01-12-2016, 20:47
My Dream è arrivata da qualche giorno in Nuova Zelanda, mi sembra una buona occasione per un aggiornamento della situazione.
Menzionerei solo di sfuggita e per completezza un paio di fastidiose avarie: una pompa a pedale acqua dolce ed una pompa manuale wc, la prima sostituita e la seconda riparata sostituendo le guarnizioni.
L’unica avaria che ha dato preoccupazioni è quella occorsa all’albero, non tanto per le conseguenze – nessuna, è stata subito individuata durante i periodici check dell’attrezzatura – quanto per la ruspante riparazione.
L’ anello saldato su una piastra rivettata sulla faccia anteriore anteriore dell’albero non ha retto a lungo, come lo skipper temeva, alla spinta laterale esercitata dal tangone ben sbracciato per tenere aperto il genoa; nella navigazione tra Marchesi e Tuamotu si è manifestata l’imbozzatura da un lato e dall’altro lo strappo dell’alluminio dell’albero, mentre tutti i rivetti hanno tenuto.
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Negli atolli polinesiani (Rangiroa e Tikeau) l’assistenza è zero, l’unica cosa che si poteva fare è stata quella di mettere a nudo l’area interessata e praticare dei fori di arresto alle estremità delle crepe. Lo skipper ha sottoposto via mail il problema a quattro professionisti, che hanno tutti risposto fornendo i propri suggerimenti. Scartate soluzioni drastiche e costose quali cambiare l’albero o tagliarlo e giuntarlo come ha fatto il costruttore a metà altezza, la riparazione più praticabile, menzionata anche dagli esperti, è risultata la toppa. La toppa ideale sarebbe stata ben avvolgente e ben rivettata con ergal su file sfalsate attorno alla zona danneggiata, preventivamente rifilata e chiusa con una saldatura.
Anche nelle Isole della Società (Thaiti e Raiatea), ben più attrezzate delle Tuamotu, realizzare ciò si è rivelato arduo al limite dell’impraticabile. La difficoltà maggiore che ha fatto lievitare i preventivi delle officine locali, senza peraltro garanzia di buon lavoro, è stata la costruzione della toppa inox ben aderente alla faccia anteriore dell’albero; la sagomatura sarebbe stata fatta con una successione di pazienti ed infiniti colpi di maglio. Dopo varie elucubrazioni e consultazioni il progetto è approdato ad una più semplice toppa a spigolo con tre zone di contatto (ed altrettanti anelli per tangone), non rivettata ma avvitata a fori filettati ricavati su bandelle infilate e fissate all’interno dell’albero prima di richiudere lo squarcio. Per eseguire un accurato disegno quotato dei pezzi da realizzare è stato fatto un mock-up in gesso con una colata fatta all’interno di una conchiglia di vetroresina ricavata sull’albero stesso; il mock-up sarebbe stato utile anche al fabbro per controllare l’esecuzione in officina.
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Cionostante …” il fabbro se n'e' fottuto altamente dello stampo e pure di fare 4 fori in linea. E pure di fare in modo che i fori delle contropiastre fossero in corrispondenza di quelli della piastra. Insomma un lavoro inqualificabile che se lo faceva Maeva con il trapano a mano le veniva meglio. Infatti ho dovuto ripassare alcuni fori e far rifare le contropiastre che le aveva fatte troppo corte nonostante le misure. Infine i fori della piastra non toccano esattamente sull'albero ne' sullo stampo in gesso... questo e' quel che ho avuto...”
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Questo kit di riparazione provvisorio è stato installato con abbondante applicazione di Duralac, viene periodicamente controllato, e per il momento regge.
BV
Menzionerei solo di sfuggita e per completezza un paio di fastidiose avarie: una pompa a pedale acqua dolce ed una pompa manuale wc, la prima sostituita e la seconda riparata sostituendo le guarnizioni.
L’unica avaria che ha dato preoccupazioni è quella occorsa all’albero, non tanto per le conseguenze – nessuna, è stata subito individuata durante i periodici check dell’attrezzatura – quanto per la ruspante riparazione.
L’ anello saldato su una piastra rivettata sulla faccia anteriore anteriore dell’albero non ha retto a lungo, come lo skipper temeva, alla spinta laterale esercitata dal tangone ben sbracciato per tenere aperto il genoa; nella navigazione tra Marchesi e Tuamotu si è manifestata l’imbozzatura da un lato e dall’altro lo strappo dell’alluminio dell’albero, mentre tutti i rivetti hanno tenuto.
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Negli atolli polinesiani (Rangiroa e Tikeau) l’assistenza è zero, l’unica cosa che si poteva fare è stata quella di mettere a nudo l’area interessata e praticare dei fori di arresto alle estremità delle crepe. Lo skipper ha sottoposto via mail il problema a quattro professionisti, che hanno tutti risposto fornendo i propri suggerimenti. Scartate soluzioni drastiche e costose quali cambiare l’albero o tagliarlo e giuntarlo come ha fatto il costruttore a metà altezza, la riparazione più praticabile, menzionata anche dagli esperti, è risultata la toppa. La toppa ideale sarebbe stata ben avvolgente e ben rivettata con ergal su file sfalsate attorno alla zona danneggiata, preventivamente rifilata e chiusa con una saldatura.
Anche nelle Isole della Società (Thaiti e Raiatea), ben più attrezzate delle Tuamotu, realizzare ciò si è rivelato arduo al limite dell’impraticabile. La difficoltà maggiore che ha fatto lievitare i preventivi delle officine locali, senza peraltro garanzia di buon lavoro, è stata la costruzione della toppa inox ben aderente alla faccia anteriore dell’albero; la sagomatura sarebbe stata fatta con una successione di pazienti ed infiniti colpi di maglio. Dopo varie elucubrazioni e consultazioni il progetto è approdato ad una più semplice toppa a spigolo con tre zone di contatto (ed altrettanti anelli per tangone), non rivettata ma avvitata a fori filettati ricavati su bandelle infilate e fissate all’interno dell’albero prima di richiudere lo squarcio. Per eseguire un accurato disegno quotato dei pezzi da realizzare è stato fatto un mock-up in gesso con una colata fatta all’interno di una conchiglia di vetroresina ricavata sull’albero stesso; il mock-up sarebbe stato utile anche al fabbro per controllare l’esecuzione in officina.
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Cionostante …” il fabbro se n'e' fottuto altamente dello stampo e pure di fare 4 fori in linea. E pure di fare in modo che i fori delle contropiastre fossero in corrispondenza di quelli della piastra. Insomma un lavoro inqualificabile che se lo faceva Maeva con il trapano a mano le veniva meglio. Infatti ho dovuto ripassare alcuni fori e far rifare le contropiastre che le aveva fatte troppo corte nonostante le misure. Infine i fori della piastra non toccano esattamente sull'albero ne' sullo stampo in gesso... questo e' quel che ho avuto...”
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Questo kit di riparazione provvisorio è stato installato con abbondante applicazione di Duralac, viene periodicamente controllato, e per il momento regge.
BV
Roberto
