Ma lo sai la differenza come ritiro, rigidità, coefficiente dielettrico, passivazione indotta e resilienza residua tra resina isoftalica ed epossidica?
Ma ti rendi conto che ogni ondina, ogni rinforzo di vento, ogni carico mal distribuito si riverbera sulle superfici discontinue generando delle microfatture che neanche tanto alla lunga possono portare a collasso le parti adiacenti ai rinforzi strutturali?
Per non parlar poi della diversa reticolazione che i due materiali causano agli strati sottostanti!
Comunque, a lungo andare, praticamente avrai due scafi che tenderanno ciascuno, in funzione del coefficente di angolazione perianale della losca, ad andare ciscuno su traiettorie tangenti all'asse di rifrazione della molecola preponderante.
Consiglio da amico(dV): armati subito di una ottima rotorbitale con carta da 800 e provvedi a portare subito l'antiosmosi ad uno spessore non inferiore a 142 µm ( per mantenere la barriera osmotica) ed i 364 µm ( per evitare le fenomenologie sopra esposte ).
Ribadisco comunque che lo skinder se ne fa un baffo delle tue 8 mani, visto che se hai dell'acqua in sentina questa falsa le misure anche dopo un paio di centimetri di vetroresina.