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Vecio AdV
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RE: “conversione” alluminio-carbonio
@cormax come tutti quelli che poi le cose le fanno descrive bene la condizione tecnica e "psicologica" di chi si mette a costruire in carbonio...il disagio di lavorare con un materiale non isotropico e sopratutto per il quale la lavorazione conta piu del materiale stesso. A compressione il composito di carbonio e' un supermateriale ma.. si scontra con la fisica del carico di punta e con la sezione di inerzia, specie quando costruisci per laminazione di pelli. Nel reale la differenza di peso (nulla a che vedere col dato teorico) e' insignificante fino a dimensioni importanti, e anche allora si ragiona di differenze a livello di decimali. altro farci le sartie, altro usarlo per pezzi che lavorino a flessione, dove la sua resistenza a trazione si fa carico delle sbavature di produzione. per polemizzare un po mi verrebbe di dire che il modo tubolare e' quello meno intelligente e piu critico di usare...eppure e' anche il piu usato perche il suo pregio maggiore e' di essere facile da laminare, nulla a che vedere col kevlar che non sai mai se l' hai impregnato bene che col vetro (che come modulo senza star li a tirarsela tanto siamo li) un estruso di alluminio e' perfettamente ripetibile, testabile, calcolabile al centesimo, con i compositi per avvicinarsi coi calcoli alla realta c'e' la poltrusione ed il winding filament, con il modo "pelli" il rischio di rotture impreviste e' altissimo, non basta metterlo in autoclave, ci vuole una precisione nella lavorazione che non e' "umana".
amare le donne, dolce il caffe.
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06-05-2020 08:54 |
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