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Versione completa: Perdita della chiglia cosa fare
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(26-05-2014 18:11)Trixarc Ha scritto: [ -> ]Però, come nel caso degli sfortunati velisti, in certi mari riuscire solo a galleggiare con il proprio giubbotto non basta.
Non mi risulta Fabrizio, se hai un giubbetto da 150 Nw a galla ci stai.
Durante il corso di sopravvivenza isaf ti butti in acqua con tutta la cerata, stivali, ecc per un po galleggi come una boa poi dopo 5-10 minuti l'acqua ti penetra e butti fuori aria e cominci a diventare pesante, nuotare diventa sempre più difficile, a questo punto l'istruttore ti butta un salvagente e te lo devi mettere in acqua (non è affatto banale....) se ci riesci già stai a posto.

Se sei insieme ad altri dell'equipaggio ci sono delle tecniche per nuotare in trenino e se c'è uno più debole lo si protegge al centro, poi ci sarebbe da provare a ribaltare una zattera che si cappotta con il vento e salirci dentro insomma un conto parlarne un conto provare. Io la prossima volta che faccio il richiamo (scade ogni 5 anni) porto pure mia moglie, se si naviga bisogna assolutamente fare questo corso
[quote='kermit' pid='14674289' dateline='1401120710']
Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.

Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così
[/q

perchè 10 m? non conviene più corto (tipo 2/3 m) in modo che, in caso di caduta fuori bordo, stando più vicini alla barca si può tentare di aggrapparsi?
(26-05-2014 18:18)shein Ha scritto: [ -> ]solo considerando l'ultimo metro dei tuoi 22 avresti ad occhio più di 30 litri di volume che spingono con un braccio di 21,5 metri (metacentro) quindi facciamo 650kg di raddrizzamento (si ok, dobbiamo togliere quella ventina di kg che pesa un metro di tubo d'alluminio e le sartie che passano di lì quindi 630kg)....poi ci sono gli altri 21 metri che spingono con meno leva ma fanno il loro.
Contro l'eventualità rotture basta prevedere più compartimenti stagni anzichè uno unico.
al rumore c'è rimedio (più facile di quello per le drizze che risuonano all'interno).
Contro i raggi UV hanno inventato le calze.
Per l'aerodinamica...bo, un carter esterno in cui farle passare (e così risolviamo pure il problema UV sulle calze che sennò scolorite fanno brutto esi assomigliano un po' tutte)
che ti devo dire shein secondo me non è una soluzione percorribile però nelle costruzioni nautiche ogni modifica che fai ha un costo assurdo ed un albero come dici tu da 22 metri ammesso che si riesca ad ingegnerizzare costerebbe una follia
non saprei, l'avevo detto che era una provocazione Wink però posso dirti che lunghi 10 metri li fanno già (unico compartimento e senza impianto elettrico)
(26-05-2014 18:19)mar.and Ha scritto: [ -> ][quote='kermit' pid='14674289' dateline='1401120710']
Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.

Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così
[/q

perchè 10 m? non conviene più corto (tipo 2/3 m) in modo che, in caso di caduta fuori bordo, stando più vicini alla barca si può tentare di aggrapparsi?
perchè chi sta sotto deve avere 4-5 metri di mobilità (andare in bagno ad esempio), e chi sta sopra si deve muovere agevolmente in pozzetto (altri 3-4 metri).
Comunque in caso di caduta chi sta sotto viene tirato violentemente verso la scaletta ma ha sufficiente possibilita di mettere un collo dove capita e trattenere il malcapitato mentre deve fare del tutto per fermare la barca.
Io le ho suggerito di mollare tutte le scotte e lo stopper della drizza randa senza stare a pensare, poi se ce la fa mi deve staccare l'elastico della scaletta a poppa, se possibile risalgo da solo altrimenti mi tira fuori di forza con un winch, lei sa fare e mi fido ciecamente delle sue capacità
(26-05-2014 18:19)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 18:11)Trixarc Ha scritto: [ -> ]Però, come nel caso degli sfortunati velisti, in certi mari riuscire solo a galleggiare con il proprio giubbotto non basta.
Non mi risulta Fabrizio, se hai un giubbetto da 150 Nw a galla ci stai.
Durante il corso di sopravvivenza isaf ti butti in acqua con tutta la cerata, stivali, ecc per un po galleggi come una boa poi dopo 5-10 minuti l'acqua ti penetra e butti fuori aria e cominci a diventare pesante, nuotare diventa sempre più difficile, a questo punto l'istruttore ti butta un salvagente e te lo devi mettere in acqua (non è affatto banale....) se ci riesci già stai a posto.

