la ricarica perfetta
Penso che uno dei temi più trattato nel forum sia l’impianto elettrico della barca e la scelta delle batterie. Sul secondo argomento già esiste una discussione molto ampia e perciò lo lascio stare, mentre vi propongo di affrontare insieme il primo tema e cioè “le soluzioni” per i sistemi di ricarica delle batterie di una imbarcazione.
Ovviamente esistono varie possibilità per realizzare un impianto, proverò a riassumerle.
Non vorrei prendere in considerazione sistemi poco funzionali ed efficaci proposti in passato ma ormai da considerare vetusti.
Nel seguito provo ad elencare alcune possibili soluzioni e conto nella vostra partecipazione per implementare con maggiori dettagli ed esperienze le descrizioni dei sistemi proposti e/o l’aggiunta di altri sistemi.
Soluzione 1-a
Questa è forse la soluzione più ovvia, classica ed economica.
Ipotesi di base:
- due banchi batterie, servizi e motore, totalmente e sempre separati sia in carica che scarica (tranne casi particolari che vedremo)
- ricarica con alternatore e/o con caricabatteria da banchina a 220V
La carica dell’alternatore viene suddivisa da un ripartitore di carica (a diodi-elettronico) ai due gruppi batterie che si ricaricano indipendentemente l’uno dall’altro in funzione dei loro specifici livelli di carica.
Il ripartitore può essere di varia qualità, efficacia e prezzo:
- economico a diodi con perdita di voltaggio di circa 0.5 V e quindi la carica è meno efficiente
- con diodi a bassa caduta di tensione, min. 0.1 V, con carica più efficiente
- gestito elettronicamente con ulteriore ottimizzazione della carica dei singoli banchi (tipo pro-split)
Con questo sistema, qualora l’alternatore lo permetta, è fondamentale portare il cavetto dell’alternatore che sente il Voltaggio, a valle del ripartitore, meglio all’uscita che va ai servizi in modo da far sentire all’alternatore il Voltaggio più penalizzato del banco servizi. Ciò indurrà l’alternatore a fornire maggiore carica.
Il difetto di questa soluzione risiede nel funzionamento di un comune alternatore che per sua natura è portato a far decrescere velocemente nel tempo l’amperaggio di carica a prescindere dalla carica delle batterie. Altro difetto con un comune ripartitore è che la carica dell’alternatore non segue cicli ottimizzati per le varie fasi ne le tensioni sono selezionabili in funzione della tipologia delle batterie.
Il carica batterie da banchina a 220 V, se dispone di più uscite separate, queste saranno collegate direttamente ai vari banchi batterie; se invece ha una sola uscita, questa sarà collegata al ripartitore che provvederà a ripartirla separatamente ai vari banchi.
Soluzione 1-b
Ipotesi di base:
- due banchi batterie, servizi e motore, totalmente e sempre separati sia in carica che scarica (tranne casi particolari che vedremo)
- ricarica con alternatore e/o con caricabatteria da banchina a 220V
- adozione di un carica batteria intelligente elettronico che prende la carica dell’alternatore e/o del caricabatterie a 220V e la utilizza per fornire una carica da inviare alle batterie (tipo Pro-Alt)
Quindi La carica dell’alternatore (o quella del carica batterie da banchina a 220 V) viene inviata ad un caricabatterie elettronico che gestisce in modo ottimizzato e separato le varie fasi di carica dei diversi banchi batterie. Il ripartitore può gestire le varie fasi di carica ottimizzando il Voltaggio e l’amperaggio in funzione del livello di carica delle batterie e della loro tipologia costruttive. Anche in questo caso necessita portare il cavetto dell’alternatore che sente il Voltaggio direttamente al ripartitore che potrà così gestire l’eccitazione dell’alternatore. Il caricabatterie intelligente stimola l’alternatore per farlo lavorare a regimi superiori a quelli soliti per ottenere una carica intensa e duratura nel tempo. Così si raggiungono livelli di carica delle batterie prossimi al 100%, non raggiungibili con gli altri sistemi.
Soluzione 2
Ipotesi di base:
- due banchi batterie, servizi e motore, totalmente e sempre separati sia in carica che scarica (tranne casi particolari che vedremo)
- ricarica con alternatore
- adozione di un carica batteria elettronico che prende la carica della batteria Motore (caricata dall’alternatore) e la utilizza per fornire una carica ottimizzata da inviare alle batterie servizi (tipo Ctek 250S o Procharge)
Il caricabatterie elettronico assicura una carica ottimizzata come cicli, voltaggio e amperaggio alle batterie servizi. Inizia a prendere l’energia dalla batteria Motore quando questa ha Voltaggio superiore ad una soglia (motore acceso) e si interrompe quando il valore scende sotto una soglia (motore spento)
Soluzione 3
Ipotesi di base:
- due banchi batterie, servizi e motore, totalmente e sempre separati sia in carica che scarica (tranne casi particolari che vedremo)
- ricarica con alternatore
- adozione di un alternatore di potenza e di un regolatore esterno (tipo Pro-reg) che regola la carica dell’alternatore ottimizzandola principalmente per le esigenze della batteria servizi.
La carica dell’alternatore viene regolata dal regolatore elettronico esterno e inviata ad un ripartitore di carica che la smista tra la batteria motore e il banco servizi.
Soluzione 4
Ipotesi di base:
- due banchi batterie, servizi e motore, totalmente e sempre separati sia in carica che scarica (tranne casi particolari che vedremo)
- ricarica con alternatore
- adozione di un alternatore di potenza e di un regolatore esterno che regola la carica dell’alternatore.
- La carica va dall’alternatore al banco servizi e quando questo raggiunge un determinato valore della Tensione, un relais lo mette in parallelo con la batteria motore per la sua carica. Quando la tensione del banco servizi scende al di sotto di un determinato valore (motore spento) il relais apre il parallelo.
Mi fermo qui ma ovviamente ci sono altri schemi attualmente utilizzati altrettanto efficaci che potrete descrivere.
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