Citazione:Edolo ha scritto:
Burbareq, potresti documentare questa affermazione:
i produttori di batterie che dichiarano valori di tensione corrispondenti alle percentuali di carica residua della batteria lo fanno in malafede. non mi interessa se si chiamano yuasa, fiamm, enersys, baren o chi per loro: la cosa non ha alcun senso pratico di alcun tipo.
Potresti anche spiegare meglio la cosa dei fusibili, perchè da come hai scritto parrebbe di capire che tu consigli di metterne uno più grande rispetto a quello che i fili possano sopportare, tanto anche un grosso fusibile di fronte ad un corto salterebbe.
Vero che con un corto salterebbe anche quello da 10A, ma con una corrente da 9,9 ed un filo che ne sopporta 5 che fine farebbe il filo? Fonderebbe ovviamente, nella migliore delle ipotesi, potrebbe innescare un incendio nella peggiore. Il tutto per non fare scaldare il fusibile? Forse ho capito male io.
certamente, approfondisco volentieri visto che l'argomento interessa.
non torno piu' in modo diretto sul discorso carica residua / tensione perche' non voglio convincere nessuno: non e' il mio mestiere.
aggiungo solo una cosa, generale: non tutti i carrelli industriali utilizzano batterie da 1200ah a 80v, ovvero smisuratamente grande. la batteria piu' venduta, perche' utilizzata in un'infinita' di transpallet, e' da 160ah a 24v. ovviamente, sono batterie trazione e non avviamento. 160ah a 24v e' sostanzialmente il doppio di 140ah a 12v e si capisce che se una presunta regola non vale neanche di striscio per 160ah a 24v (la prova da fare l'ho descritta e nessuno deve fidarsi: prende la sua brava batteria, la scarica, la lascia li' 8 ore e poi torna a misurarla e vede cosa legge), non puo' valere nemmeno per una batteria grande la meta'. perche' la meta' non e' un duecentesimo, che puo' cambiare il principio fisico di funzionamento.
un condensatore, pur enorme, contiene uno sputesimo dell'energia che puo' contenere la piu' piccola delle batterie usate in barca o in altri settori, per cui il parallelo non regge. tanto piu' che il principio fisico e' molto diverso. detto questo, il discorso per me e' chiuso: ognuno e' libero (e, anzi, deve) di farsi e tenersi la propria opinione. se qualcuno ritiene di voler chiedere qualcosa, io rispondo sempre volentieri.
quanto alle tue domande, andiamo con ordine:
1. la mia affermazione sulla malafede dei costruttori l'ha spiegata alla perfezione iansolo: e' troppo semplificativo dare 10 valori di tensione da far corrispondere a 10 valori di carica residua stimata. sono troppi i fattori che possono spostare significativamente la misura, per cui dare un'indicazione del genere e' fuorviante.
e' talmente vero che nessun produttore di batterie trazione (nate per alimentare servizi e successivamente essere caricate caricate) da' un consiglio del genere. ma non danno neanche indicazioni vaghe o soglie di nessun tipo.
usare il densimetro, quando e' possibile, e' scomodo e pericoloso. a volte non e' nemmeno possibile. quindi ok, l'unica cosa che puoi fare e' leggere la tensione e fare delle stime, ma sono sempre stime 'tanto per', che a parer mio sono da inutili a fuorvianti.
quanto ai fusibili c'e' un aspetto normativo, riportato con grande precisione da iansolo (complimenti, dico davvero) e c'e' un aspetto pratico. al solito le norme e la pratica hanno alcuni punti di contatto e alcuni punti in cui marciano parallelamente ma senza coincidere. chi scrive le norme sa che la gente non le segue e quindi spesso imposta limiti irragionevolmente bassi sapendo che poi ci si prende qualche licenza, restando comunque nel ragionevole. e' un po' come quando la bayer mette negli effetti collaterali dell'aspirina le convulsioni e la morte. sai mai, dovesse capitare loro te l'avevano detto prima.
ho detto spesso, non sempre.
cerco di tenerla corta e di fare un discorso valido in generale, con le eccezioni che ognuno si sentira' di applicare.
i fusibili sono di 3 tipi: ritardati, rapidi ed extrarapidi. il nome suggerisce quanto facciano presto a bruciarsi quando arrivi (o superi) la corrente di rottura. quindi il primo fatto da tenere in considerazione e' che meglio usare un fusibile extrarapido piu' grosso di uno ritardato piu' piccolo. la protezione da cortocircuito te la danno uguale, ma quello grosso si scalda meno e dura di piu'.
