(11-11-2017 13:11)Tatone Ha scritto: [quote='refosco' pid='439139769' dateline='1510387868']
... e applicare un po' di scienza delle costruzioni? L'albero è sottoposto a sforzo di compressione (credo il maggiore degli sforzi) e a flessioni limitate (dalle sartie)laterali, ma che danno una deformata complessa, e in genere più ampie quelle longitudinali, soprattutto se l'albero è armato in modo da regolare l' abbananamento (penso sia la definizione più simpatica) per dare o togliere il grasso alla randa. L'imbozzamento visibile dove sta' rispetto le deformate possibili?? Si sa calcolare e prevedere? la sezione resistente a compressione probabilmente non varia di quasi niente (a meno che, come qualcuno ipotizza) non ci sia anche una riduzione dello spessore all'interno. Ma l'instabilità (imbozzamento = esistono calcoli per evitare l'imbozzamento) alle flessioni? Direi che avere la giusta sicurezza che la resistenza di quell'albero possa essere accettata come buona e sufficiente (anche con un certo margine per un coeff di sicurezza, sebbene ridotto rispetto l'albero intonso) è molto difficile e responsabilizzante per l'armatore e lo skipper, qualora in seguito ad incidente, l'albero dovesse venir giù. Si parla di rinforzi da applicare. Senz'altro possibili. Penso tutti noi abbiamo visto alberi in Al formati da parti giuntate (in genere con manicotto interno) e rivettate: la resistenza dell'albero è buona come un albero monolitico, SE la rivettatura è eseguita secondo alcune regole ben definite (normative per le chiodature e rivettature.... si pensi alla costruzione degli aeroplani). Mia opinione personale: metterei in budget un albero nuovo.... forse anche di seconda mano di altro tipo di barca, con le modifiche eventualmente necessarie e non influenti sui momenti d'inerzia della sezione. BV
Forse non hai letto bene sopra, ci sono le foto abbastanza ben esplicative. La bozza, importante, è tra base e prima crocetta, in una zona dove ad esempio lavora il tangone dello spi e dove certamente si sentono anche gli effetti della trozza del boma e dell'attacco crocetta, quindi non solo compressione ma anche taglio e flessione. Il profilo dell'albero nel punto della lesione ha un momento di inerzia che è irrimediabilmente compromesso, quindi qualsiasi riparazione deve anzitutto prevedere quantomeno un ripristino del momento d'inerzia di progetto. La scienza delle costruzioni va molto bene per i dimensionamenti statici, ma con la dinamica in gioco bisogna far ricorso a considerazioni più ampie: quando la barca naviga di bolina contro onda e l'albero "pompa" per inerzia, la sezione indebolita in quel modo potrebbe collassare improvvisamente sotto la somma degli sforzi di compressione e di flessione indotti dal pompaggio.
Vero che cambiare l'albero è la soluzione definitiva, ma ce n'è anche qualcun altra non così drastica e costosa...
[/quote... per un po ' di polemichina:...cito: le " flessioni limitate (dalle sartie)laterali, ma che danno una deformata complessa," e poi:..."Penso tutti noi abbiamo visto alberi in Al formati da parti giuntate (in genere con manicotto interno) e rivettate". Penso che ancora adesso i codici per i ponti ferroviari (italiani) in acciaio per resistere a fatica prevedano solo la chiodatura.... un boiatina- Per gli aeroplani si è passati anche all'incollatura!