(15-07-2020 18:14)Dato Ha scritto: Anche l'argomento del margine in spessore mi sembra interessante.
E' una delle cose che ho imparato tenendo la barca alla boa ed essendo responsabile del mio ormeggio, dal corpo morto alle bitte a prua. Se photobucket mi lasciasse, posterei una foto che ho fatto apposta per questo thread l'altro ieri per mostrare cosa succede a una catena dopo due anni di lavoro normale sott'acqua. Consiglio di ingrassare i filetti dei perni dei grilli e di bloccarli con filo di acciaio inossidabile e fascette da elettricista. I filetti sono la prima cosa ad essere corrosi e i perni escono dai buchi dei grilli con una facilita' incredibile dopo un po' di tempo, soprattutto se sono di fabbricazione sospetta, nel nostro caso Cinese. cosa che fa' pensare anche agli ormeggi al gavitello: in fondo ci si fida delle catene e dei grilli degli altri...
Ho constatato che il principio della distribuzione dei pesi e' molto soggettivo, il taglio particolare del mio scafo predilige il peso a prua, se non altro per alzare la poppa in certe andature.
In regata usiamo l'ancora solo quando non c'e' vento per evitare che la corrente ci porti via quindi: Danforth di 8 libbre che tiene benissimo sul nostro fondale, 6 piedi di catena, il resto tessile. In crociera vado blindato: Storm anchor, catena di 50 metri e il resto tessile. Mai usata. La piccolina da 8 libbre ha tenuto benissimo la nostra barca da 30 piedi per ora fino a 40 nodi di vento sostenuti. La chiave e' il fondale, noi abbiamo fango.