08-07-2014, 15:41
(07-07-2014, 18:00)MadDesire Ha scritto:(07-07-2014, 16:48)ITA-16495 Ha scritto: Sono molto contento che Albert abbia espresso un suo parere imparziale e altamente qualificato sulle rande avvolgibili nell'albero.
Le mie due barche precedenti avevano la prima i terzaroli tradizionali da prendere a base d'albero, la seconda il doppio circuito chiuso e si prendevano in pozzetto. Ho per la prima volta (dal 2010) una randa di questo genere ed avevo grossissimi timori; ma mi sono reso conto che con un uso corretto ed un minimo attento, per un crocierista ad equipaggio ridotto come me possa portare tanti vantaggi.
Per ora mi è capitato di ridurre al massimo con raffiche fino a 48nodi (rilevati anche dalla barca di un mio amico che navigava accanto a me) e sono stato contento di avere l'avvolgibile perché ho ridotto in una manciata di secondi, mentre lui ha lavorato per diversi minuti.
Sono d'altronde convinto che se si prendono i terzaroli in modo disattento si avranno gli stessi problemi di una randa avvolgibile usata male.
Ovvio che sul fronte prestazioni, in particolare con le andature portati e poco vento, la resa tra le due rande ha delle differenze significative, ma le compenso con un uso intensivo del gennaker.
Infine, ricordo bene le analoghe perplessità quando sono stati introdotti i primi rollafiocco che poi col tempo hanno mostrato i loro innumerevoli vantaggi crocieristici, ma anche ormai nelle regate oceaniche.
una volta ridotte le vele, la randa avvolgibile lavorava come la randa tradizionale terzarolata?? lo chiedo perchè ho letto commenti piuttosto negativi in proposito e non ho esperienza diretta con rande avvolgibili...
Per certi versi meglio. Quando la rolli la smagrisci e ti ritrovi con una randa piatta. Puoi decidere quanto ridurre al centimetro.
Come per tutte le vele rollate (includo quelle di prua) non gli fai certamente un piacere a usarle ridotte. Per dove e come sono distrubuiti i punti di reazione agli sforzi.
« È un tentativo che faccio per sollevarmi un pochino dalla volgarità dei soggetti che non sono informati ad una forte idea. Tento la pittura sociale »
(Giuseppe Pellizza da Volpedo)
(Giuseppe Pellizza da Volpedo)
