La sicurezza e la nav in solitario
#1
Specificità per la navigazione in solitario (escludendo il "semi solitario" quello/a che naviga con a bordo persone totalmente ignare dell'ambiente marino): proprio chi non ha nessun altro a bordo.

Chi comincia ? Smile
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#2
Questo mi interessa parecchio visto che sono quasi sempre da solo in barca.

Inizio con una banalità: Life line anche quando c'è bel tempo, almeno io cerco di tenermi legato il più possibile.
Se inciampi e vai in acqua quasi sicuramente non riuscirai a risalire.

Ho letto anche di sensori di prossimità da indossare che staccano il motore quando "sei lontano" (leggi a mollo).
La semplicità è la suprema sofististicazione. LdV
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#3
L'alimentazione e la gestione del sonno e della temperatura corporea sono fondamentali non avendo nessuno che possa darti il cambio, anche l'idratazione è fondamentale.
Anche della buona strumentazione può essere molto utile a partire dal radar, ais, telecomando per auto pilota, satellitare.
Alimentazione: roba calda, frutta secca e disidratata, a me non piacciono ma anche delle barrette energetiche. Zenzero per eventuale mal di mare pare sia una manna, così come le acciughe.
Acqua, tanta acqua da bere anche quando non si avverte la sete... e dei medicinali per eventualmente stoppare la disidratazione dovuta a vomito o diarrea.
Per il sonno è più complicata la cosa: molti usano il metodo del sonno polifasico, piccoli sonnellini ogni massimo due ore, facendo cose abitudinarie prima del sonno per "indurlo". Aspetto molto delicato e senz'altro da approfondire.
Birbante di un Frap!!!
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#4
Credo proprio che navigando in solitario per diletto occorra solo esperienza e buon senso.

Tutte le cose utili in teoria, partendo dall'indossare sempre l'autogonfiabile, essere sempre assicurati al passerino e le mille altre precauzioni che sarebbero indicate alla fine rendono la navigazione non più un diletto ma una sofferenza.

La navigazione in solitario è per definizione una attività rischiosa come può essere lo sci fuori pista, il paracadutismo, il deltaplano, il downhill e chi più ne ha più ne metta.

Per migliorare la sicurezza per assurdo andrebbero anzitutto vietate tutte le attività rischiose.

Ma forse a molti piacciono le attività rischiose anche perché sono rischiose e pompano adrenalina, così sono fatti gli umani.

Anche una certa dose di fatalismo contribuisce: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

E' una vita che esco da solo e, nonostante questo, ho appena compiuto 75 anni, continuerò a farlo finché potrò infischiandomene dei rischi e confidando solo della mia esperienza e buon senso!

898989
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#5
sono seduto sul divano con birra e patatine perchè la cosa m'interessa! Smile
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#6
PLB - cintura di sicurezza - salvagente.
Nell'ordine con condizioni in peggioramento.
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#7
(18-04-2016, 14:44)RMV2605D Ha scritto: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

Potrei essere d'accordo se la scelta fosse nello stesso momento...
In mare a 50 o in un letto a 80 fa un po' di differenza...
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#8
(18-04-2016, 14:44)RMV2605D Ha scritto: Credo proprio che navigando in solitario per diletto occorra solo esperienza e buon senso.

Tutte le cose utili in teoria, partendo dall'indossare sempre l'autogonfiabile, essere sempre assicurati al passerino e le mille altre precauzioni che sarebbero indicate alla fine rendono la navigazione non più un diletto ma una sofferenza.

La navigazione in solitario è per definizione una attività rischiosa come può essere lo sci fuori pista, il paracadutismo, il deltaplano, il downhill e chi più ne ha più ne metta.

Per migliorare la sicurezza per assurdo andrebbero anzitutto vietate tutte le attività rischiose.

Ma forse a molti piacciono le attività rischiose anche perché sono rischiose e pompano adrenalina, così sono fatti gli umani.

Anche una certa dose di fatalismo contribuisce: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

E' una vita che esco da solo e, nonostante questo, ho appena compiuto 75 anni, continuerò a farlo finché potrò infischiandomene dei rischi e confidando solo della mia esperienza e buon senso!

