RE: Autopilota Simrad AP24 "ubriaco"
Gli autopiloti (tutti quelli che conosco) hanno una serie di regolazioni che servono ad adattarne le caratteristiche di funzionamento alla specifica barca su cui sono montati, ed una serie di settaggi più fini che servono a farlo funzionare bene in presenza di elementi di disturbo occasionali, come mare al traverso, lunghezza d'onda variabile, vento al traverso e sua influenza in funzione della velatura, ecc...
Mi spiego meglio: caratteristiche specifiche di ciascuna barca come
- velocità
- stabilità intrinseca di rotta (forme di carena)
- sensibilità al moto ondoso al traverso
- efficacia del timone sulla correzione di rotta per un determinato angolo
- rapporto di deriva tra pala timone e sezione trasversale
- velocità di accostata
- ecc...
e poi anche le caratteristiche del sistema di comando del timone, come
- portata della pompa idraulica (se di tipo oleodinamico, ad es.)
- angolo di stallo idrodinamico del profilo della pala timone in funzione della velocità
- ecc...
determinano, tra gli altri, tre parametri fondamentali di funzionamento dell'autopilota:
- l'ampiezza della banda di oscillazione intorno alla prua prefissata,
- la correzione (angolo di barra) apportata istantaneamente per ogni scostamento dalla prua impostata,
- la proporzionalità tra correzione ed oscillazione della prua, per ottenere una tendenza a zero della correzione continua (legge dell'algoritmo di correzione).
Se regolo uno stesso pilota per funzionare bene su una barca planante a motore con piedi poppieri, e poi lo sposto su una barca a vela con chiglia lunga, ovviamente otterrò pessimi risultati.
Se esigo di mantenere una prua fissata, con un delta di tolleranza ridottissimo, e poi incontro un mare con onda corta e ripida al mascone, ad es., il pilota farà continue correzioni violente sull'angolo di barra, stressando il sistema di comando, rallentando la barca e, in definitiva, lavorando male in quella specifica occasione.
Per cui, fatti salvi i controlli già giustamente citati su:
- alimentazione elettrica costante,
- assenza di disturbi magnetici vicino al flux-gate (bussola cieca) dell'autopilota, ma anche
- stabilità del collegamento tra il sensore di feed-back dell'angolo di barra ed asse del timone,
assenza di giochi eccessivi dell'agghiaccio timone,
- corretto collegamento dell'attuatore dell'autopilota,
bisogna leggersi il manuale dell'autopilota e fare la taratura iniziale appropriata ed imparare anche ad usare le regolazioni ed i settaggi di cui sopra.
Il settaggio iniziale può essersi perso per vari motivi, se prima funzionava bene, tra cui anche per problemi meccanici di qualche sensore, deriva termica di un componente, perdita di caratteristica di un componente elettronico (un condensatore in corto...), ossidazione di qualche contatto, ecc...
|