Citazione:Vince_VR ha scritto:
LiberaMente, la barca che hai timonato era bilanciata neutra, l'effetto orziero non era dato dai timoni ma dallo scafo, che in caso di sbandamento otre lo spigolo diventa orziero, sia per motivi di sicurezza (orzando la barca si ferma) sia per segnalare che qualcosa non và nella regolazione, e quindi o più peso in falchetta (equipaggio o ballast) oppure aprire la randa in alto.
Effettivamente è la soluzione migliore perchè finchè il vento è moderato tu puoi condurre la barca senza alcun angolo sulla pala, quindi col minor attrito possibile, mentre se tu avessi una configurazione ardente, come si usava una volta con gli scafi stellati, saresti costretto a dare continuamente piccoli angoli alla poggia, che alla fine creano attrito e resistenza.
Vince, veramente la barca che ha timonato riccardo era la mia, quindi la conosco molto bene ...
E comunque la dico meglio:
Barca piatta neutra (tra l'altro con i due timoni immersi grande stabilità di rotta), barca che sbandando resta neutra fino a circa 20 gradi, poi diventa leggerissimamente orziera, ma giusto quel tanto che basta perchè, di bolina stretta, la conduzione faccia guadagnare qualche metro al vento piuttosto che perderlo, barca che quando supera lo sbandamento ideale legato allo spigolo accentua fortemente la tendenza orziera.
Da tener presente che i timoni sono piuttosto piccoli, con corda limitata e profilo sottile, come pure la lama di deriva. La barca si timona con un dito fino a certi angoli di sbandamento, poi però quando parte non la riprendi più, con una discontinuità di comportamento più accentuata delle carene tonde.
Inoltre la randa, nel piano velico di ArgEste, è molto importante, e per la conduzione un buon coordinamento timoniere/randista è indispensabile. Alle portanti, con vento forte, la tela a prua non è un problema, ma oltre i 23-24 nodi è necessario ridurre randa, per mantenere la barca equilibrata e evitare straorze, oltre a usare i ballast per tirarle su il naso.
Ho portato lo spi di testa sina a 33 nodi, ma con due mani alla randa.