Dico anch'io la mia, senza voler cambiare di una virgola le opppinioni altrui, ma solo per far sentire un'altra campana.
La "laminazione a freddo" vale per quel che è, ovvero l'applicazione di un adesivo su di un film e come tale col tempo ci cammina sopra, e poi si scolla e, a proposito di Marathon, si sa che è roba da ricchi perchè si delamina in fretta, e tu me lo confermi qualche riga più sotto dove parli di Incidences che è l'unico in grado di fare vele per il giro del mondo senza inconvenienti, il cui prodotto altri non è che l'ex D4, a macropannelli e fili interrotti, stesso principio di costruzione di quello di Manfredini e di quello di Piermario, il quale le fibre le mette dove vanno o dove le disegna chi gli commissiona i pannelli, e non solo in verticale (ovvio che sull'asse penna/scotta ce ne vanno di più, dato che le tensioni maggiori sono là).
Mani di terzi: se ci sono le fibrature dedicate, quando sono in lavoro le mani, le tensioni si scaricano correttamente e non si danneggia nulla.
Dacron: ci sono anche i dacron warp oriented per i tagli radiali, ma, sempre a mio avviso, la resa non giustifica i maggiori costi di materiali e di lavorazione rispetto ad un cross-cut, dunque per avere vele triradiali consiglio di passare ai laminati pannellati (es. cdx)
Il limite del dacron è la scarsa tenuta alle sollecitazioni sul bias, dunque più larga è la vela in rapporto all'altezza, più tensioni in diagonale ci sono nei pannelli, da cui l'affermazione di Cruciani, che, metro più, metro meno, sostanzialmente condivido.
....e chiudo
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