LE CARTE NON SALVANO VITE la preparazione SI
mi pare questa la sintesi della triste storia.
Se pure agli ottanta mi manca ancora qualcosa, mi sto rendendo conto
che le mie prestazioni fisiche e mentali, pur ottime
, iniziano a mostrare
un certo logoramento. Ne consegue che cerco di calibrare le attività secondo
l'energia disponibile, ma soprattutto prendo precauzioni che qualche anno fa
avrei trascurato. Ma mi ritengo fortunato per aver avuto in passato piccole lezioni
che mi hanno dato con danni trascurabili la misura del rischio corso. Ma vengo da un
ambiente culturale in cui -mare, montagna, casa, lavoro- la responsabilità di atti ed
omissioni è totalmente propria del soggetto, e comunque le regole vanno rispettate.
Il che, guarda caso, corrisponde perfettamente all'etica marinaresca cui si dovrebbe
attenere chi assume il comando.
Alberi di barca e non, moto, tetti, ma anche vasche da bagno.
( ad un mio vicino cadde lo scaldabagno da 80 litri nella vasca pronta: si salvò
perchè, scordato il sapone, si era alzato a prenderlo... da allora solo docce!)
Riguardo ai cantieri ci sarebbe da dire più di qualcosa, -se volete vi racconto- ma come in ogni luogo di
lavoro 'l'estraneo' rappresenta un ulteriore punto di rischio, in quanto non 'armonizzato'
diciamo così, in un insieme operativo strutturato.
la settimana scorsa l'ho passata a far carena nel cantiere che gentilmente mi ha lasciato
dormire in barca. scaletta di alluminio leggerina... come quella che uso per potare.
se mi veniva un capogiro andavo a far compagnia al nostro...
mi son poi fatto una cinquantina di miglia con 25 nodi e due giorni dopo 170 per tornare a casa.
tutto da solo.
...e mi è venuto da pensare che stavo un po' rischiando, ma anche: meglio in barca che in ospedale!