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Versione completa: a che serve un amperometro??
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Citazione:Frappettini ha scritto:
è uno strumento utile, non indispensabile, ma utile.

concordo. E' molto utile. permette di vedere immediatamente l'assorbimento delle utenze di bordo, ed, eventualmente, consente di fare un calcolo abbastanza preciso sulla durata della batterie. Inoltre rileva eventuali piccole dispersioni (eg. spegni tutto e c'è ancora assorbimento). Per quello che pesa e per quello che ci vuole per istallarlo, direi che ne vale la pena.
.. dimenticavo
questo è quello di casa mia

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a che serve ?
a godere quando segna 000 Tongue


scherzi a parte ho una presa di stacco per collegare un generatore d'emergenza .. e quindi per verificare i carichi in emergenza
Citazione:alx ha scritto:
Citazione:dapnia ha scritto:

Lo shunt non misura nulla.

Non ho tempo e voglia per spiegare, su Wiki alla voce shunt c'è tutto.
Certo un minimo di elettrotecnica la si deve masticare, ma è molto chiaro.Blush

Per es.

Uno shunt, chiamato a volte anche derivatore di corrente, è una resistenza elettrica che devia attraverso di sé una parte più o meno consistente della corrente circolante in un circuito principale a cui è posto in parallelo. L'entità della corrente deviata dipende dal valore resistivo (in ohm) dello shunt rispetto al circuito in parallelo.

Una tipica applicazione dello shunt si ha nella misura di correnti elettriche, per estendere la capacità di un amperometro

Una soluzione che rende la misura indipendente dalla resistenza interna dello strumento consiste nell'avere questa molto elevata rispetto a quella dello shunt, in modo che la corrente totale Itot sia praticamente uguale a Is. Ciò si può realizzare in pratica usando al posto dell'amperometro un voltmetro, che altro non è se non un amperometro ad alta impedenza. In tale caso, supponendo che la corrente circoli tutta nello shunt, la tensione misurata ai suoi capi è data dalla legge di Ohm.


Eccetera.

come funziona lo shunt lo so, quello che non capisco e' perche posizionandolo tra la batteria e la distribuzione negativa non dovrei essere in grado di avere una variazione di tensione misurabile con l'amperometro, applicando carichi e ricariche variabili... e non riesco a vedere dove la tua puntualizzazione sull'entrata/uscita si applichi a questo contesto.

Tra l'altro ho ritrovato degli schemi sul libro 'L'Apparato elettrico di bordo' di Serafini che utilizzano proprio questa configurazione.

Comunque grazie lo stesso per il tempo che mi hai potuto dedicare, leggo sempre con molto interesse i tuoi interventi.



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Sono sempre in giro e anche se riesco a leggere il più delle volte non ho modo di scrivere, inoltre non ho molto tempo da dedicare al forum, che è anche lento, per questo mi sono molto più comodi l’e-mail, che riesco a leggere anche in mezzo al mare.
Per concludere l’argomento banalizzo al massimo i concetti per chiarire nella maniera più semplice ciò che intendevo dire.
Non mi sembra il caso di discutere di schemi puntuali, calcoli, formule, e sottigliezze al riguardo, che sarebbero un puro esercizio accademico non avendo elementi precisi su cui elaborare un progetto.
Immaginiamo due schemi molto banali e l’utilizzo di amperometri digitali.

Il primo a destra è molto semplice, a carico singolo o così assimilabile e per questo tipo d’impianto va bene tutto, si può shuntare e misurare anche sul negativo.
Se però si mette l’amperometro nella posizione 2, esso misurerà solo il carico in ingresso e non quello in uscita, se si applica nella posizione 1 (solo uno strumento digitale perché un analogico non misura i carichi negativi), l’amperometro misurerà correttamente la corrente in uscita a generatore spento, mentre a generatore in funzione e con qualche utilizzatore in funzione, l’amperometro indicherà invece la somma algebrica tra ingressi e uscite. In più, essendo l’alternatore munito di regolatore di carica che sente lo stato della batteria ed eroga di conseguenza, l’amperometro indicherà una misura relativa e non di immediata interpretazione, sulla quale si deve ragionare per capire la situazione.

