Stranissimo comportamento in manovra.
Difetto (ma non sempre è un difetto) comune a molte barche con la chiglia grossa, non tanto lunga o corta, quanto grossa, larga, cicciona per intenderci, non una lama, e per complicare le cose, con il timone molto vicino alla chiglia.
Innestando l’invertitore, conviene tenere al minimo il gas, fino a quando l’elica comincia a tirare senza cavitare spostando la poppa.
Una possibile correzione a questa tendenza, che viene con la pratica, è quella di scontrare un po’ il timone e dare un colpetto di gas, deciso e brevissimo, a marcia avanti (per inciso, con un po’ di pratica e con questa manovra del 'un colpo avanti e uno indietro', si riesce a far girare la barca su se stessa).
E’ una questione di pratica, esperienza, sensibilità, calma, sangue freddo (eh sì!) e noncuranza verso i consigli e i sorrisetti dei pontilanti e/o dei “Coppamericans”: nessuno nasce imparato e, aspettando il giusto tempo, prima o poi, si vedono fare delle cacchiate incredibili, anche dai migliori.
Dare gas in retro, sperando di prendere abbrivio, serve solo ad anticipare, peggiorandola, la tendenza: la barca in quelle condizioni non prende velocità, gira solo su se stessa aumentando sempre più il raggio di giro.
Per inciso, non è sempre un difetto: una volta che l'hai imparata, sfruttando quella tendenza, si riescono a fare cose sorprendenti.
L'elica di prua non sempre risolve, perché (e non tutti se ne accorgono) il centro giratorio delle barche non è l'asse del timone, bensì un punto, più o meno a mezza nave, che spesso coincide con il centro di deriva.
Ne consegue che dando elica di prua (o timone che è quasi la stessa cosa), è vero che si scosta la prua, ma si accosta in egual misura la poppa dalla parte opposta, detto diversamente la barca gira facendo perso sulla metà della chiglia (circa).
In presenza di un’elica a pale chiuse, è vero che si deve dare un colpetto di gas per aprirle, ma è roba di un secondo: due sono già troppi.
Altro cinema è se l’elica è incrostata e non si apre, o fatica a farlo.
Manovrando con elica di prua e sfruttando l’effetto evolutivo della barca in retro, riuscivo a scostarmi di tre o quattro metri dal pontile benzine, procedendo di fianco senza che la barca andasse né avanti, né indietro nemmeno di cinquanta centimetri.
Provando e riprovando anche quelli de coccio qualcosa poi sanno fare; e una volta capito il meccanismo, anche cambiando barca, si riesce a capire presto da che parte scalcia.
Un marina con le briccole è l’ideale per imparare a dominare le bizze della barca, perché si ha subito l’idea precisa di come si muove; abbracciandole, poi, spesso si riprende la situazione senza guai.
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