corto-armitage
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RE: Ricarica batteria elica di prua - problema
Cercando di non tediare. Riassumendo, lei dice che non bisogna fare riferimento alle tabelle ISO che andrebbero riservate ai tecnici in grado di interpretarle, ma alla sua regola di 3mm2 per ampere. Io invece ritengo che:
1. Sia meglio fare riferimento alle tabelle ISO che non alla regola 3mm2 per ampere, o a qualsiasi opinione di sconosciuti sul forum, a partire da me. Se non ci si sente all'altezza di interpretare le regole allora penso si debba fare riferimento a un tecnico di fiducia.
In ogni caso, che la regola che lei dà è non dico "una boiata immonda" ma imprecisa a prescindere, perchè il rapporto tra sezione e amperaggio come si evince dalle tabelle varia al variare dell'amperaggio e dipende anche dal tipo di uso. 8mm2 per un WC da 25A non credo li abbia nessuno? Lei li usa sulla sua barca?
2. Il fatto che tra i fattori vi siano le temperature ambientali e il posizonamento del cavo non è un dato di difficile interpretazione comprensibile solo ai tecnici, ma qualcosa chiaramente specificato nelle tabelle e ancora piu' chiaramente nei manuali che vi fanno riferimento, almeno quelli che ho letto io.
3. Sulla cavo per il caricamento forse non ho capito il problema nel qual caso mea culpa. Volevo dire che se ho un cavo che va da una fonte di caricamento (diciamo alternatore) alle batterie mi pare che il cavo debba essere dimensionato sull'alternatore stesso. Nella mia barca ho un alternatore da 35A. Il motorino di avviamento arriva a 130 ampere. Il cavo originale è da 6mm2 come immagino sulle centinaia di migliaia di automobiuli basate sul XDP4.9. Doveva essere invece da 25mm2? E se è così perchè non si è squagliato?
p.s. Per quanto riguarda i suoi attacchi ad hominem, quando dicevo "io seguo quelle" intendevo dire che lo faccio sulla mia barca. Sono un docente di materie letterarie all'università. Ogni volta che metto mano i cavi uso le tabelle e i cavi sono sempre piu' spessi di quelli originali che pure sono durati 40 anni. Se la cosa le sembra pericolosa pazienza.
(28-07-2019 12:41)Lupo Grigio Ha scritto: Riprendo questo post dopo averci un po' pensato, perché come prima reazione mi era venuta una stanchezza ed uno sconforto da farmi cedere al nichilismo, per cui mettere sull'avviso altri su temi simili è come scontrarsi con i mulini a vento. Ogni tanto, sul forum, temi simili (non solo legati al dimensionamento dei cavi, che è roba tecnica proprio specifica), ma anche altre questioni molto peculiari, finiscono per suscitare una pletora di posizioni che stimolano gli intervenuti a voler "mantenere il punto" per ragioni di polemica e forse orgoglio, usque ad mortem, e chissenefrega dell'eventuale contenuto deviante, o poco chiaro, o poco digeribile per chi di quella materia capisce poco.
Poi, ieri, mi è ricapitata davanti agli occhi una delle 650 foto scattate a bordo per un'indagine su un incendio causato dal circuito di alimentazione di un'elica di manovra, e mi sono ricordato di come mi fossi convinto, in quella occasione, di che colpo di fortuna avevano avuto quelli a bordo, per essere riusciti ad accorgersene in tempo, ad abbandonare la barca prima che buttasse veramente male, che a bordo non c'erano bambini, ecc...
Barca nuova di pacca, addirittura prima della consegna, e non al cliente, ma al dealer che doveva poi rivenderla, si noti bene.
E così, eccomi qui, a tentare di spiegare meglio qualche punto.
Le norme, corto-armitage, bisogna leggerle con calma, per bene e con background adeguato (perché sono destinate a tecnici): la ISO 10133, in quella benedetta tabella a pag. 10, specifica "for single conductors" che non deve intendersi semplicemente "per il singolo conduttore", bensì "per conduttore isolato in aria" (in funzione della resistenza a temperatura del materiale della guaina di isolamento che può essere di vari tipi). Dirò di più: basta andare a consultare una qualsiasi delle moltissime tabelle di prestazioni compilate dai produttori di cavi elettrici, per capire che (com'è ovvio) chi poi di quei cavi deve rispondere, spiega con dovizia che il dimensionamento dei cavi deve tener conto di:
- temperatura ambiente (l'indicazione standard è a 30°C, ma e si va sopra c'è la sua brava formuletta o tabellina per l'incremento della sezione),
- giacitura del cavo, in orizzontale e libero in aria (ma se non è "in aria" ma è poggiato su una superficie, oppure peggio è in un conduit, in un gavone o passaggio ristretto, non da solo ma stretto con fascette ad altri cavi (addirittura, si specifica se i cavi sono affiancati oppure raccolti in fasci più o meno grossi)), c'è un'altra tabellina con l'incremento, ancora, delle sezioni.
