RE: batterie ... ma alla fine ...
"tot" entra, 40 % di "tot" esce, poi si ricarica e si rimette dentro il 40 % di "tot"; se mentre si ricarica si preleva una frazione del "tot", ciò che ricarica, qualunque accrocchio sia, deve dare un + nel bilancio globale.
Se da qualche parte c'è un meno, va rivisto qualcosa.
Questo è il trucco.
Le batterie a scarica lenta (muletti, barche e cose simili), se impegnate in questo ogni tanto, possono dare anche lo spunto per far partire il motore, ne consegue che se faccio partire il motore una volta al giorno e il motore parte al secondo tentativo e non devo darci per dieci minuti perché non parte subito, problemi alle batterie non ce ne dovrebbero essere.
Per il riscaldamento delle candelette è come se attacco l'autoclave per un paio di minuti e male alla batteria non fa.
Quindi, esoterismi a parte, da un punto strettamente pratico, basta molto poco in fatto di batterie, sempre che tutto sia a posto, ben bilanciato e funzionante.
Ne consegue che, per barche sotto i nove metri, senza torme di frequentatori elettro-scriteriati, e se non si vuole fare un raffinato esercizio di tecnoelettrorealizzazione, due batterie sui 100 A, sigillate e adatte al prevalente uso di scarica lenta, basta e avanza, al più, per voler essere prudenti, si può tenerle separate da impegnare a turno, così da averne sempre una piena, nel qual caso ci si deve impegnare a tenere sotto controllo la cosa, o prevedendo una normale batteria da utilitaria solo di scorta al motore (perché non si sa mai).
Senza spendere una fortuna, e considerando che, anche con un banco batterie raffinato, se l'alternatore a bordo motore è del tipo automobilistico (con il ciclo caratteristico) e eroga da 40/50 A, come nel 70/80 % dei casi, le batterie soffrirebbero di anemia.
Altro è per barche grandi, con molte utenze, con alternatore di potenza e marchingegni vari, dove il bilancio energetico si avvicina, come valori assoluti, a quello del comune di Milano e allora quattro conti ben fatti servono a capire, magari prima.
Tutto ciò premesso, nella maggior parte dei casi, con poco meno di trecento Euro dedicati al banco batterie si fa tutto e si vive tranquilli per tre/quattro anni usando come unità di controllo un paio di voltmetri digitali (40 € entrambi in un negozio di elettronica amatoriale).
I raffinati sofismi realizzativi, e posso a pieno titolo dire di saperne qualcosa, sono molto gratificanti, divertenti da fare, belli, funzionali se ben progettati e fatti, e possono dare anche tranquillità (ma non è detto), ma scorrazzare per i mari col minimo si può.
E mi viene da aggiungere: a chi ama preoccuparsi di avere il top delle batterie trascurando tutto quello che c'è sopra la coperta, che trattandosi di barca a vela, forse, è altrettanto importante se non di più, ricordo che senza motore e/o luce e servizi a casa ci si torna sempre anche attraversando i mari, senza quello che sta al vento è molto più difficile.
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