quote]Leonardo696 ha scritto:
Secondo questo studio, l'acido ftalico, è uno dei principali componenti che spesso non si lega completamente con gli altri componenti
Quest'acido, non sarebbe eliminabile con un semplice lavaggio dello stratificato, ma solo scaldandolo in alto vuoto.
A 80/90 gradi in condizioni di alto vuoto, si scinderebbe in acqua e anidride ftalica
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si e' corretto, da qualche, parte tempo addietro, scrissi qualche messaggio per dire che quel che si definisce osmosi non lo e' affatto, o meglio non e' l'osmosi la causa delle classiche vescicole quanto invece la causa e' da imputarsi alla permeablita' della matrice (che per la poliestere e' maggiore dell'epossidica) espressa come assorbimento d'acqua percentuale in peso dopo immersione e la contemporanea presenza di componenti non reagiti all'interno del reticolo tridimensionale
ma perche' le resine poliestere sono soggette all'osmosi?
dunque quello che chiami flessibilizzante (acido ortoftalico) in realta' e' un componente del prepolimero e la sua variazione stechiometrica permette di variare le caratteristiche della resina stessa
cerco di essere comprensibile ai non addetti ai lavori per chiarire un po' la questione:
quella che si chiama poliestere e' un sistema che viene prodotto in parte dentro un reattore industriale e successivamente finito fi reticolare in cantiere
la parte che fa l'industria e' giungere ad un oligomero esterificato tramite la reazione tra un acido organico ed un glicole
a seconda dell'acido utilizzato o del glicole si ottengono resine differenti
ad esempio ortoftalica significa una resina ottenuta dalla reazione di un glicole (generalmente un glicole propilenico) con acido ortoftalico
se invece si sceglie di usare un neopentilglicole si avra' la resina neopentilica
insomma questi due reagenti sono i costituenti della resina “mamma” quella che e' ancora un liquido molto viscoso e sara' destinata a divenire un solido infusibile una volta posta in opera e reticolata
pero' il rapporto tra i due reagenti non e' cosi' rigido, infatti mettendo un po' piu’ di uno rispetto all'altro si variano le resistenze fisiche e meccaniche del prodotto ottenuto
Si dice che si puo' formulare in sovrastechiometria o al contrario in ipo
questo significa che quindi all'interno del prepolimero vi sara' anceh un eccesso di un reagente rispetto all'altro, che non si leghera' mai e sara' destinato a rimanere libero, ancora con capacita' reattive, ingabbiato all'interno del solido quando esso si sara' formato creando il manufatto voluto
ma purtroppo il liquido viscoso, cosi' com'e' ottenuto dall'industria, non si puo' vendere tal quale per tre motivi:
1 tende a reagire lentamente dentro la latta anche in assenza di catalizzatori
2- e' troppo viscoso e risulterebbe inapplicabile
3- per trasformarsi in una sostanza solida dalle caratteristiche richieste ha bisogno di un'altra molecola con cui reagire
per risolvere il problema n 1 si aggiungono degli inibitori di reazione, sostanze che con la loro presenza aumentano la stabilita' di magazzino, e siamo a posto
per risolvere il problema due si usano i solventi reticolanti, che risolvono al contempo anche il problema tre...si, perche' lo stirene ma non solo lui, assolve sia la funzione di abbassare la viscosita' in modo da renderlo un prodotto applicabile, ma rappresenta anche l'analogo dell'indurente dei sistemi epossidici
dobbiamo pensare allo stirene come un secondo componente, messo gia' all'interno del componente A, che pero' ha una reattivita' lentissima e quindi puo' essere conservato senza reticolare per lunghi periodi....(per questo non dovete tenere al caldo il bidoncino di poliestrere anche se non gli avete aggiunto il catalizzatore, accelerereste la reazione e rischiereste di trovarvi all'apertura un bel blocco solido
Finalmente siamo arrivati ad avere la latta di resina poliestere, cosi' come ci viene fornita, essa contiene il prepolimero, il solvente reticolante e l'inibitore di reazione
a noi in opera non rimane che aggiungere e miscelare ancora il catalizzatore anche chiamato iniziatore ed eventualmente l'accelerante (diciamo l'ultra accelerante visto che gia la funzione dell'iniziatore e' gia' di accelerare la reazione che avverrebbe comunque in latta)
cosa abbiamo applicato allora, per avere la nostra laminazione: un prepolimero che si combinera' con lo stirene residuo e tutte le altre sostanze acceleranti, catalizzatori, inibenti rimangono inglobati nella matrice solida sotto forma di molecole che pero' sarebbero ancora reative se trovassero qualcosa co cui legarsi
per semplicita’ chiamiamoli reattivi orfani residui
non sarebbe un problema se il sistema solido rappresentasse un isolamento perfetto agli agenti esterni, essi starebbero dove si trovano senza far piu' parlare di loro, invece la seppure minima permeabilita' di cui la poliestere soffre durante l'immersione in acqua fa in modo che alcune molecole d'acqua vadano ad incontrare i nostri reattivi orfani e questi per loro istinto non possono far altro che reagire, provocando a seconda dei casi prodotti gassosi di reazione secondaria o sali igroscopici che possono rigonfiare per assorbimento
questo provoca l'iniziale delaminazione localizzata o microcricca che naturalmente autoalimenta il fenomeno ed infine la bolla: laddove si innesca tale meccanismo risulta diminuita anche la permeabilita' all'acqua in un circolo vizioso che ha fine solo a totale reazione degli orfani
allora perche' alcune barche in poliestere sembrano esenti da tale situazione?
i casi che determinano la sensibilta’ al fenomeno sono principalmente due :
tipo di poliestere utilizzata
errori o imprecisioni costruttive
come detto in precedenza se la stessa resina ortoftalica e' stata ricavata rispettando un rapporto stechiometrico piu' vicino al corretto si avra' una minore quantita' di reagenti orfani gia’ nell’oligomero, inoltre a seconda degli acidi e dei glicoli utilizzati cambiano le caratteristiche finali e la permeabilita' all'acqua per immersione ad esempio la resina ottenuta con glicole da bisfenolo A utilizza per la reazione lo stesso componente A della resina epossidica giungendo ad un compromesso di costo prestazioni rispetta alla superiore epossidica
caso due: gli errori sono molteplici, alcuni insiti ed ineliminabili nella tecnica d'applicazione altri piu' gravi e spesso eliminabili con processi produttivi piu’ tecnologici e razionali
tra quelli ineliminabili figura l'eccessiva evaporazione dello stirene o del solvente reticolante durante l'applicazione e prima della reticolazione (soprattutto adesso con le poliestere a basso contenuto di stirene), se evapora troppo reticolante alcune molecole del prepolimero rimarranno orfane anche loro
altri sono invece errori piu' grossolani, inquinamento del sistema da parte di acqua o sostanze grasse, ogni inquinante aumenta la microporosita' e diminuisce la permeabilita' fino alle cricche e delaminazioni vere e proprie, dovute a tensioni non considerate durante il ritiro del materiali che possono rappresentare delle vere e proprie vie d'ingresso all'acqua
spero di essere stato comprensibile ed aver spiegato che anche le resine poliestere ....possono far venire il mal di testa come le epossidiche
e soprattutto contribuito a far capire che anche se si insistera' sempre a chiamarla osmosi, il principio osmotico non c'azzecca per nulla, non essendo raffrontabile il concetto di membrana semipermeabile con una qualunque resina polistere
no membrana semipermeabile, no party