Vang vs trasto randa
#1
Si vedono sempre più barche, anche d'impronta sportiva, aver eliminato il trasto randa.
A me lo trovo utile anche sul mio Oceanis 323, che di sportività ha poco, quindi mi sembra un sacrilegio che barche costose non lo montino.
Ho un caro amico e stimato velista che dice: ma che importa, per supplire al trasto basta un vang potente!
Opinioni?
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#2

IMHO, hai ragione tu
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



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#3
In teoria il vang e il trasto hanno funzioni diverse, ma magari si può sopperire, il problema è strambare con ventone Smile
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#4
Io ho scelto la barca che ho proprio per il trasto in pozzetto che corre da un pramare all'altro.
Mi permette di avere in mano sia la scotta randa che la regolazione del carrello.
In caso di raffica scarrello sottovento senza modificare lo svergolamento, se non basta lasco anche la scotta.
Inoltre la scotta agisce all'estremità del boma sullo stesso punto di forza della balumina.
Il vang invece fa forza in un punto molto vicino all'albero, i trasti in tuga un po' più distanti.
E' anche vero che il trasto corto sulla tuga forse offre comunque una regolazione ridotta e meno immediata percui tanto vale risparmiare (per il cantiere) eliminandolo.
Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.
Stefano

La barca perfetta è quella dove si beve in sei, si mangia in quattro e si dorme in due
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#5
Con il vang ovviamente si può controllare lo svergolamento anche di bolina, sopperendo al ruolo del trasto, importante sarebbe che fosse molto potente e ancor meglio se gestibile dal randista.
In ogni caso se l'armo fosse questo bisognerebbe che a scotta tutta cazzata boma quasi al centro, la randa risultasse svergolata il giusto, e questo dipende dalla regolazione del sartiame, dal lavoro con il belin ma anche dal progetto della randa.
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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#6
In crociera è comodo non averlo, ma in regata il trasto è di indubbia utilità.
Povero me che non ho ne il trasto e ne il vang rigido
Nel . e accelero!
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#7
(06-10-2014, 18:18)st00042 Ha scritto: Io ho scelto la barca che ho proprio per il trasto in pozzetto che corre da un pramare all'altro.
Mi permette di avere in mano sia la scotta randa che la regolazione del carrello.
In caso di raffica scarrello sottovento senza modificare lo svergolamento, se non basta lasco anche la scotta.
Inoltre la scotta agisce all'estremità del boma sullo stesso punto di forza della balumina.
Il vang invece fa forza in un punto molto vicino all'albero, i trasti in tuga un po' più distanti.
E' anche vero che il trasto corto sulla tuga forse offre comunque una regolazione ridotta e meno immediata percui tanto vale risparmiare (per il cantiere) eliminandolo.
Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.

Io sono daccordo con te!
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#8
(06-10-2014, 18:29)edramon Ha scritto:
(06-10-2014, 18:18)st00042 Ha scritto: Io ho scelto la barca che ho proprio per il trasto in pozzetto che corre da un pramare all'altro.
Mi permette di avere in mano sia la scotta randa che la regolazione del carrello.
In caso di raffica scarrello sottovento senza modificare lo svergolamento, se non basta lasco anche la scotta.
Inoltre la scotta agisce all'estremità del boma sullo stesso punto di forza della balumina.
Il vang invece fa forza in un punto molto vicino all'albero, i trasti in tuga un po' più distanti.
E' anche vero che il trasto corto sulla tuga forse offre comunque una regolazione ridotta e meno immediata per cui tanto vale risparmiare (per il cantiere) eliminandolo.
Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.

Io sono daccordo con te!
Argomento già più volte toccato: scarrellare sotto raffica è sempre una buona manovra, ma non ottimale, poiché è vero che si riduce potenza diminuendo l'angolo di incidenza, ma non si aumenta lo svergolamento, anzi, con la rotaia del trasto diritta, più si scarrella e più si tende la balumina, che è l'opposto a cui si vuole arrivare.

