Williwaw
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Muta e bombole
C'e' stata una domanda sulla sovradistensione polmonare.
Permotivi professionali mastico un po'dell'argomento.
I polmoni hanno un volume totale dicirca 4-5 lt, dei quali 600 cc di volume corrente, quello che si muove in ogni atto respiratorio (di questi ultimi solo 350 finiscono negli alveoli). La capacità vitale forzata, e cioè l'aria che puo essere mossa in un atto respiratorio massimale (insipazione massima + espirazione) è di circa 3 lt.
Tenete conto che il polmone è un organo molto elastico e che, al contrario di una palla, è in contatto con l'esterno mediane le vie aeree.
Quando un aereo sale, ad ogni 1000 mt di altezza corrisponde una diminuzione di pressione atmosferica esattamente inversa a quella di una immersione a 10 mt. Questo significa che durante un decollo, nel tratto che va da 0 a 1000 mt (anche se gli aerei salgono a 10000, la cabina è pressurizzata a circa 1400), si vive una esperienza esattamente sovrapponibile a quella di una rapida risalita da 10 mt a 0. I pericoli possono nascere quando vi sono stati patologici come bolle isolate nel parenchima o subpleuriche come nei pneumotoraci recidivanti. Fortunatamente per noi si tratta di organi molto elastici e resistenti (toccarli da' una piacevole sensazione di spugna soffice ed elastica). Pertanto parlare, in caso di risalite di due metri di lacerazioni alveolari è, a meno di condizioni chiaramente patologiche, come quelle ricordate, inesatto.
per Alessando: è chiaramente una questione semantica. Io semplicemente non adopererei le percentuali per sottolineare che ogni 10 mt c'è una atmosfera in più. Il dato 50% potrebbe far pensare a chi non lo tiene ben presente che la progressione di sovrappressione non sia costante. In termini volumetrici è invece del tutto corretto.
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09-03-2011 07:11 |
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