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Versione completa: Perdita della chiglia cosa fare
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Ludovico (dru) io il corso Isaf l'ho fatto a Genova alla scuola di vela Beppe Croce e si è parlato molto di questo evento. Abbiamo già detto abbastanza delle difficoltà che emergono nell'avere il giubbetto auto gonfiabile che non facilita la possibilità di scavalcare le draglie, è importante quindi pensare ognuno alla propria barca e capire come è fatta per trovare la soluzione migliore e comunicarla all'inizio di una regata/veleggiata nel briefing a tutto l'equipaggio.

Ad esempio per quanto mi riguarda avendo una barca con la poppa aperta ho già modificato le draglie posteriori con due cimette in spectra e semplici gancetti facilmente apribili, nel mio caso suggerirei nel briefing che la via di fuga è a poppa e se sono fortunati se sto al timone io e rimango cosciente avrò già aperto le draglie a poppa.

Sul tipo di moschettone per l'ombelicale si è parlato e sono da evitare quelli a vite.
Riguardo alla zattera io ho un apposito vano proprio sotto i piedi in pozzetto, nel mio caso lasciando i due blocchi aperti quando la navigazione si fa dura tale gavone si apre con la barca capovolta e dovrebbe agevolare l'uscita della zattera, ma come avete giustamente detto non è sicuro che esca anche se è libera ma poiché l'apertura del gavone è verso la parte anteriore c'è buona possibilità di agguantarla da poppa e tirarla fuori. E' importante vincolare con un cimino sia la zattera sia la grab bag alla barca per evitare di perderle tra le onde. Non mi ricordo come sono fatti i tuoi blocchi dei gavoni
(27-05-2014 11:18)bardamu1969 Ha scritto: [ -> ].

posso chiederti due o tre chiarimenti?
salire sullo scafo capovolto... vi hanno spiegato come fare? se può essere opportuno un qualche accorgimento particolare? temo non sia così semplice....

sul fatto degli 80 kg (di zattera) che pesano sull'apertura del gavone. a parte che muovere una zattera in quelle condizioni deve essere davvero difficile, è possibile vincolare la zattera al fondo del gavone con cinghie e chiusure a sgancio rapido?
[/quote]

salire su una barca "dritta" senza scaletta è difficile se non, su alcune barche, impossibile.... una volta c'era un film a riguardo ma non ricordo il titolo. girata, boh non saprei... io penso alla mia, avendo un gradino a poppa forse ci si riesce.

80 kg nell'acqua grazie al principio di Archimede non sono sono piu 80 kg.... il mio gavone è preciso per la zattera....però io non vincolerei nulla... in caso di emergenza sicuro ti dimentichi dei vincoli o non trovi il coltello.... e poi in qiuesto caso sei sott'acqua.... senza maschera...

per quel che riguarda l'immergersi in uno spazio angusto, beh durante il corso isaf, alcuni partecipanti non se la sono sentita....ed eravamo in una piscina.... pensa in mezzo al mare!
io il corso l'ho fatto ad anzio

https://www.youtube.com/watch?v=VzC0v45dQOc

buona visione e....riflessione
Quando disalberai la mia bella, di notte, con vento e mare a metà strada fra il Tino e la Giraglia ho temuto che il movimento alternato dell'albero in acqua e lo scafo potesse procurarci un danno all'opera viva tale da farci colare a picco. Avevo il fondato timore che la barca potesse affondare, ricordo che una delle prima cose che dissi all'equipaggio fù di liberare la zattera e portarla a poppa pronta all'uso.

Cosa intendo? Che se si ha il seppur minimo dubbio che qualcosa possa andare storto (tipo acqua che entra a bordo e non si sa da dove, vibrazioni sospette allo scafo..), la prima cosa da fare è preparare la zattera ad un uso veloce.