898989

d'accordissimo; in generale direi prendere tutte le precauzioni che ti rendono più tranquilla e rilassata la navigazione. Poi fare 300 miglia da solo o uscire per un giretto cambia un pò le prospettive.........
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#9
(18-04-2016, 14:40)Edolo Ha scritto: L'alimentazione e la gestione del sonno e della temperatura corporea sono fondamentali non avendo nessuno che possa darti il cambio, anche l'idratazione è fondamentale.
Anche della buona strumentazione può essere molto utile a partire dal radar, ais, telecomando per auto pilota, satellitare.
Alimentazione: roba calda, frutta secca e disidratata, a me non piacciono ma anche delle barrette energetiche. Zenzero per eventuale mal di mare pare sia una manna, così come le acciughe.
Acqua, tanta acqua da bere anche quando non si avverte la sete... e dei medicinali per eventualmente stoppare la disidratazione dovuta a vomito o diarrea.
Per il sonno è più complicata la cosa: molti usano il metodo del sonno polifasico, piccoli sonnellini ogni massimo due ore, facendo cose abitudinarie prima del sonno per "indurlo". Aspetto molto delicato e senz'altro da approfondire.

Verissimo!
La semplicità è la suprema sofististicazione. LdV
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#10
lifeline montate, PLB addosso sempre e giubbetto. Legato in base alla situazione.
la situazione totalmente solitaria mi impegna psicologicamente molto meno di tutte le altre. Alimentazione e idratazione devo tenerle sotto controllo perchè tendo ad allungare gli intervalli.

Ma poi mica possiamo ridurre la cosa alla caduta in mare e stop. Sicurezza mi sembra un concetto un attimo più vasto.

Preferisco il sistema delle "minime di Compagnia" cioè a un determinato vento si riduce e pace. Senza tanti .... . attimo. Pensare da stanco può non venire bene.
Avere la barca in ordine pure è sicurezza secondo me. Sapere dove stanno le cose che possono servire in emergenza. Un tender legato male in coperta diventa un casino se le questioni si fanno serie. Così le scotte che si imbrogliano dietro le sise del tender...
« È un tentativo che faccio per sollevarmi un pochino dalla volgarità dei soggetti che non sono informati ad una forte idea. Tento la pittura sociale »

(Giuseppe Pellizza da Volpedo)
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#11
(18-04-2016, 14:44)RMV2605D Ha scritto: Credo proprio che navigando in solitario per diletto occorra solo esperienza e buon senso.

Tutte le cose utili in teoria, partendo dall'indossare sempre l'autogonfiabile, essere sempre assicurati al passerino e le mille altre precauzioni che sarebbero indicate alla fine rendono la navigazione non più un diletto ma una sofferenza.

La navigazione in solitario è per definizione una attività rischiosa come può essere lo sci fuori pista, il paracadutismo, il deltaplano, il downhill e chi più ne ha più ne metta.

Per migliorare la sicurezza per assurdo andrebbero anzitutto vietate tutte le attività rischiose.

Ma forse a molti piacciono le attività rischiose anche perché sono rischiose e pompano adrenalina, così sono fatti gli umani.

Anche una certa dose di fatalismo contribuisce: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

E' una vita che esco da solo e, nonostante questo, ho appena compiuto 75 anni, continuerò a farlo finché potrò infischiandomene dei rischi e confidando solo della mia esperienza e buon senso!

898989

Proprio perchè sei una persona saggia prova a cambiare prospettiva nel vedere la cosa.
35 enne con famiglia a casa, appassionato di vela, poca esperienza. Se la sente di uscire anche da solo. O la va o la spaca fino a esperienza fatta?