Sempre in caso di raffica, scotta permettendo, non è un male che il vang ti dia un po' di tolleranza, così si apre la parte alta della randa.

Il trasto in tuga ha lo svantaggio di essere più duro a regolarsi, poiché il carico sulla scotta è quasi doppio di quello in varea, ma per quanto riguarda l'angolo di spostamento, sopra e sottovento, direi che è pari o maggiore di quello in pozzetto.
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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#9
Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.
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#10
(06-10-2014, 19:39)osef Ha scritto: Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.

Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su belin e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F
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#11
(06-10-2014, 19:39)osef Ha scritto: Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.
Giusto se si tratta di alberi flessibili, ma con i pali si finisce per chiudere la balumina e quindi dare più potenza.
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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#12
Che bella la vela ! Ogni risposta può essere quella giusta !
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#13
(06-10-2014, 20:35)sailyard Ha scritto: Che bella la vela ! Ogni risposta può essere quella giusta !

Ma soprattutto ogni barca, ogni armo, ogni vela hanno regolazioni molto differenti e rispondono in modo diverso.
- Quanto manca alla boa?
- Zitto e schiaccia!
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#14
L'esempio è: il vang cazzandolo flette l'albero...
Si... Sul laser... Ma sull'oceanis 332 con il baobab in alluminio... Cazza cazza belin mio.
- Quanto manca alla boa?
- Zitto e schiaccia!
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#15
Infatti non è tanto una questione di dimensioni ma di proporzioni.
Sulla classica barca da crociera l'albero ha un profilo molto grosso non solo rispetto alla sua altezza (snellezza) ma anche rispeto la dimensione della randa e quindi delle relative forze in gioco sulle scotte.

Anche sui meteor, che non sono ne derive ne croceroni, i vecchi alberi in alluminio anodizzato giallo si Piccoletto abbastanza spingendo con il boma (cazzando vang) mentre quelli nuovi, grigi per intendersi, è molto più difficile imbananarli con il vang.

Quindi, come dice mrCinghia, tutto dipende...

Sul discorso di Einstein di svergolare, a tavolino non fa una piega, sul campo ho provato più volte ma non ho mai avuto soddisfazione. Alla fine con vento forte scarrellare sulla raffica ha sempre il suo perchè.
E comunque anche il parallelismo dello slot ha sempre il suo perché. Wink
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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#16
(06-10-2014, 19:53)faberroma Ha scritto:
(06-10-2014, 19:39)osef Ha scritto: Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.

Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su belin e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F

E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
Nel . e accelero!
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#17
Certo che é relativo (tutto) ma a parità di albero col vang fai piü cose. Anche secondo le andature. Col trasto sposti il punto di tiro della scotta e basta. Ma é molto comodo intervenire su di esso. Soprattutto in solitario.

Si parlava semplicemente della differenza tra i due. Sulle regolazioni si apre un mondo. Per fortuna ed questo il bello.
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#18
Se si apre un mondo e questo è il bello, ma sui concetti basilari ci dovrebbe essere uniformità. Vang sheeting non è un concetto base [emoji4]
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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#19
(06-10-2014, 22:19)utente non attivo Ha scritto:
(06-10-2014, 19:53)faberroma Ha scritto:
(06-10-2014, 19:39)osef Ha scritto: Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.

Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su belin e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F

E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
Invece purtroppo sbagli su diverse cose e sono concetti base che sarebbe bene chiarirsi.
In particolare sul discorso che fai sulla drizza. Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.

Poi se vogliamo parliamo anche del resto [emoji6]
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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#20
(07-10-2014, 11:08)tiger86 Ha scritto: Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.

In questo caso preferisco usare il Cunningham, poiché cazzando drizza, oltre che sull'inferitura, intervengo anche sulla balumina (se pur in maniera meno evidente), compromettendo lo svergolamento, specialmente nella parte alta. Smiley2
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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