RE: Qunado ridurre la randa... non la solita domanda
la domanda invita a dare una risposta piu evoluta del solito.
gli aspetti da valutare sono due:
strategia
prestazione
l' aspetto strategico riguarda il tempo:
cosa farai tra qualche minuto:
magari giri una boa, o poggi su un capo, o.. sai che se prendi una mano metti in allarme l' "equipaggio", ci sono veramente tante regolazioni propedeutiche alla presa di terzaroli, direi che quasi tutte le barche di bolina stretta riescono ad arrivare vicine ai 30 nodi di reale, a quel punto c'e' sempre da capire se convenga ammainare piuttosto che prendere la mano.
l' aspetto prestazione per chi fa crociera viene spesso ignorato, mi piace che tu associ prestazione e sicurezza, e mi piacerebbe entrare nel vivo del problema.
una vela che fileggia non collabora alla spinta, anzi genera una vorticita che fa da freno.
entrando nel vivo di questo concetto l' andatura conta parecchio.
l' aria e' un fluido viscoso, la randa modifica in modo importante l' angolo di attacco del vento sulla vela di prua, questo di bolina e' quasi l' unico contributo che da, e' un contributo importante, rivolto oltre che alla velocita, all angolo dell' andatura.
quando la balumina della randa nonostante le regolazioni non porta piu il suo contributo diventa negativo, la barca rallenta e il genova vede un apparente piu da prua. e' questo il momento della scelta.
se arrivi a quel punto di bolina stretta, con paterazzo, cunningham, base e svergolamento al massimo la prima mano sara inefficiente (questo lo do come parametro di riferimento, se con la prima mano risolvi i problemi di sbandamento.. vuol dire che ti devi migliorare nelle regolazioni) tuttavia questo modo da sparaboe puo non essere giusto se l' andatura e' piu poggiata della massima, la bolina larga e' una brutta bestia, ci vuole la mano anche con vento di intensita minore dei 18 che in molti vedono come "tagliola".
in generale se riesci a vedere la randa come "convogliatore" del vento sul genova, diventa evidente che quando il vento rinforza e' piu efficace il cambio della vela di prua, col rulla questa modalita non funziona per problemi di profilo, funzionerebbe avvolgere tutto e avere un solent su un altro strallo... ovvero armare alla partenza in base alle previsioni una vela di prua piu piccola o scavata in alto.
per tonare al problema iniziale, quando cioe i gradi contano val bene la presa della seconda (ovvero della mano detta "oceanica") che ti consente di mantenere se non addirittura di migliorare l' angolo al vento. io in generale armo solo le borose della seconda, (anzi la prima tendo proprio a non farla mettere al velaio).
ci si ritrova cosi alla valutazione dell' onda.
l' onda secondo me conta molto nella scelta, un onda importante richiede vele molto drizzate per spostare il grasso in avanti e renderle meno sensibili alle variazioni di rotta che si fanno nel prendere l' onda, la potenza diventa importante, una barca sottoinvelata soffre e si pianta, ad averci un randista tosto io ci penserei parecchio prima di prendere la mano se non c'e' burrasca, questo di da la potenza per accelerare, se il randista e' stanco.. la mano ti tocca.
senza onda, meglio drizze piu lasche, si stringe di piu e si sbanda meno.
penso che, come introduzione puo bastare, e' volutamente un po in polemica con il normale senso della "mano" che i velisti "oceanici" considerano un dato legato solo all' intensita del vento.
il danno a tenere su troppa tela e' solo il rischio di qualche straorza per distrazione o pilota mal regolato, o di andare troppo al vento un decimino piu lenti, quando si prendono le mani le sollecitazioni sull' attrezzatura aumentano anche di molto, e' un aspetto poco considerato ma specie con la drammaticamente famosa terza le possibilita statistiche di tirare giu il palo diventano molto alte.
in soldoni.. la mano si prende per andare piu forte quando si ha davanti un lungo bordo specie se di bolina larga, specie se al timone c'e' un pilota automatico, potendo scegliere prima si scalano i fiocchi.
amare le donne, dolce il caffe.
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