Tatone
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RE: effetto del piano velico sullo scafo
Provo a risponderti qui sotto in rosso...
(20-03-2017 19:05)crafter Ha scritto: Dopo la disanima sulle teorie di Gentry, mi rimangono ancora delle curiosita' da soddisfare. Riguardano strettamente il lato pratico della fisica applicata alle vele. In parole povere: Su quale attrezzatura le vele "spingono" o "tirano" per fare andare avanti la barca? Strallo? Scotta? Paterazzi? Volanti? Sartie? Inferitura dell' albero?
Ciascuna delle vele a riva trasferisce alla barca la forza aerodinamica attraverso i suoi punti di mura, essenzialmente penna, mura, bugna e inferitura.
Non riesco a visualizzare dal lato pratico cosa succede quando il piano velico diventa aereodinamico.
Le forze aerodinamiche si possono schematizzare in una forza chiamata "portanza", che agisce sul cosiddetto "centro velico", che è il punto immaginario in cui si concentrano appunto le forze generate dalle vele. La posizione di questo centro velico dipende fortemente anche da come regoliamo le vele e dall'assetto dell'albero. Per capire cosa succede pensa alla situazione più semplice, quella ad esempio del Laser, in cui la vela interagisce con lo scafo solo attraverso albero e scotta...
Poi mi viene un dubbio: Se nelle andature portanti la scotta della randa "tira" la barca avanti, ipotesi assolutamrente campata per aria a questo punto, perche' non spostare il punto dove la scotta e' messa sul boma piu' avanti sullo stesso? Perche' accettare che la scotta tiri la barca di lato?
Spostando il punto di scotta sul boma più avanti non cambierebbe assolutamente nulla, se non che andremmo a caricare il boma con uno sforzo a flessione molto superiore, per effetto della distanza accresciuta tra bugna della vela e punto di scotta stesso. Ai fini della spinta non cambia nulla perché le forze devono equilibrarsi comunque e quindi anche se la scotta va in fuori, questa non tirerà la barca all'esterno perché la forza viene equilibrata dal boma, che lavorerà in compressione. Nell'andatura di poppa piena, la sola componente utilizzata sarà comunque quella in direzione dell'avanzamento, perché quella è la direzione della portanza sulle vele. Nel caso invece di andature al lasco, l'angolo ancorché piccolo genererà comunque una forza anche laterale, infatti la barca sbanderà progressivamente sempre di più quanto più orzeremo verso il vento.
Ci sono altri accorgimenti che si possono fare in pratica per massimizzare la "spinta" o il "tiro" che il piano velico ha sullo scafo?
Ce ne sono moltissimi, tutti i bravi velisti sanno che per andare forte è un continuo regolare vele e scafo, esattamente come un uccello continua a regolare le sue ali... E' tuttavia una sensibilità che si acquisisce di solito da piccoli, sulle derive, dove l'interazione scafo-vele-acqua è immediatamente percepibile... Certamente su barche da crociera, più sorde, è un po' come parlare di sensibilità di guida di un camper a confronto di quella di una golf GTI...
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21-03-2017 01:26 |
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