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Uso del tensiometro
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Gof Offline
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Messaggio: #21
Uso del tensiometro
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da palve

La tensione di tutte le sartie?
Quelle alte ok, ma quelle basse?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Albert si riferisce al fatto che la tensione destra-sinistra tende a pareggiarsi (salvo asimmetrie nell'attrezzatura)

Alte e basse non devono avere la stessa tensione.
13-01-2009 18:18
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palve Offline
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Messaggio: #22
Uso del tensiometro
Ok per il fatto che non debbano avere la stessa tensione (minore le basse).
Però, lavorando nella mia barca a coppie per ciascun lato ed essendo attestate le alte in TA e le basse alle crocette, ciascuna sartia risente della tensione di 3 sartie (2 dell'altro lato + 1 dello stesso) rendendo non così automatico il pareggio.
Tant'è che ho misurato valori di partenza differenti, ovviamente da correggere.

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Gof
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da palve

La tensione di tutte le sartie?
Quelle alte ok, ma quelle basse?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Albert si riferisce al fatto che la tensione destra-sinistra tende a pareggiarsi (salvo asimmetrie nell'attrezzatura)

Alte e basse non devono avere la stessa tensione.

<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
13-01-2009 18:28
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Gof Offline
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Messaggio: #23
Uso del tensiometro
Albert ha correttamente fatto riferimento 'all'inerzia del profilo dell'albero' che può trasmettere delle differenze fa dritta e sinistra.
Le differenze però sono più influenzate dalle asimmetrie (angoli delle crocette e dei martelletti, appoggio del piede, ...).
Comunque una volta che l'albero è centrato quel che conta è che sia dritto, non che le tensioni siano uguali, quindi si deve usare l'occhio non il tensiometro o l'orecchio.
13-01-2009 18:48
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palve Offline
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Messaggio: #24
Uso del tensiometro
Sabato ho fatto manutenzione a tutti gli arridatoi !
Confermo che le sartie tendono ad avere a coppie la stessa tensione.
La possibilità di centratura laterale dell'albero è minima: dipende dalla lunghezza delle sartie e gli arridatoi consentono minimi spostamenti.
La centratura longitudinale della testa albero, invece, non la capisco (armo non frazionato).
Lo strallo, come le sartie, ha una lunghezza fissa e, quindi, salvo il registro costituito dal suo arridatoio, costituisce un vincolo.
Però tendento il paterazzo, la cui regolazione è molto ampia... cosa succede? Di quanto è possibile spostare la TA?
Grazie

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Gof
Albert ha correttamente fatto riferimento 'all'inerzia del profilo dell'albero' che può trasmettere delle differenze fa dritta e sinistra.
Le differenze però sono più influenzate dalle asimmetrie (angoli delle crocette e dei martelletti, appoggio del piede, ...).
Comunque una volta che l'albero è centrato quel che conta è che sia dritto, non che le tensioni siano uguali, quindi si deve usare l'occhio non il tensiometro o l'orecchio.

<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
19-01-2009 16:11
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brusatuc Offline
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Messaggio: #25
Uso del tensiometro
Personalmente regolo le mie andando di bolina, e osservando l'imbando, ovvero l'oscillazione delle sartie sottovento alta e bassa.
Mi reco subito a regolarle se oscillano molto facendo attenzione a non tesarle completamente. Poi viro e ripeto l'operazione dall'altro lato cercando di regolarle finche l'imbando sia lo stesso da entrambi i lati, la sensibilità e il limite alla regolazione la devi trovare da solo. Ciao b.v
19-01-2009 16:58
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albert Offline
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Messaggio: #26
Uso del tensiometro
La posizione longitudinale della testa d'albero in un armo non frazionato dipende esclusivamente dalla lunghezza dello strallo. Ovviamente il gioco è dato dalla regolazione del paterazzo, che provoca anche un aumento della curva, dato che l'albero è incastrato alla base e trattenuto dalle sartie basse.

Dunque, stabilito il rake che si vuole, in base al progetto o alle sensazioni relative a quanto si vuole orziera la barca (attenzione che la tendenza dipende forse più dalla forma delle vele che da qualche centimetro di rake), si posiziona la testa regolando lo strallo a sartie basse libere e, se l'albero è passante, liberando il collare della mastra.

Una volta trovato il rake desiderato, si regolano le basse o lo stralletto fino ad avere la curva che si sposa con la forma del giro d'albero della randa. Poi, se l'avevamo liberato, si reinzeppa il collare. Se non c'è gioco sufficiente sul collare in coperta, a volte è necessario spostare il piede d'albero e per farlo bisogna rimollare tutto.

