13-09-2022, 06:04
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-09-2022, 06:16 da opinionista velico.)
Non mi esprimo sui pro e i contro dell’autocostruzione perché sono valutazioni molto influenzate da aspetti individuali e personali (qualcosina l’ho costruita anch’io e non ho mai rimpianto le tantissime ore trascorse in “cantiere” invece che in mare, anzi….).
Concordo con l’arch. Foschi che un 10% di riduzione non influisca più di tanto (ancora meno se si tratta del 5%), soprattutto in barche così piccole le cui prestazioni (più crocieristiche che corsaiole) sono molto influenzate anche dal peso dell’equipaggio e di quant’altro viene caricato a bordo. Usando correttamente Rhino l’operazione di scalatura sarà anche precisa. Personalmente tra il 95% scalato e il 100% del progetto originario, mi farebbe propendere per quest’ultimo, allargando e/o allungando casomai un pochino il tendone (ho lavorato anche in spazi più stretti rispetto alle proporzioni descritte, tra cui un angolo del soggiorno di casa).
Concordo altresì con l’arch. Foschi sulla grande utilità di realizzare prima un modellino in scala 1:10. In tutte le mie autocostruzioni (che sono state anche autoprogettazioni seguendo gli insegnamenti di Larsson ed Eliasson, ma anche di tanti altri in lingua italiana per me molto più comprensibile dell’inglese……) ho sempre proceduto in questo modo, realizzando prima un modello in cartoncino pressato per poi passare al modello in compensato di betulla sottile per modellismo. Se poi si lavora su un progetto scalato da chi non ha esperienza progettuale e neppure esecutiva in queste lavorazioni, lo riterrei un passaggio inevitabile che con qualche decina di euro e di ore di lavoro potrebbe evitare spese e perdite di tempo ben più grosse per rimediare gli errori durante la costruzione in scala 1:1.
Orientativamente i rapporti tra spessore del compensato di betulla per il modello 1:10 e spessore del compensato di okume per l’originale 1:1 sono i seguenti:
- betulla 0.8 mm equivalente a okume 4 mm
- betulla 1,2 mm equivalente a okume 6 mm
A chi non ha esperienza nell’impiego della resina epossidica suggerisco di scaricarsi da Internet il manuale della West System (c’è anche la versione italiana), di stamparlo, di leggerlo attentamente (incluse le caratteristiche e l’uso dei vari additivi) e poi di tenerlo sempre in cantiere per consultarlo al bisogno.
Concordo con l’arch. Foschi che un 10% di riduzione non influisca più di tanto (ancora meno se si tratta del 5%), soprattutto in barche così piccole le cui prestazioni (più crocieristiche che corsaiole) sono molto influenzate anche dal peso dell’equipaggio e di quant’altro viene caricato a bordo. Usando correttamente Rhino l’operazione di scalatura sarà anche precisa. Personalmente tra il 95% scalato e il 100% del progetto originario, mi farebbe propendere per quest’ultimo, allargando e/o allungando casomai un pochino il tendone (ho lavorato anche in spazi più stretti rispetto alle proporzioni descritte, tra cui un angolo del soggiorno di casa).
Concordo altresì con l’arch. Foschi sulla grande utilità di realizzare prima un modellino in scala 1:10. In tutte le mie autocostruzioni (che sono state anche autoprogettazioni seguendo gli insegnamenti di Larsson ed Eliasson, ma anche di tanti altri in lingua italiana per me molto più comprensibile dell’inglese……) ho sempre proceduto in questo modo, realizzando prima un modello in cartoncino pressato per poi passare al modello in compensato di betulla sottile per modellismo. Se poi si lavora su un progetto scalato da chi non ha esperienza progettuale e neppure esecutiva in queste lavorazioni, lo riterrei un passaggio inevitabile che con qualche decina di euro e di ore di lavoro potrebbe evitare spese e perdite di tempo ben più grosse per rimediare gli errori durante la costruzione in scala 1:1.
Orientativamente i rapporti tra spessore del compensato di betulla per il modello 1:10 e spessore del compensato di okume per l’originale 1:1 sono i seguenti:
- betulla 0.8 mm equivalente a okume 4 mm
- betulla 1,2 mm equivalente a okume 6 mm
A chi non ha esperienza nell’impiego della resina epossidica suggerisco di scaricarsi da Internet il manuale della West System (c’è anche la versione italiana), di stamparlo, di leggerlo attentamente (incluse le caratteristiche e l’uso dei vari additivi) e poi di tenerlo sempre in cantiere per consultarlo al bisogno.