Quello a sinistra rappresenta una situazione più reale e comune a molte barche e nemmeno delle più complesse: differenti sistemi di ricarica, banchi batterie diversi, circuiti e assorbimenti sezionati.
Tralascio tutta la parte elettronica e di controllo specifico e faccio solo notare che non sarebbe corretto mettere uno o più amperometri sul negativo.
Per avere la misura corretta delle correnti di ricarica basta un solo amperometro sull’ingresso del ripartitore; mentre per avere la misura degli assorbimenti delle varie sezioni, serve un amperometro per ogni linea.
Su impiatni semplici le stesse indicazioni di massima si possono ottenere con uno o più volmetri, sempre indispensabili e da installare prima di pensare a metterci pure degli amperometri.
E concludo sostenendo che non è possibile (è rischioso) fare un discorso generale che si adatti a tutte, o molte situazioni, ogni impianto ha le sue caratteristiche e alla base di tutto c’è la domanda che io rivolgo sempre per prima: “Cosa vuole fare e che risultato ottenere?”.
In più su impianti di barche usate delle quali l’attuale proprietario della barca sa poco e dei quali non ha, non dico schemi, specifiche e disegni, ma nemmeno indicazioni molto precise, prima di dire occorre vedere e ragionarci su dal vivo.
Citazione:dapnia ha scritto:

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Sono sempre in giro e anche se riesco a leggere il più delle volte non ho modo di scrivere, inoltre non ho molto tempo da dedicare al forum, che è anche lento, per questo mi sono molto più comodi l’e-mail, che riesco a leggere anche in mezzo al mare.
Per concludere l’argomento banalizzo al massimo i concetti per chiarire nella maniera più semplice ciò che intendevo dire.
Non mi sembra il caso di discutere di schemi puntuali, calcoli, formule, e sottigliezze al riguardo, che sarebbero un puro esercizio accademico non avendo elementi precisi su cui elaborare un progetto.
Immaginiamo due schemi molto banali e l’utilizzo di amperometri digitali.

Il primo a destra è molto semplice, a carico singolo o così assimilabile e per questo tipo d’impianto va bene tutto, si può shuntare e misurare anche sul negativo.
Se però si mette l’amperometro nella posizione 2, esso misurerà solo il carico in ingresso e non quello in uscita, se si applica nella posizione 1 (solo uno strumento digitale perché un analogico non misura i carichi negativi), l’amperometro misurerà correttamente la corrente in uscita a generatore spento, mentre a generatore in funzione e con qualche utilizzatore in funzione, l’amperometro indicherà invece la somma algebrica tra ingressi e uscite. In più, essendo l’alternatore munito di regolatore di carica che sente lo stato della batteria ed eroga di conseguenza, l’amperometro indicherà una misura relativa e non di immediata interpretazione, sulla quale si deve ragionare per capire la situazione.

Quello a sinistra rappresenta una situazione più reale e comune a molte barche e nemmeno delle più complesse: differenti sistemi di ricarica, banchi batterie diversi, circuiti e assorbimenti sezionati.
Tralascio tutta la parte elettronica e di controllo specifico e faccio solo notare che non sarebbe corretto mettere uno o più amperometri sul negativo.
Per avere la misura corretta delle correnti di ricarica basta un solo amperometro sull’ingresso del ripartitore; mentre per avere la misura degli assorbimenti delle varie sezioni, serve un amperometro per ogni linea.
Su impiatni semplici le stesse indicazioni di massima si possono ottenere con uno o più volmetri, sempre indispensabili e da installare prima di pensare a metterci pure degli amperometri.
E concludo sostenendo che non è possibile (è rischioso) fare un discorso generale che si adatti a tutte, o molte situazioni, ogni impianto ha le sue caratteristiche e alla base di tutto c’è la domanda che io rivolgo sempre per prima: “Cosa vuole fare e che risultato ottenere?”.
In più su impianti di barche usate delle quali l’attuale proprietario della barca sa poco e dei quali non ha, non dico schemi, specifiche e disegni, ma nemmeno indicazioni molto precise, prima di dire occorre vedere e ragionarci su dal vivo.