Chiaro ?

Ciao
19-01-2009 17:00
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palve Offline
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Registrato: Nov 2008 Online
Messaggio: #27
Uso del tensiometro
Grazie,
quindi, se ho capito bene la posizione verso poppa della TA si ottiene solo agendo sul paterazzo e curvando l'albero (quindi abbassando leggermente la TA) che è vincolato ad una certa altezza da sartie basse e stralletto.
Senza tabelle disponibili, dato che tesando il paterazzo automaticamente si tesa lo strallo (si equilibrano), quali sono i valori % minimi e massimi che posso utilizzare per cavi da 6 mm. (albero non passante)?
Ovviamente tali valori corrispondo:
minimo = TA verticale
massimo = TA verso poppa
Ancora grazie


<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da albert
La posizione longitudinale della testa d'albero in un armo non frazionato dipende esclusivamente dalla lunghezza dello strallo. Ovviamente il gioco è dato dalla regolazione del paterazzo, che provoca anche un aumento della curva, dato che l'albero è incastrato alla base e trattenuto dalle sartie basse.

Dunque, stabilito il rake che si vuole, in base al progetto o alle sensazioni relative a quanto si vuole orziera la barca (attenzione che la tendenza dipende forse più dalla forma delle vele che da qualche centimetro di rake), si posiziona la testa regolando lo strallo a sartie basse libere e, se l'albero è passante, liberando il collare della mastra.

Una volta trovato il rake desiderato, si regolano le basse o lo stralletto fino ad avere la curva che si sposa con la forma del giro d'albero della randa. Poi, se l'avevamo liberato, si reinzeppa il collare. Se non c'è gioco sufficiente sul collare in coperta, a volte è necessario spostare il piede d'albero e per farlo bisogna rimollare tutto.

Chiaro ?

Ciao
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19-01-2009 17:41
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albert Offline
Vecio AdV

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Messaggio: #28
Uso del tensiometro
Sì, tutto corretto.

La lunghezza dello strallo deve prevedere però, con strallo di poppa al minimo e albero pressochè rettilineo, anche l'imbando necessario per produrre la catenaria desiderata che vada ad ingrassare la parte anteriore del genoa.

Sempre staticamente, il carico di lavoro ammesso sullo strallo 1 x 19 da 6 mm. è di circa 1800 Kg (1/2 del carico di rottura). Da tener presente che la tensione dello strallo in navigazione, quando il genoa produce la sua catenaria, cresce notevolmente: dunque la misura corretta per avere un riferimento di massima deve essere fatta in bolina in navigazione.

Ciao
19-01-2009 17:59
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Furkolkjaaf Offline
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Uso del tensiometro
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da albert

Dunque, stabilito il rake che si vuole, in base al progetto o alle sensazioni relative a quanto si vuole orziera la barca (attenzione che la tendenza dipende forse più dalla forma delle vele che da qualche centimetro di rake), si posiziona la testa regolando lo strallo a sartie basse libere e, se l'albero è passante, liberando il collare della mastra

Ciao
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

albert, questa e' una questione che mi ha sempre 'solleticato'...
'quanta' tendenza orziera e' la 'giusta' tendenza orziera ? con le nostre ariette adriatiche come ci si dovrebbe regolare ? ...da timoniere 'della domenica' ho qualche difficolta' a 'sentire' il tutto...Sadsmiley
20-01-2009 04:45
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albert Offline
Vecio AdV

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Messaggio: #30
Uso del tensiometro
La tendenza orziera è un po' a gusto del manico, ma ci sono alcuni punti da tener presente.

Usualmente, a barca diritta e vento tale da procedere senza doverla sbandare per tenere in forma le vele, la tendenza dovrebbe essere minima; quando si deve sbandare perchè il vento cala, automaticamente la barca tenderà all'orza (un po' per le asimmetrie delle linee di carena, un po' perchè il centro velico si sposta sottovento al centro di carena, un po' perchè il peso della barra e dello stick fanno ruotare la timoneria....).

Mano a mano che il vento aumenta anche la tendenza aumenterà e il randista a un certo punto dovrà 'governarla' regolando opportunamente la randa.

