Un aggiornamento su come sta andando, è dall'episodio di Fiscardo datato agosto 2015 che non dò notizie della barca.
Perchè tutto sommato sta andando bene, molto bene. Da due giorni sono nel Pacifico, hanno attraversato il canale di Panama, una bella comodità invece di farsi Capo Horn contro vento. Nei due siti dove lo skipper ed i suoi ospiti raccontano quello che succede in navigazione viene data, volutamente, molta enfasi al comportamento della bambina, Maeva, che ora ha tre anni e mezzo. La parte tecnica affiora in sottofondo, del resto questo giro del mondo non è altro che uno dei tanti, dove i resoconti della parte tecnica sono in genere predominanti; se c'è qualcosa di particolare in questo giro è la presenza della bambina, e la maggior parte del pubblico che segue il viaggio vuole sapere della bambina, vuole vedere le sue foto, le mamme trepidano, si immedesimano nelle sue scoperte e avventure. Non per niente i due siti si chiamano:
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Qui invece siamo su una sezione tecnica di AdV, sito velico per eccellenza, ed io vi riferisco, per quello che ne so, sulla barca, non sull'equipaggio.
Andando con ordine, dopo l'episodio di Fiscardo c'è stato qualcosa di simile due mesi dopo in Sardegna. In baia, di notte, un Oceanis 411 noleggiato da tedeschi con l’aumento del vento ha arato, manovrando maldestramente con l’ancora ed un pezzo di catena penzoloni ha agganciato la catena di My Dream riuscendo ad avvolgersela attorno al proprio asse elica ed a spedare l’ancora. L’equipaggio dei nostri è dovuto saltare sull’Oceanis e troncare la loro catena, e subito dopo ha dovuto troncare anche la propria per liberarsi e non finire entrambi a scogli. Cito l’episodio perché testimonia l’utilizzo di una generosa tronchese tranciabulloni, che non serve mai, ma quando serve risolve.
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Alle Baleari, settembre, si è riscontrata la rottura del braccetto inferiore di fissaggio dell’alternatore; il pezzo è tutt’uno col supporto motore che insiste sul silent bloc, per cui si è dovuto taccare il motore da sotto, smontare e portare a saldare il tutto.
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Altro episodio è avvenuto la seconda notte della traversata atlantica, l’ARC partita da Gran Canaria il 22 novembre. A causa del mare grosso ed incrociato, e forse della stanchezza del poco esperto timoniere di turno, la barca si è coricata mettendo le crocette in acqua. La barca si è raddrizzata, è andato perso un casco di banane in una reticella appesa all’esterno, all’interno non ci sono stati danni. In genere con onda dai settori poppieri di altezza superiore ai 2 / 2,5 metri l’autopilota non era sufficientemente reattivo e si doveva timonare a mano.
Sempre nella traversata si è scucito il gennaker, poi riparato alle Antille: l’avaria ha costretto l’equipaggio a fare ampi bordi di poppa, per un totale di oltre 3.000 miglia invece delle circa 2.700 dell’ortodromica. Ora però a bordo c’è finalmente un tangone per il genoa.
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L’apparato AIS, ricetrasmittente non satellitare, che accusava un drastico degrado delle proprie prestazioni, a fine ARC è stato spedito in Germania al rivenditore che lo ha riparato in garanzia, ed ora funziona egregiamente; non era colpa dell’antenna.
Ha senso parlare di classifica in una Atlantic Rally for Cruiser? Forse no, comunque l’organizzazione la fa, assegna un rating e penalizza l’uso del motore: non averlo usato ed avere un coefficiente di rating alto ha posizionato i nostri nella prima metà della classifica e davanti a tutti gli altri Bavaria della flotta.
A Martinica, dicembre, sono state sostituite le boccole dell’asse timone, realizzate da un tornitore locale: utilizzata la già sperimentata tecnica di sfilare e reinfilare il timone con la barca in acqua.
A Curacao, febbraio 2016, la barca è stata tirata in secco per fare carena e sostituire i paraoli del piede del sail drive, c’era acqua nell’olio.
In Colombia è stato sostituito il generatore eolico, dopo 8 mesi si è scoperto che erogava 24 volts, non 12! Da un lato c’è da chiedersi come non ce ne si è accorti prima, dall’altro tanto di cappello al pannello fotovoltaico, che ha retto tutto da solo! E’ stata anche cambiata la parte meccanica dell’autopilota con una analoga acquistata usata via Internet; quella originale cominciava ad accusare gioco.
Per ora è tutto, riporto un caloroso saluto dello skipper a quegli Amici che stanno seguendo il viaggio.
BV