RE: dimensione ancora kobra.
stout e utente non attivo: le tabelle di quel genere significano poco, e un confronto tra tabelle dicendo: quella è giusta, quella è sbagliata, significa poco al quadrato... cioè niente (perdonatemi la semplificazione).
Per valutare se un ancora è adeguata alla nostra barca dovremmo conoscere quello che, in termini di tenuta, l' ancora ci offre su vari tipi di fondo, ma dobbiamo prima di tutto valutare che esigenze di tenuta massima avremo.
La tenuta massima di cui potremo aver bisogno varia tantissimo, a parità di barca, a seconda del modo di utilizzare la barca stessa: c'è chi naviga in periodi e zone dove con cattivo tempo trova rifugio in porto, e chi affronta (in rade riparate dall' onda) burraschette, o burrasche o anche burrasche forti; c'è chi in rada con cattivo tempo appennella, o afforca, e chi no; c'è chi usa velettine stabilizzatrici e chi lascia brandeggiare la barca; c'è chi infine, come domenica2, usa la barca " per uscite giornaliere o al massimo qualche we con tempo certo" (importantissima questa nuova precisazione!).
Diventa evidente come tabelle così acritiche siano perfettamente inutili.
Sul versante di quanta tenuta offre un ancora, per avere un idea di massima possiamo andare a vedere, con la cautela di una certa approssimazione, il sito della Fortress.
Sul versante invece degli sforzi che una barca all'ancora trasmette a quest'ultima nelle condizioni soggettivamente peggiori alle quali un certo utente può andare incontro nel corso delle stagioni (condizioni, ripeto, che possono essere moltiplicate o divise per 2, per 4 o magari per 10 nel caso di un diverso utente che usa la barca differentemente) dobbiamo fare due casi diversissimi:
il primo è quello di sollecitazioni sulla barca puramente aerodinamiche, con la barca cioè che resta quasi ferma appesa alla linea di ancoraggio, o si muove dolcemente; il secondo caso è invece quello della barca che inizia a brandeggiare, accumulando energia cinetica e scaricandola ciclicamente sull' ancora.
Nel primo caso le sollecitazioni dipendono linearmente, proporzionalmente, dalla superficie esposta dalla barca e dal suo cx, e quadraticamente dalla velocità del vento, sono calcolabili (ad esempio da un paracadutista ;-) con facilità e buona approssimazione, e risultano sorprendentemente basse.
Nel secondo caso le sollecitazioni dipendono da molti fattori, alcuni dei quali difficili da valutare: la massa della barca è conoscibile con facilità, ma le accelerazioni non lo sono, dipendendo dalla velocità di oscillazione, dalla lunghezza a disposizione per smorzare tali oscillazioni (lunghezza offertaci dalla elasticità della linea di ancoraggio) e dal modo in cui questa elasticità si comporta (ad esempio avere tanta cima e poca catena ci offre un tipo di elasticità del calumo che io chiamo virtuosa e che ci aiuta a smorzare meglio le oscillazioni più violente - sembra strano ma è così). Le sollecitazioni di questo secondo tipo, pur nella loro difficile quantificazione, risultano sorprendentemente alte, specie se confrontate alle mere sollecitazioni aerodinamiche.
Un inciso (è un discorso già fatto sul forum): quando nel corso della stagione di crociere e dei relativi ancoraggi si prevede di avere problematiche non più solo aerodinamiche, ma di oscillazioni, dobbiamo attrezzarci e preparare la barca lavorando su due fronti: quello del potenziamento della linea di ancoraggio e quello, altrettanto importante, del depotenziamento delle sollecitazioni, che si ottiene predisponendo velettine stabilizzatrici, ancore secondarie per afforco, sistemi per rendere maggiore e migliore l' elasticità del calumo...
Vista la complessità e sopratutto la soggettività delle questioni, di che tabelline stiamo parlando, allora?
Tornando a domenica2, considerate le tue esigenze (assenza del salpa, uso della barca in condizioni facili, gestione dell' ancoraggio affidata alla moglie), io ti consiglierei di adottare, col coraggio dell' intelligenza e della consapevolezza, una linea di ancoraggio minima: ancora leggera, pochi metri di catena, il resto cima di mediocre qualità ma di diametro consistente (per poterla maneggiare meglio).
A questo punto i cinquanta metri di catena li metti in sentina, magari insieme ad un ancora più importante, ed eventualmente tiri fuori il tutto se il weekend dovesse allungarsi a giorni di tempo incerto.
Se invece non ti fidi, perchè pensi di poterti trovare in condizioni diverse da quelle che ci hai indicato, riapri il discorso (e magari, visto che a prua non hai né il salpa nè un energumeno), apri anche un po di più il portafoglio ;-) e ti orienti su un ancora adeguata (probabilmente molto più grande di quanto hai valutato fino ad ora, ammenoché tu non ti compri a caro prezzo un miglior rapporto tenuta/peso) lasciando stare le "tabelline" a chi ci crede.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26-09-2015 18:04 da Stefano Di.)
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