Nel caso in cui la deriva ti molli al volo senza preavviso e ti ritrovi in pochi secondi con l'albero appoggiato in acqua credo che si possa fare davvero poco. Dovessi scegliere fra imparare bene bene una metodologia operativa ed avere il sangue freddo improvvisarne una ..mi augurerei mille volte la seconda!
Dopo tutte queste considerazioni, se posso mi compro un Etap inaffondabile !!!!
per la statistica, forse l'unico che ci puo' aiutare e' zerbinati, ma onestamente non credo che siano piu' i cruiser (veri) a perdere la chiglia rispetto ai racer
non e' che con i racer non si possa andare in crociera....e' che come con altre cose, bisogna accettare il rischio.
certo è, che un halberg rassy di quelli vecchi o un ovni il bulbo difficilmente lo perdono21
ripeto che secondo me salvarsi da una situazione estrema come quella e' soprattutto una gran botta di posteriore.
e la scelta su dove posizionare la zattera o altre dotazioni andrebbe presa pensando a problematiche di piu' "semplice" gestione e casistica piu' elevata.


(26-05-2014 19:10)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 19:03)senzadimora Ha scritto: [ -> ]tornando al caso della perdita del bulbo, per dei crocieristi, spesso in equipaggio familiare, la cosa fondamentale per salvarsi da una cosa del genere, e' non perdere il bulbo.....lasciando perdere lame lunghe e sottili, barche superleggere....ect...
ci sono cruiser puri e cruiser racer insomma tu vuoi dire che se a una persona piace regatare ed andare in crociera i cruiserracer non si devono comprare? 1919

Ad ogni modo statisticamente bisogna vedere se hai ragione, secondo me sono più le chiglie perse dai croceristi che dai cruser racer e ci sono svariate ragioni per cui accade questo
nessuno mi pare abbia parlato di come manovrare la barca quando capita una cosa del genere. secondo me, essere allenati e pronti ad orzare quando capita può essere una cosa molto decisiva, così come è decisivo virare/strambare nel caso parta una sartia. Spesso ci concentriamo sul dopo, quando invece potremmo, con prontezza di riflessi, evitare completamente che la situazione degeneri....o comunque prenderci (noi e soprattutto gli altri dell'equipaggio) del prezioso tempo in più per prepararsi al peggio che verrà.
(27-05-2014 12:27)senzadimora Ha scritto: [ -> ]per la statistica, forse l'unico che ci puo' aiutare e' zerbinati, ma onestamente non credo che siano piu' i cruiser (veri) a perdere la chiglia rispetto ai racer
non e' che con i racer non si possa andare in crociera....e' che come con altre cose, bisogna accettare il rischio.
certo è, che un halberg rassy di quelli vecchi o un ovni il bulbo difficilmente lo perdono21
ripeto che secondo me salvarsi da una situazione estrema come quella e' soprattutto una gran botta di posteriore.
e la scelta su dove posizionare la zattera o altre dotazioni andrebbe presa pensando a problematiche di piu' "semplice" gestione e casistica piu' elevata.


(26-05-2014 19:10)kermit Ha scritto: [ -> ]
(26-05-2014 19:03)senzadimora Ha scritto: [ -> ]tornando al caso della perdita del bulbo, per dei crocieristi, spesso in equipaggio familiare, la cosa fondamentale per salvarsi da una cosa del genere, e' non perdere il bulbo.....lasciando perdere lame lunghe e sottili, barche superleggere....ect...
ci sono cruiser puri e cruiser racer insomma tu vuoi dire che se a una persona piace regatare ed andare in crociera i cruiserracer non si devono comprare? 1919

Ad ogni modo statisticamente bisogna vedere se hai ragione, secondo me sono più le chiglie perse dai croceristi che dai cruser racer e ci sono svariate ragioni per cui accade questo
Per quanto ti possa sembrare strano in genere una barca fatta per le regate e sempre meglio costruita di un crocierone
(27-05-2014 13:01)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]nessuno mi pare abbia parlato di come manovrare la barca quando capita una cosa del genere. secondo me, essere allenati e pronti ad orzare quando capita può essere una cosa molto decisiva, così come è decisivo virare/strambare nel caso parta una sartia. Spesso ci concentriamo sul dopo, quando invece potremmo, con prontezza di riflessi, evitare completamente che la situazione degeneri....o comunque prenderci (noi e soprattutto gli altri dell'equipaggio) del prezioso tempo in più per prepararsi al peggio che verrà.