tutti i fili di produzione europea sono raccomandati per un carico continuativo non superiore ai 6 ampere (lo dice una norma). quindi prendi un filo da 1mmq, fai passare 6 ampere per 3 giorni in fila e non succede niente.
pero' adesso prendi un filo da 1mmq, fai passare 8 ampere per 3 ore e lo tocchi: lo senti si' e no tiepido. ma non e' che a un filo tiepido si sciolga l'isolante: e' solo che e' tiepido anziche' freddo e che avra' vita un po' piu' corta. non so, 6 anni anziche' 10, 3 anni anziche' 5...
gli isolanti sono di diverse classi che differenziano, tra le altre cose, le diverse temperature di funzionamento e nessun isolante si scioglie o si sbriciola perche' lo porti a 30 o 35 gradi, altrimenti tutte le auto con un amplificatore da almeno 50w rms prenderebbero fuoco la prima volta che accendono la radio.
ora prendi un filo da 1mmq, fai passare 10 ampere per 10 minuti e lo sentirai bello caldo, ma lo terrai ancora in mano e l'isolante continuera' ad essere al suo posto.
non esiste un filo con un isolante tale che con 10 ampere per mmq si scioglie. nessuno, e dico nessuno, in applicazioni industriali dimensiona cavi di potenza in modo che *mai* passino piu' di 6 ampere per mmq, perche' non c'e' modo. non c'e' rame sufficiente, al mondo, per lavorare in questo modo. prendersi delle licenze in tal senso e' necessario.
ci sono altri parametri importanti (primo di tutti la lunghezza del filo), ma io utilizzo dei cavi da 35mmq di sezione, lunghi circa 5 metri, ci faccio passare 400 ampere per una manciata di secondi e quelli si scaldano tra si' e no. e' chiaro che se 400 ampere ci passano per 3 minuti in fila quelli arrivano a 50 gradi, pero' qui entra in gioco il concetto di cortocircuito: il cortocircuito e' un evento violento che vuoi bloccare in tempo rapido. una corrente alta, ma controllata, per lungo tempo e' un discorso differente e le precauzioni che devi prendere sono diverse.
per cui quando tu metti un fusibile da 10 ampere su un filo da 0.75mmq e' vero che *potrebbe succedere* che per qualche tempo passino 6/7 ampere per il filo senza che succeda nulla, ma quando tu fai un corto, il corto fa saltare per aria 'qualsiasi' fusibile. e lo farebbe bruciare pure se fosse da 16.
su un impianto elettronico che puo' erogare 200 ampere, il fusibile si mette almeno da 300 perche' altrimenti fai una stufa: un fusibile da 200 ampere attraverso il quale ne fai passare 150 e' capace di stare sempre a 50 gradi.
tutti i fusibili si scaldano durante l'uso anche se non si bruciano. sono fatti apposta per farlo. se tu hai un filo dove possono passare 4.5 ampere e metti un fusibile da 4.5 ampere, hai seguito alla lettera la norma, sei stato bravo e diligente e sei sicuro che 20 volte all'anno (si fa per dire) dovrai cambiarlo, perche' se assorbi una corrente prossima a quella di bruciatura (o anche fosse solo l'80%) a forza di onde al mascone e vibrazioni da motore acceso, il fusibile si rompe di continuo. un fusibile da 10 ampere, che ti protegge *comunque* da qualsiasi cortocircuito su quel filo, invece, stara' molto piu' fresco e durera' molto di piu'.
ovviamente, perche' tu ti possa prendere la liberta' di mettere un fusibile 'troppo grande' per quel filo, devi anche essere sicuro che non chiederai troppo a quel filo, ovvero che non gli farai passare continuativamente 9 ampere, perche' con quella corrente l'isolante non si scioglie ma invecchia precocemente e tu sul lungo termine rischi di doverlo sostituire e di avere un cortocircuito. che, pero', sara' protetto dal fusibile da 10 ampere.
spero di essere stato chiaro.
ci tengo a ricordare di nuovo che, se le mie considerazioni sulle batterie trovano facile riscontro in molti casi pratici, quanto ai fusibili esprimo un'opinione che come tale dev'essere considerata e valutata.
saluti.
gianni.