21-06-2016, 16:33
Salve, il mio ultimo intervento su questo post era del 2011, come premettevo allora sono un operatore del settore, mi occupo di impianti di bordo ed . vengo in veste di marinaio appassionato ed ormai vecchio velista. Incredibile quanto si legge qua sopra, non finirò mai di fare i complimenti ai moderatori ed ai super-tecnici che hanno sempre (o quasi) la pazienza di correggere le derive tecniche che qualche amante della favella si concede. A suo tempo su quest'argomento venni belin perchè non rivelavo le informazioni su produttori e distributori, ma purtroppo rimango di quell'opinione con le giustificazioni che spiegai a suo tempo. Quello che vorrei solo testimoniare è che nonostante non sia la mia attività principale, mi sono dovuto misurare spesso per volontà degli armatori con parchi batterie malridotti, parlo in genere di barche da 60' a 120' con parchi batterie da 800 a 2000 amp., e per dargli risposte più precise mi ero costruito una semplice apparecchiatura che esegue tre cicli di carica/scarica da 2,4 V/el. a 1,8 V/el. così da lasciare a bordo l'apparecchiatura e andare a rileggere i dati dopo qualche giorno senza dover star li a controllare i valori. Qualcuno obietterà: perchè 3 cicli ? La risposta sta nell'aver verificato che se fra il primo ciclo ed il terzo ciclo c'è un incremento della capacità rilevata si può parlare di una solfatazione recente (curabile), mentre per altre situazioni ove i tre cicli danno valori simili ...c'è poco da fare ! Qualcuno obietterà che i cicli così a fondo scorciano la vità degli accumulatori, ma ripeto, rispondo ad una precisa richiesta di vuol sapere come stanno le sue batterie, e credetemi mentre per le batterie da avviamento la misura della resistenza interna può essere indicativa, nelle batterie cicliche non c'è altro metodo che la verifica reale di scarica. Per la scarica utilizzo un inverter da 3000VA collegato a delle resistenze che di volta in volta collego in modo da avere un carico intorno ad 1/20 della capacità totale, mentre per la ricarica utilizzo i caricabatterie di bordo così vedo anche i valori di ricarica etc.. Con diverse decine di prove effettuate posso dire di aver un idea sugli accumulatori e le loro caratteristiche. Comunque ciò che determina la durata (oltre ovviamente alla qualità delle batterie) è l'uso che ne viene fatto, armatori attenti che non scendono sotto il 50% di scarica e mantengono anche in inverno le loro batterie cariche superano spesso i 6/7 anni e dopo questo periodo hanno ancora il 50% della capacità iniziale. Ma mi è capitato anche di misurare dopo sei mesi dalla sostituzione delle batterie (un parco di 1800A x 24 Volt) una riduzione del 55% dovuta a incuria (trovate a 18 volt e chissà da quanti gg.). Giusti gli interventi che esaltano l'importanza di regolatori su alternatori, inutile avere un caricabatterie a 3 o 4 fasi quando poi durante un trasferimento a motore le batterie vengono sbattute a 2,45 Volt/elem. per 36 ore... con la dichiarazione "ingenua" sentivamo un pò di odore di uova . anche alcuni caricabatterie elettronici dopo qualche anno hanno una deriva di tensione e per alcuni di essi può essere superiore al volt. Riguardo i modelli di batterie condivido che AGM e GEL sono molto più costose delle normali ad acido libero mentre le prestazioni non sono molto diverse, ma qui ci si scontra con le normative che non vogliono possibilità di gas provenienti da accumulatori la dove sostano gli ospiti, e viste le difficoltà a fare un contenitore stagno, si fa prima e conviene con le cinesi stagne. Il mio suggerimento è dunque: - dimensionate la capacità di batterie in grado di offrirvi il vostro normale consumo rimanendo entro il 50% della capacità totale, monitoratelo con strumenti dedicati, verificate le tensioni di ricarica sia con il caricabatterie che con l'alternatore al fine di averle possibilmente uguali alle raccomandazioni del costruttore.
L'ottimismo è solo carenza di informazioni...
