(13-03-2015 07:45)einstein Ha scritto: (13-03-2015 01:04)bullo Ha scritto: Con vento non mi piacciono le rande svergolate ma piatte scarellate un pò sotto vento e preferisco che si lavori di carello e non con la scotta, i gusti sono opppppppinioni.-
Si Roberto, come già detto in altre occasioni, questa può essere una tecnica che paga in assenza d'onda; con mare formato e onda di prua hai bisogno di più svergolamento (per dare più tolleranza sul beccheggio) e più grasso (per contrastare le onde).
Poiché dovrai assumere un'andatura più poggiata, non è detto tu perda più angolo rispetto alla regolazione da te sopra descritta, anzi, il miglior passo sull'onda ti permetterà di ridurre lo scarroccio, che certamente soffriresti maggiormente nel beccheggio con vele magre e stracazzate sottovento (vele che portano e non portano).
ciao
Come dice Einstein giustamente, lo svergolamento aiuta ad avere più tolleranza sul beccheggio in caso di mare formato, dove necessariamente si deve assumere una regolazione un pelo più grassa per avere la giusta potenza sull'onda e parrebbe un controsenso dato che in caso di vento un profilo magro aiuta a sbandare di meno....
Carrello sopravento e randa svergolata in alto quindi, vang puntato e scotta in mano da lascare sotto raffica quanto basta per consentire alla barca di guadagnare qualche grado all'orza spontaneamente senza variare troppo l'inclinazione, in buona sostanza lascando in accompagno si asseconda la prua a risalire senza eccedere nello sbandamento, classica tecnica di deriva che porta molte volte ad avere le vele quasi in stallo con la prua a guadagnare.
Passata la raffica la barca si riassesta e si ricazza leggermente la scotta per dare la giusta potenza in controllo sullo sbandamento ...
In caso di vento molto forte le regolazioni vanno da se, si prendono le mani necessarie e si lavora di scotta con quello che resta della forma ...