidenziata durante il processo di reticolazione o anche al termine di questo.
Sebbene l’essudato sia inizialmente idrosolubile, in molti casi non scompare facilmente ripulendolo con l’acqua, i diluenti o i solventi. Spesso, può essere rimosso soltanto a secco o con la carteggiatura a secco a completamento del processo di reticolazione del legante.
L’imbianchimento e la velatura sono due processi leggermente differenti fra loro. Il primo a volte viene inteso come comparsa di macchioline d’acqua, per condensazione dell’umidità sulla superficie del rivestimento durante il processo di reticolazione; a volte, l’umidità può avere origine dal substrato poroso e si manifesta con macchie biancastre o lattiginose, come effetto velato e può causare la perdita di brillantezza nei pigmentati.
L’annebbiamento o lisciviazione, in un certo senso, è un effetto diverso dall’imbianchimento; infatti, questo ha luogo quando una certa quantità di condensa causa la migrazione dei composti idrosolubili verso la superficie.
Quando l’umidità evapora i componenti lisciviati appaiono sulla superficie come depositi collosi.
Un grave effetto di imbianchimento o di velatura causa anche delle irregolarità superficiali significative accentuando l’effetto di imbianchimento superficiale.
Quali sono gli effetti di questi due fenomeni?
L’imbianchimento e la velatura sono difetti superficiali che devono essere rimossi solo se il manufatto rimane a vista in quanto causano una scarsa ritenzione della brillantezza, perdita del colore progressiva (ingiallimento), cattiva sovraverniciabilità e adesione interstrato.
Il più importante di questi effetti è la ridottta sovraverniciabilità, vale a dire l’adesione insufficiente di un rivestimento successivo del sistema dovuta alla modificazione della tensione superficiale.
Quali sono le cause dell’imbianchimento e della velatura?
L’imbianchimento e la velatura sono il risultato di reazioni chimiche. Il componente chimico del sistema basato sul legante della resina che causa questi due effetti è il reticolante.
Le ammine primarie a basso peso molecolare sono tipicamente igroscopiche e tendono a reagire con il biossido di carbonio dell’atmosfera e con l’umidità per formare il carbammato di ammonio.
Gli strati macchiati che compaiono su alcuni sistemi a legante di resina sono dati in grande misura dai sali di ammonio (bi)-carbonati, in base al tipo ed alla formulazione del sistema legante, i composti amminici sulla superficie si combinano in varia misura con CO2 (biossido di carbonio) e l’acqua nell’aria umida per formare gli idrati di carbonato amminico.
Il risultato evidente delle reazioni collaterali sopraddette è che le ammine si dissolvono, pur dovendo reagire con i gruppi leganti.
Di conseguenza, non tutti i composti possono reagire con il reticolante, risultando così una reticolazione incompleta.
Quali fattori intervengono principalmente?
Esistono vari fattori che giocano un ruolo importante nel determinare i due effetti. Tuttavia, sono due i fattori che influenzano la formazione del carbammato o carbonato, vale dire l’umidità e la velocità di reazione dell’ammina con il biossido di carbonio relativo alla velocità di reazione ammina-epossidica.
L’umidità dell’aria cambia continuamente e può variare da un’ora all’altra anche in aree di dimensioni relativamente limitate come quelle di un capannone, Figuriamoci all'aperto. Se la temperatura del substrato diminuisce al di sotto del punto di rugiada, l’umidità dell’aria condensa sul substrato.
L’imbianchimento e la relativa velatura dipendono dalla reazione di un reticolante amminico con l’umidità e/o il biossido di carbonio dell’aria. Infatti, l’ammina in questione deve reagire con la resina epossidica piuttosto che con l’umidità o il biossido di carbonio. È evidente che l’imbianchimento o la velatura possono accentuarsi nel caso in cui la velocità di reazione trsina-ammina sia rallentata.
Temperatura
Con il diminuire della temperatura la velocità di reazione della ammina con la resina diminuisce in modo significativo. Empiricamente, per ogni riduzione di 10°C della temperatura di reticolazione, velocità di reazione si riduce di un fattore pari a circa 2. La riduzione della velocità di reticolazione della reazione epossi-ammina lascia alle ammine primarie più tempo per evaporare sulla superficie e per subire reazioni alternative. Durante questo periodo, se l’ambiente è umido o freddo, la reazione dell’ammina con il CO2 e l’acqua ne risulta favorita determinando la formazione degli effetti ell’imbianchimento e della velatura.
L'induritore gioca un ruolo importante in entrambi gli effetti e si correla direttamente alla struttura dell’ammina. Le ammine ciclo alifatiche a basso peso molecolare, sono per lo più igroscopiche e presentano una elevata pressione vapore.
Questa tipologia di prodotti presenta una forte tendenza all’imbianchimento ed alla velatura.
Tipo di resina
L’imbianchimento o la velatura si formano con molta probabilità nei sistemi che presentano una velocità rapida di reticolazione.
La reazione resina-ammina non è determinata soltanto dalla eattività dell’indurente (ammina).
ma anche dalla reattività della resina epossidica. Per ridurre il fenomeno dell’imbianchimento e della velatura, è bene evitare l’impiego dei componenti delle resine che riducono la reattività.
In condizioni di reticolazione entro limiti molto ristretti ma con probabilità ancora molto elevate di formazione di carbammato/carbonato è possibile prendere un’ulteriore precauzione.
Una volta che l’indurente e il componente resina sono stati miscelati, inizia la reazione di polimerizzazione chimica.
Quanto più procede la reazione di polimerizzazione, tanto minori sono le probabilità che avvenga una reazione fra l’ammina e il biossido di carbonio e l’umidità dell’ambiente circostante.
Ciò avviene miscelando i singoli componenti e lasciando il tutto a riposo nel miscelatore prima dell’applicazione. I tempi
di pre-reazione, spesso noti come tempi di induzione, fanno reagire una quantità elevata di ammine libere (le più reattive) migliorando la compatibilità fra il componente resina ed il reticolante.
Si deve tenere conto che la reazione non procede subito; per l’applicazione dello strato deve rimanere il tempo sufficiente.