21-10-2017, 13:33
Sullla comodità di non dover più chiudere la cerniera non discuto e condivido che su barche grandi sia un reale problema e rappresenta una soluzione, sul funzionamento ho avuto solo esperienze un po negative e ne ho installate di diverse marche, i primi 25 anni fa. Perchè funzioni è indispensabile che il boma sia a 92° e per far questo non basta un segno sul vang, 2mm di vang cambiano l'angolo notevolmente e dal pozzetto è difficile verificare un segno per essere precisi ci vuole una ritenuta che quando molli il vang lo spinga nell'angolo corretto, ma poi perdi la possibilità di svergolare la randa alzando il boma, molto utile prima di fare i terzaroli. Se per caso lo avvolgi con il boma non a 92°, l'inferitura o si va a schiacciare sull'albero o strappa il prefeeder.
I terzaroli di fatto non si fanno, la stecca non riesce a tenere la base tesata con vento forte e la vela diventa un sacco.
Quando si vira di bolina con la balumina chiusa le stecche puntano verso l'albero ma non scaricando su un carrello portastecche, finiscono per bucare la vela in corrispondenza del gratile, infatti la vela deve essere realizzata apposta con grossi rinforzi in quel punto, ma purtoppo non possono essere troppo grossi se no non si avvolge, chi ce l'ha e la usa sa che la vela deve essere portata spesso in veleria.
L'issata è molto più faticosa che in una randa tradizionale, in quanto oltre al peso, devi vincere gli attriti di una randa inferita e quelli del meccanismo di avvolgimento (che però non sono molti) quindi è quasi obbligatorio avere un winch elettrico.
Per quanto riguarda il fatto che in ammainata tende a cadere fuori, non ho mai incontrato grossi problemi, basta lasciare un collo sul winch e frizionare la drizza.
Anche il peso del boma non è un grosso problema, se il sistema funzionasse bene, sarebbe un compromesso accettabile.
L'avvolgiranda nel boma è nato prima di quello sull'albero, la Proctor negli anni 70' su piccole barche, faceva avvolgere direttamente una randa semisteccata normalissima sul boma che ruotava con un riduttore a manovella posto sulla trozza, il sistema funzionava ma non c'era il vang, negli anni poi quasi tutti sono stati trasformati in boma tradizionali, anche perchè il meccanismo tendeva ad inchidarsi.
Il fatto che non sia molto diffuso questo sistema è dovuto principalmente al costo, nel mercato italiano, dove l'estetica prevale su tutto, non avrebbe difficoltà a trovare estimatori, nel meracto Francese e anglosassone dove si naviga spesso ridotti, non ha mai preso piede per le problematiche citate sopra.
Per chi fà il mio mestiere, il boma avvolgibile rappresenta un bel business, visto l'importo considerevole della fornitura, quindi ne sentirete pochi parlarne male, anzi, ma purtroppo negli anni i vari produttori hanno sempre riproposto lo stesso prodotto, con poche modifiche e migliorie, peccato perchè se si riuscisse a risolvere alcune problematiche sarebbe una valida alternativa.
Di fatto tutti i produttori di alberi non lo realizzano, a parte Jhon Mast che però lo sconsiglia per barche oltre gli 11 metri e quelli che fanno alberi in carbonio destinati a barche da "vetrina" non pensate per navigare veramente e dove la domotica è più importante di qualsiai cosa. Cantieri come Amel e HR non lo forniscono nemmeno come .à, magari un giorno mi ci metto di impegno e comincio a ragionarci se trovo un alternativa ai punti critici, in fondo realizzarlo non sarebbe un grosso . a un costo umano
I terzaroli di fatto non si fanno, la stecca non riesce a tenere la base tesata con vento forte e la vela diventa un sacco.
Quando si vira di bolina con la balumina chiusa le stecche puntano verso l'albero ma non scaricando su un carrello portastecche, finiscono per bucare la vela in corrispondenza del gratile, infatti la vela deve essere realizzata apposta con grossi rinforzi in quel punto, ma purtoppo non possono essere troppo grossi se no non si avvolge, chi ce l'ha e la usa sa che la vela deve essere portata spesso in veleria.
L'issata è molto più faticosa che in una randa tradizionale, in quanto oltre al peso, devi vincere gli attriti di una randa inferita e quelli del meccanismo di avvolgimento (che però non sono molti) quindi è quasi obbligatorio avere un winch elettrico.
Per quanto riguarda il fatto che in ammainata tende a cadere fuori, non ho mai incontrato grossi problemi, basta lasciare un collo sul winch e frizionare la drizza.
Anche il peso del boma non è un grosso problema, se il sistema funzionasse bene, sarebbe un compromesso accettabile.
L'avvolgiranda nel boma è nato prima di quello sull'albero, la Proctor negli anni 70' su piccole barche, faceva avvolgere direttamente una randa semisteccata normalissima sul boma che ruotava con un riduttore a manovella posto sulla trozza, il sistema funzionava ma non c'era il vang, negli anni poi quasi tutti sono stati trasformati in boma tradizionali, anche perchè il meccanismo tendeva ad inchidarsi.
Il fatto che non sia molto diffuso questo sistema è dovuto principalmente al costo, nel mercato italiano, dove l'estetica prevale su tutto, non avrebbe difficoltà a trovare estimatori, nel meracto Francese e anglosassone dove si naviga spesso ridotti, non ha mai preso piede per le problematiche citate sopra.
Per chi fà il mio mestiere, il boma avvolgibile rappresenta un bel business, visto l'importo considerevole della fornitura, quindi ne sentirete pochi parlarne male, anzi, ma purtroppo negli anni i vari produttori hanno sempre riproposto lo stesso prodotto, con poche modifiche e migliorie, peccato perchè se si riuscisse a risolvere alcune problematiche sarebbe una valida alternativa.
Di fatto tutti i produttori di alberi non lo realizzano, a parte Jhon Mast che però lo sconsiglia per barche oltre gli 11 metri e quelli che fanno alberi in carbonio destinati a barche da "vetrina" non pensate per navigare veramente e dove la domotica è più importante di qualsiai cosa. Cantieri come Amel e HR non lo forniscono nemmeno come .à, magari un giorno mi ci metto di impegno e comincio a ragionarci se trovo un alternativa ai punti critici, in fondo realizzarlo non sarebbe un grosso . a un costo umano
