IanSolo
Vecio AdV
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voltmetro digitale
Concordo pienamente con Danielef, aggiungo pure che l'elettrochimica (come gia' dissi sono un chimico che si e' occupato a fondo di tante cose fra cui queste) descrive chiaramente i fenomeni di cui si sta parlando in particolare nel caso di variazioni di potenziale a fronte di variazioni di concentrazione dell'elettrolito (densita' diversa = concentrazione diversa), sono certamente relazioni complesse ma ben delineabili che, nel caso di una cella di qualunque eta' ma in buono stato (questa deve essere ed e' la normalita', le anomalie sono un caso a parte) sono abbastanza prevedibili sia pure con le ampie tolleranze di misura dovute a temperatura e vetusta' tanto che su questi andamenti si basano gli algoritmi dei moderni caricabatteria.
Non sono comparabili i comportamenti di batterie di differente tecnologia e non e' il caso di portarli come riferimento.
Per il comune utilizzatore la misura della densita' dell'elettrolita non e' solo scomoda, e' anche pericolosa (acido solforico intorno al 50%) e talora impossibile nel caso di batterie sigillate, al GEL o AGM, ci si deve adattare quindi alla sola valutazione tramite la misura della tensione che, milioni di batterie in uso lo dimostrano, fornisce indicazioni operative non tanto errate.
Non c'e' nessuna controindicazione a caricare una batteria che sia contemporaneamente in uso, il caricabatterie (in particolare i piu' moderni) ne tiene conto e si regola di conseguenza, in ogni caso sottrarre corrente con un utilizzatore significa solo ricaricare a corrente piu' bassa e cio' non fa male se non si ha fretta (salvo il solo caso della sporadicamente necessaria fase di equalizzazione).
I voltmetri economici possono essere non ben calibrati e' vero ma sono (per costruzione) molto ripetibili e poiche' ogni batteria e' praticamente un caso a se sono adeguati per fare una valutazione utilizzabile.
I fusibili sono degli elementi costituiti da un tratto di filo a bassa temperatura di fusione per far si che quando la corrente e' tanto forte da far rischiare la fusione di qualche parte del circuito essi cedano per primi limitando i danni, non e' quindi corretto (e' anzi pericoloso) suggerire di installare fusibili con valore nominale superiore alla capacita' normale di trasporto della corrente di un cavo conduttore (e' stato citato un cavo da 0.75 mmq previsto per 0,75x6=4,5A e si e' suggerito un fusibile da 10A). Le norme vietano altresi' questo comportamento (si vedano CEI 32-1, EN 60269, IEC60269) e suggeriscono inoltre che l'elemento di protezione abbia un valore nominale il piu' vicino possibile alla corrente assorbita dall'utilizzatore.
Asserire la malafede di qualcuno (cito : --- i produttori di batterie che dichiarano valori di tensione corrispondenti alle percentuali di carica residua della batteria lo fanno in malafede ---) richiederebbe di portare prove certe e ben documentate a suffragio dell'affermazione, ritengo che, nella foga di scrivere, si sia voluto dire che si tratti di informazioni troppo semplificate per avere valore utile.
Non avevo intenzione di intervenire perche' siamo notevolmente fuori argomento e non desidero che questa mia nota faccia ulteriormente deragliare una discussione che ha ormai perso di vista la domanda iniziale.
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15-04-2011 19:56 |
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