il gelcoat se correttamente formulato non diviene piu' permeabile con il tempo, ma solo con l'azione dei raggi uv e sottoposto a cicli gelo disgelo....
le ragioni della cosiddetta osmosi e' proprio quella dello studio inglese come scrissi in un lungo post che pero' non ritrovo piu, il fenomeno dipende da composti ancora liberi in matrice o da eccessi di acelleranti o di catalizzatori e relativo assorbimento di acqua
tutte le resine assorbono acqua, sia le poliestere che le epossidiche, solo che alcune lo fanno in misura minore di altre
purtroppo le poliestere anche se di varia natura, non sono mai componibili con quantitativi stechiometrici perfetti (principalmente per la volatilita' dello stirene o di altro monomero utilizzato) inoltre, abbisognando di catalizzatori che non si inattivano nella reazione, la situazione peggiora...quindi tutte le poliestere sono aggredibili dal fenomeno ma non e' detto che siano danneggiate da esso
la differenza e' che l'osmosi si manifesta nei casi di relative grandi quantita' di composti igroscopici residuali, se le quantita' sono basse non si verifica la bolla ma puo' registrarsi un'anomala percentuale di umidita' spesso presente a chiazze
solo i sistemi epossidici possono dare poliaddizioni prive di radicali, ma questo avviene se correttamente impiegate e post curate
comunque i componenti eventualmente ancora reattivi non sono espansivi e non provocano il fenomeno
togliere dall'acqua e' del tutto ininfluente
:)scusami poliestere ma non ho capito. Se tutte le resine assorbono, assorbiranno di più quanto più a contatto con l'acqua (e si asciugheranno di meno), o no? e l'influenza della temperatura sul processo?
polimeri prego
si l'assorbimento delle resine non e' come quello di un materiale da costruzione, non si saturano d'acqua, in pratica esse assorbono quantita' percentuali in peso, molto basse a partire dal punto di contatto con il liquido verso l'interno del solido,
per chiarire in pratica: quando si fanno le prove di assorbimento si assiste ad un assorbimento maggiore nei primi giorni, fino allo stabilizzarsi dopo qualche mese per rimanere pressoche' invariato nei lunghi periodi (naturalmente a parita' di condizioni, pressione e temperatura dell'acqua)
la temperatura calda soprattutto aumenta di molto l'assorbimento d'acqua per questo le prove di assorbimento per simulare tempi piu' lunghi avvengono generalmente in acqua bollente
:)grazie POLIMERI
e scusami comunque per l'errore. Ma a questo punto è ipotizzabile che nel tempo si possano saturare più zone con caratteristiche differenti, perchè magari una barca grande può darsi che abbia zone a lavorazione non precisamente contemporanea?
Grande polimeri
BV(e Auguroni!... visto che ti si legge di rado)
Citazione:Leonardo696 ha scritto:
E' logico che se ho una giornata a 35°C secca, riesco a far si che la VTR si asciughi, ma se ho un a giornata sempre a 35°C con umidità all'80%, la VTR non si asciuga
Devo avere aria secca, asciutta, solo così l'acqua contenuta nella VTR, riesce ad andarsene disperdendosi nell'aria
Dopo che ho iniziato questa discussione, sono andato a cercare nei miei documenti vecchi di anni ammassati in una soffitta, gli incartamenti relativi ai trattamenti anti osmosi che ho seguito
Il primo è del 1982, ho preso in esame tutti quelli di cui sono riuscito ad avere i dati sull'andamento dello stato dell'opera viva, fino a dieci anni di distanza da quando il lavoro è stato fatto
Su 283 scafi, circa il 65% è stato trattato in atmosfera controllata, di questo 65%, il 93% a distanza di dieci anni non ha mai avuto problemi osmotici, il restante 7% ha manifestato qualche bolla, su una superficie pari mediamente, al 5% della carena
Il restante 35% degli scafi, che sono stati trattati in atmosfera libera, ha avuto problemi di osmosi a livelli medio alti, nel 78% dei casi
Un caso?
Io non credo
Ho cominciato a studiare l'osmosi nel 1980, quando mi capitò casualmente nelle mani una nota di alcune compagnie assicuratrici inglesi, in tutti questi anni mi sono consumato i neuroni per mettere insieme tutto quello che trovavo, notizie tecniche che a volte sembravano contraddirsi e capirci
Molte volte mi sono trovato davanti a situazioni inspiegabili, in cui realmente non ci si capiva niente e solo con analisi chimiche approfondite si è riusciti a chiarire, ma di una cosa sono certo: mettere lo cafo in condizioni di atmosfera controllata, mi accorcia drasticamente i tempi di asciugatura e mi da una garanzia di riuscita negli anni, vicina al 100%
Non parliamo di differenza tra estate e inverno, ma tra estate e primavera o inizio autunno; è fuor di dubbio che con temperature di 8/10°C, non mi asciuga niente
Tra una giornata primaverile o autunnale a 18/20°C e umidità del 40% ed una estiva a 35°C e umidità dell'80%, scelgo senza ombra di dubbio la prima
Capito.
Grazie e ciao.
Riprendo la discussione perché anche io sono indeciso su cosa fare. Inverno in secca o no?
Il mio è un So 33i, costruito quindi in infusione sottovuoto, che dovrebbe assicurare una minore probabilità di sviluppare osmosi, esperienze in merito?
