RE: Ammainare la randa convento in poppa
Tutte belle teorie, poche le dettate da pragmatica esperienza.
Mi piacerebbe vedere davvero all'opera un po' di gente su queste teorie: velai e rigger ringrazierebbero.
Basile, con quell'esperienza e quell'equipaggio, poteva fare e ha fatto cose che voi umani nemmeno potete immaginare.
Poi intendiamoci, è facile che tra noi ci siano anche parecchi "Straulino", "Basile", "Moitessier", "Cicester" e carature simili, ma giova ricordare che quanto letto nei vari libri, utilissimo per cultura di base, va raffrontato con barca e equipaggio correnti al momento del bisogno, col fegato che ci si ritrova (sangue freddo e coraggio), e con ciò che si è capito e ci si ricorda della lettura. E un po' di esperienza, che fa sempre comodo.
Io credo che, se ci sono trenta o più nodi, in poppa piena, con gente sul ponte non davvero all'altezza, la randa non viene giù nemmeno se ha il rullino.
Si accende il motore, si molla il fiocco, si lascia il boma com'è, si va all'orza con l'aiuto del motore e si molla la drizza sperando e pregando che vada nel bag o nei lazy. Se c'è gente all'altezza si tenta una presa di terzaroli sperando per le dita.
Se va bene, di certo s'impara e la prossima volta si riduce prima.
Se la scogliera incombe e non si hanno alternative, ci si dà un taglio e la randa si riduce da sola ... a brandelli.
Sul fatto di alzare prima la randa e poi il fiocco, e viceversa nell'ammainata, personalmente preferisco prima il fiocco e poi la randa su, e prima la randa e poi il fiocco giù: sarà che ho sempre in mano barche strane, ma col solo fiocco, in genere un bel genoa generoso, vado che è un piacere dove voglio, con la sola randa no.
|