Quando parte una sartia realizzi il fatto quando l'albero ha già toccato l'acqua, è una vera e propria fucilata, non puoi farci niete. Per la deriva non so, toccando ferro non mi è mai capitato ma non credo che la barca te lo dica con anticipo!
(27-05-2014 14:06)France WLF Sailing Team Ha scritto: [ -> ]
(27-05-2014 13:01)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]nessuno mi pare abbia parlato di come manovrare la barca quando capita una cosa del genere. secondo me, essere allenati e pronti ad orzare quando capita può essere una cosa molto decisiva, così come è decisivo virare/strambare nel caso parta una sartia. Spesso ci concentriamo sul dopo, quando invece potremmo, con prontezza di riflessi, evitare completamente che la situazione degeneri....o comunque prenderci (noi e soprattutto gli altri dell'equipaggio) del prezioso tempo in più per prepararsi al peggio che verrà.


Quando parte una sartia realizzi il fatto quando l'albero ha già toccato l'acqua, è una vera e propria fucilata, non puoi farci niete. Per la deriva non so, toccando ferro non mi è mai capitato ma non credo che la barca te lo dica con anticipo!
ovviamente parlavo delle intermedie no delle principali...con quelle giustamente non ci fai nulla...a meno chè non si è di poppa...ma la vedo comunque dura
(27-05-2014 13:01)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]nessuno mi pare abbia parlato di come manovrare la barca quando capita una cosa del genere. secondo me, essere allenati e pronti ad orzare quando capita può essere una cosa molto decisiva, così come è decisivo virare/strambare nel caso parta una sartia. Spesso ci concentriamo sul dopo, quando invece potremmo, con prontezza di riflessi, evitare completamente che la situazione degeneri....o comunque prenderci (noi e soprattutto gli altri dell'equipaggio) del prezioso tempo in più per prepararsi al peggio che verrà.

Non capisco come possa essere utile orzare mentre si stacca la pinna...
Spiega un po'...

Fa pensare l'intervento di Zerbinati: 43 casi seguiti da lui! La costruzione delle barche è proprio degenerata! Smiley6
senti il tonfo, la barca inizia a sbandare più del normale e cosa viene istintivo fare? poggiare! Ed ' la manovra più sbagliata, perchè la deriva finisce di distaccarsi e si finisce, si aumenta la portanza sulle vele e si finisce prima con l'albero in acqua; con una bella timonata all'orza si mettono le vele al vento (quindi niente sbandamento che potrebbe cappottare la barca), magari alla cappa, e la barca resta in equilibrio grazie alla stabilità di carena (che, invece, con le vele che portano non può bastare a tenere la barca stabile).
Senza chiglia non puoi orzare, la barca è ingovernabile. Provate a sfilare la deriva da un laser in bolina ed avrete un'idea. Poi quando si è in navigazione col mare mosso il rumore di una porta che sbatte fa a pensare a tutto fuorché che si sia squarciato lo scafo. Il tempo di capire e ci sono 5000 litri d'acqua e l'albero è a 90°. 22
Dai ragazzi, non c'è una manovra corretta. E' come se in curva in autostrada si becca uno contromano.

Nonostante i plasticoni costruiti non a regola d'arte, non è un incidente che capiti così tanto spesso e, quasi sempre, ci sono state importanti avvisaglie prima del disastro.
Generalmente ci sono stati degli impatti precedenti, retti talmente tanto bene dalla barca che la gente continua a navigare, poi, come osservato da Davide, col tempo l'acqua si infiltra, la chiglia pompa e alla fine strappa tutto.
Però una barca in perfette condizioni che perde la chiglia è un caso più unico che raro e spero che Davide possa confermarlo.

Poi io, da armatore di crocierone, sono il primo a sostenere che queste barche vadano usate per quello che sono, nessuno farebbe mai la Dakar con una Polo, così è errato andarsi a cercare le situazioni da "Orso" con i soliti plasticoni.
Insomma, è tutta prevenzione.
Se si becca una secca e si perde la chiglia di colpo vuol dire che l'acqua è profonda non più di un paio di metri, quindi di lì a poco si tocca.
Se invece la chiglia resta attaccata si dà fondo all'ancora e si valuta il da farsi, raggiungendo il porto più vicino od abbandonando la barca.
E' ovvio che se impatto in Sardegna e voglio tornare in Liguria con 35 nodi di Maestrale per riportare la barca a casa un po' me la sono andata a cercare. 27