Concordo con chi dice che quando mettono la barca in secca, se l'invaso non è fatto bene e il cantiere poco serio, capita quello che è successo a me quando ho fatto carena, 2 dei 4 puntoni dell'invaso mi avevano deformato la vtr, proprio perché la barca era stata invasata male e su un terreno non pianeggiante. Pensate a quante barche restano così per mesi o per anni, pensate ai danni che subiscono.
Credo che la lascerò in acqua e tra 2 anni (ora ho la cupron plus e credo che mi duri un paio d'anni) farò la coppercoat, faccio bene?
Non amo la barca a terra. È vero che si asciuga ma quando viene rimessa in acqua tutto torna come prima in 10 minuti.
Non esistono nei cantieri invasi perfetti. Ne ho visti a 4 puntoni, a 6 puntoni. Ma è impossibile calibrare in modo perfetto lo scarico del peso in chiglia e sulle fiancate.
La barca è costruita per distribuire il proprio peso in acqua su tutta la superficie dello scafo e la deriva zavorrata deve lavorare appesa.
Provate a girare per un cantiere affollato, durante l'inverno, con occhio attento. Sarà molto facile vedere bozzi provocati dalla chiglia (poco carico sulle fiancate) o sulle fiancate dai puntoni.
A bordo, per quanto il rimessaggio sia fatto ad opera d'arte, qualche pagliolo che ballonzola e qualche anta di un mobile che chiude male sono il sintomo di una barca poco o tanto deformata.
Secondo me una carena costruita bene o trattata a dovere, con barca il più possibile in acqua, è la migliore soluzione.
A meno che non si tratti di una asciugatura pre-trattamento epossidico. Ma questa è un'altra storia.
(16-09-2014 07:43)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Riprendo la discussione perché anche io sono indeciso su cosa fare. Inverno in secca o no?
Il mio è un So 33i, costruito quindi in infusione sottovuoto, che dovrebbe assicurare una minore probabilità di sviluppare osmosi, esperienze in merito?
Concordo con chi dice che quando mettono la barca in secca, se l'invaso non è fatto bene e il cantiere poco serio, capita quello che è successo a me quando ho fatto carena, 2 dei 4 puntoni dell'invaso mi avevano deformato la vtr, proprio perché la barca era stata invasata male e su un terreno non pianeggiante. Pensate a quante barche restano così per mesi o per anni, pensate ai danni che subiscono.
Credo che la lascerò in acqua e tra 2 anni (ora ho la cupron plus e credo che mi duri un paio d'anni) farò la coppercoat, faccio bene?
A lasciarla in acqua fai benissimo le barche fuori dall'acqua si deformano ed il problema dell'osmosi è indipendente dal fatto che la barca resta fuori o in acqua, se la barca è stata laminata male comunque avrai l'osmosi
Perfetto, farò così allora....e poi l'infusione dovrebbe essere ancor più una sicurezza. Giovedi passerò in un paesino del cilento e vi fotograferò una barca a vela su invaso con i puntoni che hanno sfondato la carena,una vera tristezza.
Grazie per le risposte
Per citare altri guai, un paio di anni fa credo, a Lignano qualche barca con la bora è venuta giù dall'invaso.
Questa primavera ho fatto il trattamento epossidico preventivo dopo diversi mesi di permanenza sull'invaso (per lo più da proprietario precedente) Ho dormito spesso a bordo e con bora a 25 nodi sulla fiancata le vibrazioni facevano paura.
(16-09-2014 09:36)Luciano53 Ha scritto: [ -> ]Non amo la barca a terra. È vero che si asciuga ma quando viene rimessa in acqua tutto torna come prima in 10 minuti.
Quindi: se anche la barca ha iniziato a manifestare le prime bolle di osmosi, tanto vale lasciarla in acqua? Tirandola fuori non si rallenta il processo e/o "guadagna" tempo?
Secondo me si meglio lasciarla in acqua
Effettivamente l'osmosi si presenta se la barca presenta delaminazioni o difetti di costruzione. In teoria, sela barca non ha difetti e non viene mai messa in secco, non prenderà mai l'osmosi. Invece, ogni volta che si fa alaggio, anche per pochi giorni, lì possono verificarsi problemi, perché la vetroresina subisce dei piccoli, medi o grandi traumi a seconda dell' accortezza utilizzata dal cantiere. Se la barca ha difetti di costruzione, l'osmosi si presenta da subito, anche dopo un solo anno di mare.
Comunque viva l'alluminio!
(16-09-2014 15:20)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Effettivamente l'osmosi si presenta se la barca presenta delaminazioni o difetti di costruzione. In teoria, sela barca non ha difetti e non viene mai messa in secco, non prenderà mai l'osmosi. Invece, ogni volta che si fa alaggio, anche per pochi giorni, lì possono verificarsi problemi, perché la vetroresina subisce dei piccoli, medi o grandi traumi a seconda dell' accortezza utilizzata dal cantiere. Se la barca ha difetti di costruzione, l'osmosi si presenta da subito, anche dopo un solo anno di mare.
Comunque viva l'alluminio!
Lascia perdere.....altri problemi ed anche grossi
Bah, ne dicono tante sull'alluminio, ma onestamente mi zio ha avuto prima un ovni e poi un cigale 14 e mai alcun problema