Detto ciò, apriamo una breve parentesi sul funzionamento delle appendici che forse ci chiarirà 'l'utilità' della tendenza orziera:

se la barca è centrata, e dunque lasciando la barra, va diritta, quasi tutta la portanza atta a contrastare lo scarroccio è creata dalla lama di deriva; se non c'è pressione sulla barra in realtà il timone non è al centro, ma segue la traiettoria, dunque la barra è leggermente sottovento quanto è l'angolo di scarroccio.

se la barca è orziera, e dunque dobbiamo procedere con un po' di pressione e qualche grado di barra sopravvento per andare diritti, una parte della portanza verrà creata dalla pala del timone e dunque sottratta alla lama di deriva: abbiamo dunque un effetto negativo ed alcuni positivi: 1)la pala del timone, per creare la portanza, crea anche della resistenza 2) la deriva crea meno resistenza dato che deve creare meno portanza 3) dato che la portanza si crea grazie all'angolo di incidenza della deriva, alias scarroccio, meno portanza = meno scarroccio 4)la velocità critica a cui la deriva stalla e ci intraversiamo si abbassa. Il bilancio complessivo usualmente è a favore.

Di questi fattori su una barca che non ha problematiche particolari, oppure con pala del timone tozza e poco adatta a creare portanza a bassi angoli di incidenza, possiamo anche non renderci conto.

Al giorno d'oggi, però, su molte barche tirate, si usa ridurre la lama di deriva ai minimi termini e, come se ciò non bastasse, per ridurre la resistenza si utilizzano dei profili critici che stallano con una certa facilità; fortunatamente le pale dei timoni sono sempre più allungate ed efficienti. Dunque incrementando la tendenza orziera entro certi limiti, anche solo chiudendo la balumina della randa oltre il 'ragionevole', e trasferendo parte della portanza sulla pala del timone, incrementiamo le capacità di bolinare.

Ciao
21-01-2009 01:11
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Furkolkjaaf Offline
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Uso del tensiometro
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La tendenza orziera è un po' a gusto del manico, ma ci sono alcuni punti da tener presente.

Usualmente, a barca diritta e vento tale da procedere senza doverla sbandare per tenere in forma le vele, la tendenza dovrebbe essere minima; quando si deve sbandare perchè il vento cala, automaticamente la barca tenderà all'orza (un po' per le asimmetrie delle linee di carena, un po' perchè il centro velico si sposta sottovento al centro di carena, un po' perchè il peso della barra e dello stick fanno ruotare la timoneria....).

Mano a mano che il vento aumenta anche la tendenza aumenterà e il randista a un certo punto dovrà 'governarla' regolando opportunamente la randa.

Detto ciò, apriamo una breve parentesi sul funzionamento delle appendici che forse ci chiarirà 'l'utilità' della tendenza orziera:

se la barca è centrata, e dunque lasciando la barra, va diritta, quasi tutta la portanza atta a contrastare lo scarroccio è creata dalla lama di deriva; se non c'è pressione sulla barra in realtà il timone non è al centro, ma segue la traiettoria, dunque la barra è leggermente sottovento quanto è l'angolo di scarroccio.

se la barca è orziera, e dunque dobbiamo procedere con un po' di pressione e qualche grado di barra sopravvento per andare diritti, una parte della portanza verrà creata dalla pala del timone e dunque sottratta alla lama di deriva: abbiamo dunque un effetto negativo ed alcuni positivi: 1)la pala del timone, per creare la portanza, crea anche della resistenza 2) la deriva crea meno resistenza dato che deve creare meno portanza 3) dato che la portanza si crea grazie all'angolo di incidenza della deriva, alias scarroccio, meno portanza = meno scarroccio 4)la velocità critica a cui la deriva stalla e ci intraversiamo si abbassa. Il bilancio complessivo usualmente è a favore.

Di questi fattori su una barca che non ha problematiche particolari, oppure con pala del timone tozza e poco adatta a creare portanza a bassi angoli di incidenza, possiamo anche non renderci conto.

Al giorno d'oggi, però, su molte barche tirate, si usa ridurre la lama di deriva ai minimi termini e, come se ciò non bastasse, per ridurre la resistenza si utilizzano dei profili critici che stallano con una certa facilità; fortunatamente le pale dei timoni sono sempre più allungate ed efficienti. Dunque incrementando la tendenza orziera entro certi limiti, anche solo chiudendo la balumina della randa oltre il 'ragionevole', e trasferendo parte della portanza sulla pala del timone, incrementiamo le capacità di bolinare.

Ciao
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]


molto interessante albert, grazie !
ciao
21-01-2009 05:47
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