Per dare un'idea concreta, lo stesso cavo, di ottima qualità, tipico per installazioni navali, siglato N07-VK, con guaina in pvc ad alta resistenza, se la temperatura passa da 30°C a 50°C (cosa che, come capisce chiunque vada in barca, d'estate, può accadere), la portata ammissibile di corrente va moltiplicata per 0,71 (!!!): da 40 A (giusto per fare un caso pratico) si passa a 28,4 A massimi ammissibili. A 60°C, il fattore di correzione è 0,5 (la metà).
Se nello stesso passaggio o canalizzazione ci passano due cavi (ad esempio, il positivo ed il negativo dell'elica di manovra, che per definizione sono percorsi dalla stessa corrente e quindi "scaldano" uguale ciascuno dei due) e sono fascettati (stretti) insieme, il fattore di correzione ulteriore è 0,8, per cui dagli originali 40 A ammissibili si arriva alla fine a 22,7 A. E quindi, se devo farci passare 40 A in quei cavi (perché quell'utenza, quello "ciuccia"), devo sovradimensionarli secondo i fattori di correzione appena descritti (giusto per fare due conti, dagli 83 A iniziali dell'esempio del salpaancora, si passa ad un cavo capace di portare 146 A).
Se poi il cavo passa per il vano motore, oppure dove c'è altra fonte di calore, la situazione peggiora ulteriormente (io personalmente, a fine navigazione, in estate, nel vano motore di un Grand Soleil ho misurato temperature superiori ai 75°C).
Ecco perché avevo dato come buona regola cautelativa, di non superare i 3 A per mmq.
Nel caso dell'incendio di cui sopra, era emerso con chiarezza che è impossibile prevedere quanto il manovratore insisterà nell'uso del thruster in manovra, se le cose si fanno difficili, senza tener conto del fatto che, per esempio, possono pure "incollarsi" i contatti del relè di azionamento e se lo skipper non se ne accorge subito e non realizza che l'unica manovra da fare è aprire il sezionatore del thruster, si fa presto a fare il guaio.
Secondo punto: chi ha mai detto di usare i "Faston" (assurdi, per tali applicazioni)? Io ho detto altra cosa: ho detto che mentre collegare un cavetto minuscolo ad un capocorda tipo Faston è cosa facile, lavorare montando un capocorda adeguato su cavi di spessore massiccio (com'è nel nostro caso) è roba da esperti e con attrezzature adeguate.
Terzo punto: la questione della dimensione del cavetto "per la sola ricarica", che secondo lei va bene pure se lo dimensiono solo per la corrente massima erogabile dall'alternatore. Il "cavetto", non è "buon senso", è una minkiata immonda (si può dire "immonda"?): chi aveva chiesto consiglio aveva detto chiaramente che intendeva mettere in parallelo le due batterie, con quel "cavetto": orbene, quando le batterie sono in parallelo, la corrente che passerà dipende dalla cessione di energia tra le due batterie stesse (riequilibrio della carica) e poi dall'assorbimento dell'utenza (il thruster, appunto), ed in un parallelo di tal fatta la corrente che passa per il singolo conduttore (ed il suo effetto termico, vedi sopra) dipenderà da fattori che sono completamente fuori controllo del nostro amico, come ad esempio la resistenza di contatto tra i capicorda, l'ossidazione presente su un morsetto e sull'altro di meno, un serraggio più forte da una parte e meno sull'altra, ecc...
Che c'entra la corrente erogata dall'alternatore o dal caricabatterie?
Da ultimo: ad un certo punto della sua "correzione" lei scrive: "... io, comunque, seguo quelle..." (credo di capire si riferisca alla norma ISO10133 e che lei le segua forse facendo installazioni elettriche). Ma lei fa il progettista di impianti elettrici navali o, come leggo dal suo profilo, il "traduttore, consulente, docente"? Docente di che?
Non le viene il dubbio di esporre altri a rischi di potenziale pericolo con le sue "correzioni" al ribasso (ribasso di sezione, di dimensioni, di cautela in sostanza)?
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