Se sei insieme ad altri dell'equipaggio ci sono delle tecniche per nuotare in trenino e se c'è uno più debole lo si protegge al centro, poi ci sarebbe da provare a ribaltare una zattera che si cappotta con il vento e salirci dentro insomma un conto parlarne un conto provare. Io la prossima volta che faccio il richiamo (scade ogni 5 anni) porto pure mia moglie, se si naviga bisogna assolutamente fare questo corso

Intendevo dire che se hai solo poche ore di massima permanenza in acqua... I velisti in questo caso ne avevano addirittura venti, ma sono comunque troppo poche.
(26-05-2014 18:28)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 18:19)mar.and Ha scritto: [ -> ][quote='kermit' pid='14674289' dateline='1401120710']
Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.

Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così
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perchè 10 m? non conviene più corto (tipo 2/3 m) in modo che, in caso di caduta fuori bordo, stando più vicini alla barca si può tentare di aggrapparsi?
perchè chi sta sotto deve avere 4-5 metri di mobilità (andare in bagno ad esempio), e chi sta sopra si deve muovere agevolmente in pozzetto (altri 3-4 metri).
Comunque in caso di caduta chi sta sotto viene tirato violentemente verso la scaletta ma ha sufficiente possibilita di mettere un collo dove capita e trattenere il malcapitato mentre deve fare del tutto per fermare la barca.
Io le ho suggerito di mollare tutte le scotte e lo stopper della drizza randa senza stare a pensare, poi se ce la fa mi deve staccare l'elastico della scaletta a poppa, se possibile risalgo da solo altrimenti mi tira fuori di forza con un winch, lei sa fare e mi fido ciecamente delle sue capacità


ok capito il senso
(26-05-2014 18:29)Trixarc Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 18:19)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 18:11)Trixarc Ha scritto: [ -> ]Però, come nel caso degli sfortunati velisti, in certi mari riuscire solo a galleggiare con il proprio giubbotto non basta.
Non mi risulta Fabrizio, se hai un giubbetto da 150 Nw a galla ci stai.
Durante il corso di sopravvivenza isaf ti butti in acqua con tutta la cerata, stivali, ecc per un po galleggi come una boa poi dopo 5-10 minuti l'acqua ti penetra e butti fuori aria e cominci a diventare pesante, nuotare diventa sempre più difficile, a questo punto l'istruttore ti butta un salvagente e te lo devi mettere in acqua (non è affatto banale....) se ci riesci già stai a posto.

Se sei insieme ad altri dell'equipaggio ci sono delle tecniche per nuotare in trenino e se c'è uno più debole lo si protegge al centro, poi ci sarebbe da provare a ribaltare una zattera che si cappotta con il vento e salirci dentro insomma un conto parlarne un conto provare. Io la prossima volta che faccio il richiamo (scade ogni 5 anni) porto pure mia moglie, se si naviga bisogna assolutamente fare questo corso

Intendevo dire che se hai solo poche ore di massima permanenza in acqua... I velisti in questo caso ne avevano addirittura venti, ma sono comunque troppo poche.
Fabrizio 20 ore se hai attivato l'epirb o il plb sono un'eternità, non posso immaginare che non ti abbiano recuperato prima, se succede ed il segnale c'era è bene che l'autorità competente si prepari a sostenere un bel processo penale per aver ammazzato il povero velista lasciandolo 20 ore in balia delle onde.

Devo precisare che se la temperatura dell'acqua è sotto un certo valore allora significa che sei in area di classe 0 ed allora in condizioni severe dovresti avere nelle dotazioni ed indossare una tuta apposita che una volta messa sembra ti dia una sopravvivenza lunghissima, si dice che si muore per sete, se dovessi andare in atlantico con la mia barca la tuta me la compro, 300 euro spesi bene
(26-05-2014 17:40)shein Ha scritto: [ -> ]come atto preventivo, una domanda provocatoria:
Perchè nessun cantiere propone alberi completamente stagni (tutte le drizze esterne, connettori elettrici appositi, ecc.)?

volendo, un percussore su una bomboletta con un pallone gonfiabile in testa d'albero, si puo' fare in fretta a mettere un pallone di svariate decie di litri di spinta, proprio nel punto di massima leva

come i parabordi in testa d'albero dei catamarani, solo gonfiabile Smile
(26-05-2014 18:39)rob Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 17:40)shein Ha scritto: [ -> ]come atto preventivo, una domanda provocatoria:
Perchè nessun cantiere propone alberi completamente stagni (tutte le drizze esterne, connettori elettrici appositi, ecc.)?

