Consigli per scotta randa con trasto su tuga
#1
Ciao, mi chiamo Walter, sono nuovo del forum e innanzi tutto voglio salutare tutti.
Possiedo da una stagione un Daimio 24 (cantiere CNSO) del quale io e la mia compagna ci siamo subito innamorati: tanto legno e ottone abbinati ad uno scafo in VTR. Come avrete capito parlo da crocierista, e da questo punto di vista ho un quesito da porvi.
La barca ha il paranco randa 4:1 fissato in pozzetto ed un trasto in legno massello sulla tuga. Ferma restando la maggior funzionalità del trasto quanto più appoppato possibile (ho letto altre discussioni in merito), vorrei capire come posso eliminare la scotta della randa dal (mio piccolo) pozzetto e sfruttare il trasto così come l'hanno montato (se va bene).
Sul boma sono presenti due grossi cavallotti, ad uno dei quali é collegato il vang.
La domanda é: se volessi realizzare un sistema randa con rinvio in pozzetto, sarebbe opportuno utilizzare lo stesso cavallotto del vang per uno dei due bozzelli della scotta?
A breve posterò uno schema con il circuito cui sto pensando.
So che per la crociera e per una barca piccola il trasto potrei pure ignorarlo, ma, dal momento che c'è...
Vi ringrazio anticipatamente per commenti e suggerimenti.
A presto

Walter
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#2
prima che ti belin gli altri fai un salto in welcome a presentarti dicendo anche magari di dove sei . qualcuno risponderà alla tua richiesta....
buona giornata WalterWinkWink
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#3
salve Walter e benvenuto a bordo.

la scotta randa sulla mia barca è sistemata così



[hide][Immagine: 201081815354_IMGP5010red.jpg][/hide]

ciao, Carlo
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



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#4
Citazione:easy221 ha scritto:
prima che ti belin gli altri fai un salto in welcome a presentarti dicendo anche magari di dove sei . qualcuno risponderà alla tua richiesta....
buona giornata WalterWinkWink

Fatto! Grazie Easy
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#5
Citazione:mckewoy ha scritto:
salve Walter e benvenuto a bordo.

la scotta randa sulla mia barca è sistemata così



[hide][Immagine: 201081815354_IMGP5010red.jpg][/hide]

ciao, Carlo

Molto interessante, Carlo, grazie.
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#6

Ecco lo schema del circuito cui pensavo...

[hide][Immagine: 2010818165450_daimio24-trasto02.jpg][/hide]
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#7
io lascerai la scotta dove è, se la tuga non è rinforzata sotto potrebbero esserci le sorprese
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#8
Citazione:hal999 ha scritto:
se la tuga non è rinforzata sotto potrebbero esserci le sorprese

Oh yesss, straquoto!

Anche il boma a sforzarlo più in centro può dare sorprese non piacevoli.

BV
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#9
potrebbe convenire invece, per avere il pozzetto libero, spostare l'attacco della scotta randa all'estrema poppa
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#10
Citazione:wind e sea ha scritto:
potrebbe convenire invece, per avere il pozzetto libero, spostare l'attacco della scotta randa all'estrema poppa
Si ma aumenterebbe molto la tensione sulla scotta che non lavorerebbe più a 90° sul boma
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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#11
Citazione:hal999 ha scritto:
io lascerai la scotta dove è, se la tuga non è rinforzata sotto potrebbero esserci le sorprese

Grazie a tutti per le osservazioni.
In realtà la tuga penso sia stata rinforzata, perchè all'interno della cabina si nota un taglio (opportunamento ri-resinato) appena in corrispondenza del trasto, le cui viti in ottone di fissaggio attraversano la tuga e trovano il dado prigioniero (sempre in ottone) su una contropiastrina in mogano.
Inltre, rifacendo i fori di una plafoniera, ho notato del legno secco tra i trucioli della vtr: probabilmente proviene dall'intercapedine tra tuga e controstampo (ricordate che parliamo di una barca del 1974).
Per il boma il discorso é diverso... in effetti é a sezione tonda da 8-9 cm e forse é un po' debolino da caricare in centro.

Tuttavia come vedreste vang e scotta di randa sullo stesso cavallotto?

Altra ipotesi cui pensavo ieri era di far lavorare la scotta dal trasto all'estremità del boma: che controindicazioni ci sono per un angolo di lavoro così acuto?




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#12
Citazione:Grazie a tutti per le osservazioni.
In realtà la tuga penso sia stata rinforzata, perchè all'interno della cabina si nota un taglio (opportunamento ri-resinato) appena in corrispondenza del trasto, le cui viti in ottone di fissaggio attraversano la tuga e trovano il dado prigioniero (sempre in ottone) su una contropiastrina in mogano.
se ho capito bene, ci sono solo bulloni passanti, inoltre dalla tua descrizione mi sembra che è un lavoro non fatto in origine dal cantiere, ma da un proprietario precedente
normalmente il trasto randa sulla tuga vine posizionato nelle vicinanze di una paratia o simile che trasferisce il sforzo sul scafo
se il tuo disegno della profilo della barca è corretto, tu in corrispondenza del trasto hai le finestre che sono un grande indebolimento della struttura,
su base delle dimensioni dal disegno il carico della scotta sulla tuga sarà 2.5 superiore del attuale, ovvero se con il tuo paranco attuale riesci fare 120 kg (4x30) sul tuga avrai 300 kg
Citazione:Inltre, rifacendo i fori di una plafoniera, ho notato del legno secco tra i trucioli della vtr: probabilmente proviene dall'intercapedine tra tuga e controstampo (ricordate che parliamo di una barca del 1974).
Per il boma il discorso é diverso... in effetti é a sezione tonda da 8-9 cm e forse é un po' debolino da caricare in centro.

Tuttavia come vedreste vang e scotta di randa sullo stesso cavallotto?

Altra ipotesi cui pensavo ieri era di far lavorare la scotta dal trasto all'estremità del boma: che controindicazioni ci sono per un angolo di lavoro così acuto?
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#13
certo che la scotta al centro del pozzetto è una grande iattura ma IMHO è la iattura minore.
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



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#14
e costruire un rollbar sopra l'entrata in cabina?
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#15
Forse la soluzione migliore è sempre quella tanto usata in quel periodo:

[hide][Immagine: 201441211956_trasto.jpg][/hide]

Se non dovesse bastarti il 4:1, aggiungi una regolazione fine per demoltiplicare lo sforzo.
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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