<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]
Messaggio inserito da juliska
Premessa: quest'estate 'correndo' di poppa a randa piena, all'altezza di Capo Spartivento mi sono reso conto, che era opportuno ammainare la randa.
Pensato e fatto con decisione, con l'uomo all'albero ad aiutare la discesa, ma visto il mare formato, non l'ho invidiato
.
Mi chiedevo se, soprattutto in caso di navigazione in solitario, non fosse opportuno e/o utile avere una cimetta rinviata al pozzetto che aiuta la randa a scendere. Un pò il meccanismo della calza del genn.
Controindicazioni vedo rischi di ingarbugliamento ma più all'issata e quindi meno pericolosa, ed il fastidio di avere tante cime in mezzo ma se si ha cura di tenerla sempre in tensione, il rischio è ridotto.
Qualcuno ha sperimentato qualcosa di simile?
b.v.
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Per ridurre la randa in solitario, con la ralinga sotto pressione, si usa il sistema della borosa doppia rimandata in pozzetto.
La cima (che passa dentro al boma) vicino al punto mura serve per tendere il nuovo punto mura, mentre la cima vicino alla varea, al momento di cazzare il sistema, tira giu la randa fino al punto giusto determinato dal velaio.
Se lo fai per due o tre mani, quando hai la randa cosi' bassa é molto scarica, poi la tiri giu a mano.
Cimetta lungo l'albero.. non saprei dove vincolarla alla randa. Ci vorrebbero occhielli come sulle tende...
Trovi schemi sul web...