Ogni azienda ha il "suo" prodotto.
Di solito, a seconda dello stato (dopo un "saggio") si introduce una dose massiva (giusta quantità' a seconda del trattamento richiesto se d'urto o meno) di prodotto adatto e si lascia agire almeno 24/48 ore. Dopo si fa la dialisi partendo da filtri puliti (e si cambiano a seconda delle necessita' ma almeno un'altra volta. Il serbatoio deve essere almeno a 2/3 (per arrivare a puliire le parti "alte").
Ma, al di là’ della pulizia con apparato "dialisi", degli ottimi filtri Racor 1000 o 500 micron (il mio motore, vecchio, ha la bocca buona ma chi ha un nuovo common rail deve starci giustamente attento), della filtrazione continua prendendo il gasolio solo da distributori stradali, filtrarlo ad hoc ogni volta … tutto ottimo, tutto perfetto … ma
va cambiato il paradigma a cui siamo abituati (fino ad oggi) perché è cambiato il gasolio. Va aggiunto “sempre” il biocida a pena di ritrovarsi presto con il serbatoio sporco/intasato.
Che io sappia son rimasti pochissimi i gasoli senza una percentuale di Bio (neanche lo Shell VPower che mi par ne abbia almeno il 5%. Solo agip bluediesel, o qualcosa del genere, forse è ancora al fossile puro … ma non ci scommetterei).
A maggior suffragio della tesi (non mia) che oggi il problema non e' piu' solo la pulizia ma la regolare aggiunta di biocida (al rifornimento), riporto un passo saliente della sk tecnica di un prodotto ("biocida" ... mi ripeto) :
Citazione:IL PROBLEMA DELLE ALGHE NEL GASOLIO : CAUSE
La presenza di alghe nel gasolio sta diventando un fenomeno molto frequente, che origina spiacevoli intasamenti dei filtri gasolio equipaggiati sui veicoli o cisterne di stoccaggio.
La principale causa di questa nuova problematica è l’aumento della
*percentuale di gasolio di origine vegetale (comunemente chiamato “biodiesel”) nel gasolio commerciale: il biodiesel infatti è in grado di contenere (solubilizzandola completamente) una quantità maggiore di acqua rispetto al gasolio di origine completamente minerale.
La porzione di acqua disciolta nel biodiesel non comporta necessariamente conseguenze dannose per gli impianti e i motori: si tratta infatti di tracce di acqua solubilizzata (quindi non separata o in sospensione) misurabili nell’ordine di pochi grammi per tonnellata; tuttavia questa presenza garantisce un “terreno fertile” per lo sviluppo e la riproduzione di forme organiche quali funghi e batteri (comunemente dette “alghe”).
Il fenomeno è poco frequente nei gasoli di origine completamente minerale (ovvero raffinate dal petrolio greggio) che contengono tracce d’acqua fino a 15 volte inferiori rispetto al biodiesel (100 ppm di acqua solubilizzata in gasolio minerale contro 1500 ppm del biodiesel).
PERCHE’ NON BASTA FILTRARE IL GASOLIO CONTAMINATO
Funghi e batteri contenuti nel gasolio proliferano (ovvero si riproducono) molto velocemente: nel giro di 10 ore il loro numero può crescere da 1 singola unità fino a 10 miliardi di unità. Filtrare tutto il gasolio contaminato serve a poco, in quanto nel giro di qualche ora il problema tende a ripresentarsi. Per fermare la riproduzione occorre agire con dei prodotti chimici appositi (biocidi).
I biocidi non eliminano le alghe già presenti : semplicemente ne interrompono la riproduzione. E’ normale quindi che dopo l’uso di un additivo biocida i filtri continuino per breve tempo ad intasarsi : il fenomeno tende a diminuire velocemente in pochi giorni fino a scomparire. Solo in casi di estrema contaminazione è consigliabile filtrare tutto il gasolio con appositi apparati filtranti.
Alcuni fattori facilitano la riproduzione delle alghe :
- acqua già presente sul fondo del serbatoio
- temperatura di stoccaggio (il calore estivo
facilita la riproduzione; il freddo invernale la
rallenta)
- frequenti sbalzi termici tra giorno e notte (tipico
del periodo primaverile), che causano formazione di condensa che si deposita sul fondo del serbatoio