volendo, un percussore su una bomboletta con un pallone gonfiabile in testa d'albero, si puo' fare in fretta a mettere un pallone di svariate decie di litri di spinta, proprio nel punto di massima leva

come i parabordi in testa d'albero dei catamarani, solo gonfiabile
Questa soluzione già mi sembra più percorribile ma va studiata con attenzione perchè se attivata quando non necessario (un scuffia indolore puoi farla..ed i grandi navigatori nel tempo ne hanno fatte a decine) si rischia di spezzare l'albero per eccessiva leva
Andrei a monte di tutta questa interessantissima discussione: mi salta all'occhio quanto sia stupida la normativa che:
a - non solo non ti impone di avere un EPIRB (che praticamente non richiede nessuna preparazione tecnica) ma oltretutto ti obbliga a sostenere un esame che scoraggia la gran parte dei diportisti ...
b - ti impone delle zattere ma non richiede che tu le sappia usare nè che ci sia un sistema sicuro per fissarle e di conseguenza utilizzarle ...

... d'altra parte i cantieri utilizzano questo vuoto di normativa per ... fottersene altamente dei dispositivi di sicurezza, trattati quasi sempre a stregua di "optional aftermarket" di cui si dovrà occupare esclusivamente l'armatore.

... la terza parte in causa è il diportista che, se utilizzasse un dispositivo di sicurezza progettato e montato dal cantiere, in caso di incidente, sarebbe pronto ad intentare cause milionarie proprio nei confronti di quei cantiere che si fossero preoccupati di migliorare la sua sicurezza ...

controsenso + controsenso + controsenso: è così che si muore ...
booohhh, a me l'ombelicale attaccato fra i due membri d'equipaggio non mi piace per niente, in caso di caduta in mare si rischia di ferire anche il membro d'equipaggio che dovrebbe aiutare chi e' caduto.
io mi lego fuori con 4 o 5 metri di cima, mi rendo conto che se cado non allarmo il resto dell'equipaggio (moglie anche nel mio caso)....pero' mi hai dato una buona idea ... cima lunga legata sottocoperta, magari intorno all'albero, passa nel manico di una pentola che se uno cade in mare fa da campana.




(26-05-2014 18:11)kermit Ha scritto: [ -> ]Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.

Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così
(26-05-2014 17:57)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 17:05)lord Ha scritto: [ -> ]Se la zattera fosse in un gavone e barca rovesciata col "piffero" la tiri fuori.
No forse è più facile che andare in tuga a tagliare le cime di una zattera bloccata li. Fatemi conoscere questo rambo che con 50 nodi di vento onde di 10 metri nuota sott'acqua prende il coltello vicino alla chiesuola trova la zattera e taglia le cime...tutto in apnea....sempre ammesso che la zattera non sia stata spazzata via dalle onde qualche ora prima, la maggior parte delle installazioni fai da te che ho visto non resistono a un forza 8-9.

Ciao, sono Rambo.
Dimentico che ho a che fare con dei novelli Moitessier, che neanche perdono tempo a curarsi delle spiegazioni altrui, hanno ben altro da fare loro, che con forza 9 sono lì tranquilli, indecisi se prendere il panino al salame od al prosciutto.
Che sciocco, in tanti anni non ho mai notato il gavone predisposto per la zattera e l'ho messa sulla tuga, ma pensa te.
Forse hai ragione, è meglio piazzare mezzo quintale di zattera in fondo ad un gavone profondo un metro e mezzo. Così è un attimo tirarla fuori.
E va be', come in ogni ambiente anche il mondo della vela ha i suoi arroganti, ce ne faremo una ragione.

Generalmente apprezzo i tuoi interventi, però devo censurare l'assolutismo nell'equiparare la navigazione costiera all'altura estrema, come se onde di 10 metri e barca capovolta siano la norma.
La mia soluzione l'ho data: un navigatore normale, su una barca normale, nella remota ipotesi in cui parta la chiglia di schianto, fa la fine del topo, salvo un colpo di fortuna. Non c'è una procedura da seguire.
Tant'è che gli sventurati del First, che proprio fessi non dovevano essere, sono morti affogati con la zattera ancora lì.
Se non si ha il fantomatico gavone dedicato, presente sul 2% delle barche, meglio avere la zattera in tuga che in fondo ad un normale gavone.

