RE: Astuccio Nanni
Dunque, sì, è una cosa un po lunga e - come si dice - una foto vale più di mille parole, ma non ho capito bene come si fa ad allegarle (se mi aiutate, grazie mille!).
Bene: avevo questa linea d'asse che mi aveva formidabilmente stracciato i maroni per svariatissimi motivi. Il primo, che pochi ci capivano qualcosa (e alla fine ho dovuto capire io), poi che dopo poche ore (150, 200 circa) tornava a fare acqua. Infatti c'è chi dice che quei para-acqua (in realtà normali CORTECO paraoli) non durino più di quelle ore. E va bene, uno li cambia e via. Ma cambiarli era sempre un casino notevole di monta-smonta, e non si era mai sicuri (lunette, spinette, cazzettini vari, eccetera) che alla fine l'asse fosse rimontato giusto. Poi aveva cominciato a fare un trooon-trooon che si era sicuri fosse l'asse, ma non si capiva il dove come e perché (poi si è capito). L'estate scorsa, acqua a fiotti dall'asse. Si stava smotorando allegri alla mattina presto verso Trizonia quando è partita la pompa automatica. Come nella teoria del Complotto Universale "tout se tient", nel mio caso questo asse significava anche un montaggio non ortodosso del motore, cioè non con normali piedini antivibranti, ma verso poppa due tamponi di gomma infilati orizzontalmente in due forchette di acciaio resinate allo scafo (sì lo so, chi ha concepito il tutto è un nemico dell'umanità). Quindi con acqua a fiotti più o meno al traverso di Oxia, un esame veloce stabiliva che uno di quei tamponi era collassato e il motore si era disallineato. Ad ottobre poi, salvate le ferie agostane con varie e contrastate vicissitudini in quel di Messolonghi, entravo in barca armato di frullino deciso a mettere a nudo la filettatura dell'astuccio su cui era avvitato il sistema che conteneva i cortechi e il cuscinetto reggispinta. Be' Zuanelli ha la colpa originaria di questo asse, ma non si può rimproverargli di avere risparmiato sulla resina nell'affogare l'astuccio. Tre giorni ci ho messo per scendere di circa 10 cm nella resina e potere liberare tutto attorno alla fine dell'astuccio. A quel punto, con colpi di frullino da invasato anche sul premistoppa in ottone, sono riuscito a svitare il tutto salvaguardando la filettatura dell'astuccio, cosa che mi premeva enormemente: combinato quell'irrimediabile casino, quella filettatura restava la mia linea del Piave mia ultima speranza nel potere rimontare in qualche modo qualcosa di nuovo. Infatti su quella filettatura mi sono fatto fare una boccola (c...z sapessi come mettere le foto...) che si avvitasse sull'astuccio e sporgesse con tubo di diametro 45 per imboccargli una qualunque e dico ragazzi e sottolineo qualunque altra tenuta. Cioè insomma, che tenuta poi scegli non è IL problema, non è un problema. A questo punto puoi metterci dal buon vecchio premitreccia con corda grassa, alla tenuta meccanica in grafite venusiana della NASA. Come nel sesso, ognuno ha i propri gusti, ho sentito dire di gente che ha un foro di quaranta cm. nello scafo e lo chiama con nome inglese elegantemente saildrive. Questo il Principio Universale, se però non ci si dimentica di dare una bella ulteriore resinata alla struttura su cui poggia il motore, allora concepita per reggerne solo il peso e non la spinta (ricordarsi che la maledetta linea d'asse ha il suo cuscinetto reggispinta). Ora poi dal Principio Universale seguirebbero i Casini Particolarissimi del mio caso. Non so se interessino. Grazie dell'attenzione (e, ancora help per le foto).
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-05-2014 23:15 da Karlino.)
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