ciao dapnia, grazie per l'esposizione, chiarissima ed esauriente. Sono perfettamente d'accordo che non esista una soluzione universale, ed infatti avevo premesso qual'e' la mia configurazione e cosa mi aspettavo di ottenere dall'amperometro.
In effetti, il mio impianto si avvicina molto di piu' a quello semplice di destra che non all'altro:
ho solo il banco servizi (2 batt. 80ah AGM in parallelo), il motore e' un fuoribordo ad avviamento manuale con un piccolo alternatore da 10a, sto montando un pannellino fotovoltaico con regolatore ed ho un caricabatterie a tre fasi. tutti i negativi convergono in un nodo di distribuzione che e' a sua volta collegato al polo negativo della batteria, ed e' su questo tratto che pensavo di installare lo shunt (con strumento digitale + e -). L'obiettivo e' quello che indichi come somma algebrica di consumi e ricariche, in modo da poter valutare, in un dato momento, come sto usando gli impianti e se sia il caso di intervenire per preservare l'autonomia.
Ma questa, come giustamente hai sottolineato, e' cio' che serve a me, e non indica una soluzione generale.
2 anni fa' ho comprato un amperometro digitale (anche costosetto) dove, in teoria, potevo leggere quanta energia avevo ancora disponibile nelle/nella batterie/a. Mi sarebbe infatti piaciuto sapere quanto tempo avevo, prima di scaricarle del tutto, e riamere senza energia per accendere il motore. Quando mi arrivo' la scatola con lo strumento (anche bello), con il famoso Schunt ed uno schema di collegamento, valuati il tutto, ma vista la mia ignoranza in materia ho lasciato perdere e la scatola e' ancora in barca da qualche parte.
Ma ora che ho letto tutte le discussioni ho capito tutto, andro' in barca, prendero' il mio prezioso strumento, e.... lo mettero' in vendita su Ebay !!Smile
..ma per mia colpevole ignoranza, ...non perche' poco esaurienti le disussioni
sulla mia ho questo e mi trovo bene:
http://www.kenixmarine.com/items/item823.htm
Una cosa è sicura, evitare di usare un normale tester come amperometro per correnti anche non elevate (basta guardare la sezione dei cavi dei puntali per rendersi conto che le specifiche dello strumento sono decisamente 'gonfiate').
Non parlo ovviamente di strumenti professionali.
Citazione:mckewoy ha scritto:
Citazione:kermit ha scritto:
Sono contrario ai generatori, ma tu sei un caso a parte SmileSmile, e mi vedo costretto per l'amicizia a consigliarti un Honda

grazie, anch'io odio i rumori molesti ma vorrei conservare il loop generatore>batteria>avviamento senza sovrapposizioni.

intendo affiancare una batteria agm da un centinaio di Ah come batteria servizi. questa dovra essere ricaricata da un caricabatterie con regolatore. la 220V al caricabatteria la posso avere dalla rete in banchina oppure da un generatorino 4T da qualche centinaio di watt.

ho comodità a raffreddarlo ad acqua che forse viene meno rumoroso.

ne hai mai visti??
L' Ifloat e' perfetto. E' racchiuso in un involucro galleggiante di materiale plastico, lo butti in mare e lo accendi. No rumore no vibrazioni no fumo,niente di niente. L' unico difetto e' che costa 3000 euro, a fronte di un valore di trecento.
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