Ora però vorrei conoscere l'Houdini che con 50 nodi di vento, onde di 10 metri, in piena notte quando la chiglia cede di schianto, si trova sott'acqua e sotto la barca, schiacciato dal salvagente, esce e con poche bracciate raggiunge la zattera regolarmente messa nel gavone dedicato, rigorosamente non legata, e ci sale sopra.
Veramente pensi che sia possibile?
Con 20 nodi, in pieno giorno, mare piatto, senza né vestiti, né cinture, né salvagente prova a raggiungere a nuoto un materassino non legato, poi ne riparliamo.

Per non parlare delle zattere che con 50 nodi volano via appena aperte o si bucano perché il vento strappa la tenda arancione o non si aprono proprio perché alla revisione hanno solo messo il timbro senza neanche aprirle.

Dai Kermit, sii realista.
tornando al caso della perdita del bulbo, per dei crocieristi, spesso in equipaggio familiare, la cosa fondamentale per salvarsi da una cosa del genere, e' non perdere il bulbo.....lasciando perdere lame lunghe e sottili, barche superleggere....ect...
Franzdima io non ho fatto un intervento assolutista e dico quello che penso, forse lo dovresti rileggere con calma, non si tratta di capire se ho ragione io o tu diciamo delle cose diverse e forse sappiamo cose differenti.
I gavoni o vano predisposti per la zattera non sono profondi 1 metro e mezzo, ci entra a malapena la zattera, in genere sono messi a poppa ed hanno uno sportello che bascula e non si blocca. Circa la zattera in tuga io ero uno che ce l'aveva sul 411 ma mi dovetti ricredere quando uno che ne sapeva più di me mi ha spiegato perchè non andava bene.

Per il resto rilassati siamo tra amici io non c'ho voglia di polemizzare con nessuno
(26-05-2014 18:57)senzadimora Ha scritto: [ -> ]booohhh, a me l'ombelicale attaccato fra i due membri d'equipaggio non mi piace per niente, in caso di caduta in mare si rischia di ferire anche il membro d'equipaggio che dovrebbe aiutare chi e' caduto.
io mi lego fuori con 4 o 5 metri di cima, mi rendo conto che se cado non allarmo il resto dell'equipaggio (moglie anche nel mio caso)....pero' mi hai dato una buona idea ... cima lunga legata sottocoperta, magari intorno all'albero, passa nel manico di una pentola che se uno cade in mare fa da campana.




(26-05-2014 18:11)kermit Ha scritto: [ -> ]Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.

Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così

Non ho capito, vi legate insieme? Perché?
Se lo facessi io trascinerei in acqua pure la mia metà, pesa molto meno di me.
(26-05-2014 18:44)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 18:39)rob Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 17:40)shein Ha scritto: [ -> ]come atto preventivo, una domanda provocatoria:
Perchè nessun cantiere propone alberi completamente stagni (tutte le drizze esterne, connettori elettrici appositi, ecc.)?

volendo, un percussore su una bomboletta con un pallone gonfiabile in testa d'albero, si puo' fare in fretta a mettere un pallone di svariate decie di litri di spinta, proprio nel punto di massima leva

come i parabordi in testa d'albero dei catamarani, solo gonfiabile
Questa soluzione già mi sembra più percorribile ma va studiata con attenzione perchè se attivata quando non necessario (un scuffia indolore puoi farla..ed i grandi navigatori nel tempo ne hanno fatte a decine) si rischia di spezzare l'albero per eccessiva leva

non ho inventato niente era solo una delle soluzioni proposte con i primi catamarani da crociera decenni fa, poi lasciata perdere non so per quale motivo, magari validissimo (?)
Per quello che ne so io, uno che si trova in mezzo all'atlantico, a 1000 miglia dalla costa, con 5 metri di onda e vento di 50 nodi, ed attiva un epirb, e viene raccolto in 20 ore, ha vinto la lotteria.
(26-05-2014 18:58)Franzdima Ha scritto: [ -> ][

Ciao, sono Rambo.



Ciao Rambo, sei forte quando spari con la calibro 50 ai nemici ma qui hai dato il meglio di te: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .

(sdrammatizziamo un po')
(26-05-2014 19:03)senzadimora Ha scritto: [ -> ]tornando al caso della perdita del bulbo, per dei crocieristi, spesso in equipaggio familiare, la cosa fondamentale per salvarsi da una cosa del genere, e' non perdere il bulbo.....lasciando perdere lame lunghe e sottili, barche superleggere....ect...
ci sono cruiser puri e cruiser racer insomma tu vuoi dire che se a una persona piace regatare ed andare in crociera i cruiserracer non si devono comprare? 1919

Ad ogni modo statisticamente bisogna vedere se hai ragione, secondo me sono più le chiglie perse dai croceristi che dai cruser racer e ci sono svariate ragioni per cui accade questo
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