(13-06-2017 16:14)ste.fano Ha scritto: (13-06-2017 15:19)Edolo Ha scritto: (13-06-2017 12:00)ste.fano Ha scritto: Aggiungo alla discussione la richiesta di un parere sui lavori incorso al mio bulbo in ghisa.
All'alaggio si presentava con corrosione sparsa e con pulizia ad idropulitrice alcune parti di rivestimento (in gelcoat mi dice il cantiere) si staccano.
mi hanno prima prospettato trattamento con epossidica ma poi mi hanno invece applicato nelle zone rovinate 3 mani di clorocaucciù, 2 gia date come si vede
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Si il ticoprene è indicato per quei lavori, qualche mano in più non guasta.
Io però l'avrei passato su tutta la deriva e non solo sulle zone trattate.
Quanto ci han messo a fare il tutto??
Si leggendo la scheda tecnica immaginavo che quella che dici è la procedura migliore, sono passato in cantiere per suggerirlo ma avevano appena dato l'AV, a questo punto sicuramente senza neppure la terza mano, che mi pare di capire avrebbe richiesto 12 o 24 ore di asciugatura...
Mi viene voglia di far da me questi lavori, i cantieri, anche se li paghi profumatamente vanno sempre un po' troppo di fretta.
Purtroppo nel mio marina non ci sono spazi per il fai da te a terra.
Il ticoprene vuole 12 ore di asciugatura a 20° se non ricordo male, dare 3 mani in una giornata... bo... mi pare un po' velocina. Certo... se ci sono 35° cambia tutto in effetti.
Senza contare che pure l'antiruggine (io ho usato il marlin primepox e mi è parso ottimo come adesione) ha bisogno dei suoi tempi, idem se hanno usato un fosfatante prima dell'antiruggine.... poi ci sarebbe lo stucco che pure lui ha bisogno di tempo.
Per fare un buon lavoro tocca rispettare i tempi, quindi per fare un buon lavoro è fondamentale avere tempo, cosa che i cantieri spesso non hanno.
Condivido il tuo pensiero del farsi i lavori da sè.
Non è detto che vengano sempre bene però ci si fa esperienza, si mette mano sui prodotti, senz'altro c'è più cura ed attenzione, inoltre una volta in secca è possibile fare quelle decine di lavoretti...: per esempio mi son rifatto la tagliola e verniciata con vernice all'acqua così come la barra, sistemato la scaletta, sistemato il fissaggio di un oblò, gelcottato vari punti, grattato la falchetta, lucidato gli acciai, qualche lavoretto elettrico, (lavaggio con acido ossalico prima del cantiere per paura che mi intaccasse l'AV), lucidato fiancate e coperta smontando alcuni pezzi che nascondevano sporco storico (dove scorre il plexiglass del passauomo per esempio), senza contare le attenzioni nel dare l'antivegetativa ad asse ed elica ed in quei punti della barca che solitamente i cantieri non curano (per esempio le prese a mare o la parte alta del timone verso la carena... un dente di cane lì ti compassa tutta la zona).
Alcuni lavori era possibile farli anche con la barca in acqua, ma avere sotto mano i ferri, non ballare, il tutto sfruttando le pause di asciugatura dei vari cicli... inoltre si ha una visione di insieme della salute dello scafo, cosa che se fai fare i lavori al cantiere chiavi in mano, te lo scordi, anche perchè una volta coperto con AV... pare tutto bello!
Alla fine si spende come far fare al cantiere ma portando a casa molti più lavori. Questo il mio pensiero.
Ciao