15-05-2015, 11:57
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 15-05-2015, 12:27 da shabrumi.)
Credo che, per impostare l' aggolettamento, la necessità di avere la barca in bolla longitudinale sia un falso problema.
Dico questo per una serie di motivi:
l'aggolettamento è finalizzato a ricercare la giusta tendenza orziera per la barca spostando verso poppa il centro velico totale (fiocco e randa) rispetto al centro di resistenza laterale.
Il valore di quest' angolo non è puntualmente precisato in fase progettuale,
ma va ricercato in funzione delle vele utilizzate ( fiocchi o sovrapposti, rande più o meno allunate ). Normalmente se ne imposta inizialmente a terra un valore standard (1.5 - 2 gradi) per poi modificalo una o più volte dopo aver testato il mare, con differenti situazioni di intensita del reale,
la reattività della barca all' orza, l'angolo di timone in rotta lineare, tipo di navigazione effettuata (in solitario, con equipaggio da regata in falchetta o vacanzieri sdraiati nelle zone di sole ) ecc. fino a determinare il compromesso più efficace.
Si tratta quindi di misurazioni da calibrare in termini relativi dove poco importa il valore iniziale di quell' angolo ( valore tra l' altro tramutato da gradi in misura lineare lungo il boma ) ma contano le variazioni in più e i meno di questa misura lineare effettuate a valle delle ripetute prove.
Trovato il miglior assetto, il valore dell' angolo raggiunto conta quanto il due di picche. Al massimo basta memorizzarsi il valore della definitiva misura lineare realizzata sul boma per ripristinarla dopo eventuali disalberaggi manutentivi.
Dico questo per una serie di motivi:
l'aggolettamento è finalizzato a ricercare la giusta tendenza orziera per la barca spostando verso poppa il centro velico totale (fiocco e randa) rispetto al centro di resistenza laterale.
Il valore di quest' angolo non è puntualmente precisato in fase progettuale,
ma va ricercato in funzione delle vele utilizzate ( fiocchi o sovrapposti, rande più o meno allunate ). Normalmente se ne imposta inizialmente a terra un valore standard (1.5 - 2 gradi) per poi modificalo una o più volte dopo aver testato il mare, con differenti situazioni di intensita del reale,
la reattività della barca all' orza, l'angolo di timone in rotta lineare, tipo di navigazione effettuata (in solitario, con equipaggio da regata in falchetta o vacanzieri sdraiati nelle zone di sole ) ecc. fino a determinare il compromesso più efficace.
Si tratta quindi di misurazioni da calibrare in termini relativi dove poco importa il valore iniziale di quell' angolo ( valore tra l' altro tramutato da gradi in misura lineare lungo il boma ) ma contano le variazioni in più e i meno di questa misura lineare effettuate a valle delle ripetute prove.
Trovato il miglior assetto, il valore dell' angolo raggiunto conta quanto il due di picche. Al massimo basta memorizzarsi il valore della definitiva misura lineare realizzata sul boma per ripristinarla dopo eventuali disalberaggi manutentivi.