Come dicono gli aviatori, poi, la sicurezza assoluta si ha con tutti gli aerei a terra Smiley2
Se vi ricordate ai tempi iniziali dello IOR quando nacquero le pinne,la deriva aveva una forma trapezoidale con la base più lunga attaccata allo scafo e di pinne perse non me ne ricordo. Adesso con la storia dell'ottimizzazione dei flussi,deriva e timone sono esili proprio la dove necessiterebbe maggior dimensionamento. Le lame con il siluro in fondo poi sembrano fatte apposta per " accattare" qualsiasi corpo sommerso e per demolire lo scafo. D'altra parte e' difficile per ognuno di noi non scegliere qualcosa che ti fa andare più veloce. Però di chiglie ballonzolanti e pericolosamente elastiche su barche nuove bisognerebbe non vederne più,e non è vero che costerebbe tanto di più.
jean pierre dick è amico di TestaCuore :-)

"Stavo navigando con le mura a dritta – scrive Jean Pierre – avevo a riva il solent e la randa con una mano di terzaroli. Ero sottocoperta quando c'è stato un improvviso incremento di vento, allora sono uscito per regolare le vele e come sono arrivato in coperta ho sentito un rumore secco e forte." Jean Pierre Dick, forte di una grande esperienza di navigazione, ha capito immediatamente cosa fosse accaduto, sotto di lui, non c'era più la chiglia. Lo skipper ha reagito prontamente. Ha lascato la scotta di randa, rollato il solent, mollato le sartie volanti e fatto scivolare la barca sottovento per prendere un'andatura portante, quindi ha riempito al massimo le casse dei ballast. Così facendo, Dick è riuscito a stabilizzare la barca che rischiava di capovolgersi"...
(http://www.solovela.net/4Daction/Web_pag...a%20corsa)

per chi non lo ricorda, senza chiglia è arrivato a les sables d'olonne.. ed era - quando è successo - tra canarie e azzorreSmile

ok, un imoca ha ballast e una certa stabilità di forma...... ma il principio non è sbagliato, almeno credo.
ma cosa succeda su uno scafo moderno, lascio dirlo a chi ha più esperienza. sarei curioso di sapere cosa ne pensa davide Zerbinati.. o qualche altro professionista
(27-05-2014 16:06)mimita Ha scritto: [ -> ]Se vi ricordate ai tempi iniziali dello IOR quando nacquero le pinne,la deriva aveva una forma trapezoidale con la base più lunga attaccata allo scafo e di pinne perse non me ne ricordo. Adesso con la storia dell'ottimizzazione dei flussi,deriva e timone sono esili proprio la dove necessiterebbe maggior dimensionamento. Le lame con il siluro in fondo poi sembrano fatte apposta per " accattare" qualsiasi corpo sommerso e per demolire lo scafo. D'altra parte e' difficile per ognuno di noi non scegliere qualcosa che ti fa andare più veloce. Però di chiglie ballonzolanti e pericolosamente elastiche su barche nuove bisognerebbe non vederne più,e non è vero che costerebbe tanto di più.

Ecco un uomo che ragiona giustamente!
(27-05-2014 14:51)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Senza chiglia non puoi orzare, la barca è ingovernabile. Provate a sfilare la deriva da un laser in bolina ed avrete un'idea. Poi quando si è in navigazione col mare mosso il rumore di una porta che sbatte fa a pensare a tutto fuorché che si sia squarciato lo scafo. Il tempo di capire e ci sono 5000 litri d'acqua e l'albero è a 90°. 22
Dai ragazzi, non c'è una manovra corretta. E' come se in curva in autostrada si becca uno contromano.

non dimentichiamoci che la barca è normalmente orziera. Senza deriva orza e come!
no.. scarroccia e basta, non ce la fa ad andare all'orza. Sulle derive è così..
(27-05-2014 17:16)France WLF Sailing Team Ha scritto: [ -> ]no.. scarroccia e basta, non ce la fa ad andare all'orza. Sulle derive è così..

Mi sembra giusto, non ha più nulla su cui fare perno per orzare.
scarroccia e basta se sei fermo e vuoi ripartire....ma se hai abbrivio io son convinto che orzerebbe! non ho mai fatot la prova :-D
però tutto va a favore dell'andata all'orza: le vele, lo sbandamento eccessivo che si creerebbe....per cui con una botta di timone si aiuterebbe.
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