Il nostro amico aveva esperienza e buon senso e non era nemmeno solo. Qualcosa non torna e la sola "fatalità" temo non risolva.
« È un tentativo che faccio per sollevarmi un pochino dalla volgarità dei soggetti che non sono informati ad una forte idea. Tento la pittura sociale »

(Giuseppe Pellizza da Volpedo)
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#12
dopo l'incidente di ieri oggi sono andato in barca e ho trovato in dinette la life line e l'imbracatura... gia posizionati nel pavone in pozzetto.
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#13
oltre a quello già detto, pensieri random

-stroppi a portata di mano per serrare le vele in fretta se serve.
-manina della buona notte, preferisco andare più lento ma non dover ridurre al buio da solo.
- luce frontale a led, se rossa ancora meglio
- epirb e grab bag in zona discesa non sarebbe male.
- un autopilota che nell'ordine di affidabilità viene dopo la mamma e prima della moglie.
- niente o poco alcool 60
Tutto quello che scrivo è preceduto da IMHO
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#14
. a . fare cio che il singolo ritiene corretto. Perche non puoi convincere chi non vuole. Personalmente legato sempre, nutrito e . cerco di camminare al meglio, ma resta secondario alle prime, e poi alcune regole ferree scritte su carta, aiutano ad aiutarsi

inviato premendo enter sul mio vecchio pc
Matteo
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#15
(18-04-2016, 14:40)Edolo Ha scritto: L'alimentazione e la gestione del sonno e della temperatura corporea sono fondamentali non avendo nessuno che possa darti il cambio


...

Sulla stessa falsariga, più a titolo di curiosità che altro..
Nelle tratte più lunghe non è male cercare di "tenersi sott'occhio" in modo trasversale per cosi' dire, come se fosse qualcun altro a osservarci: non essendo medico né avendo materiale medico sofisticato, esistono dei questionari qualitativi da fare ogni giorno che permettono di seguire un po' la propria evoluzione, presi a prestito dalla medicina dello sport dove mi sembra vengano usati per individuare stress, sovrallenamento. AlfreDoc è il grande esperto non so se legge (?) mi sgriderà se dico bestialità.
Più per curiosità che altro, ne ho adattato uno molto caserecciamente alla barca (tipo ho tolto le voci dove diceva "avete litigato con qualcuno" Big Grin sostituendole con altre). In sostanza si risponde a una serie di domande generiche (avuto incubi? preso spavento? sentita amarezza? eccetera), sempre le stesse, con "di più - uguale - di meno" rispetto alle 24 ore precedenti, si attribuiscono dei punti e si traccia un grafico giorno dopo giorno.

Oh, devo dire che ha il suo interesse, se non altro ludico per farsi il quizzettino ogni giorno, per esempio dopo la prima settimana mi ha mostrato un peggioramento radicale delle condizioni psicofisiche Big Grin
che pero' pensandoci corrispondeva a uno stato generale meno entusiasta rispetto all'inizio
a parte gli scherzi, non è male

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#16
(18-04-2016, 20:23)Nimbo Ha scritto: . a . fare cio che il singolo ritiene corretto. Perche non puoi convincere chi non vuole. Personalmente legato sempre, nutrito e . cerco di camminare al meglio, ma resta secondario alle prime, e poi alcune regole ferree scritte su carta, aiutano ad aiutarsi

inviato premendo enter sul mio vecchio pc

L'idea di scrivere " le regole ferree " a prima vista potrebbe sembrare esagerata, ma per chi non va in barca tutto l'anno un ripasso all'inizio dell'estate sarebbe eccellente ( lo faccio per la subacquea) . Ti esorto a riportarle qui per tutti noi. Grazie e BV
Dove c'è gusto, non c'è perdenza!
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#17
(18-04-2016, 14:44)RMV2605D Ha scritto: Credo proprio che navigando in solitario per diletto occorra solo esperienza e buon senso.

Tutte le cose utili in teoria, partendo dall'indossare sempre l'autogonfiabile, essere sempre assicurati al passerino e le mille altre precauzioni che sarebbero indicate alla fine rendono la navigazione non più un diletto ma una sofferenza.

La navigazione in solitario è per definizione una attività rischiosa come può essere lo sci fuori pista, il paracadutismo, il deltaplano, il downhill e chi più ne ha più ne metta.

Per migliorare la sicurezza per assurdo andrebbero anzitutto vietate tutte le attività rischiose.

Ma forse a molti piacciono le attività rischiose anche perché sono rischiose e pompano adrenalina, così sono fatti gli umani.

Anche una certa dose di fatalismo contribuisce: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

E' una vita che esco da solo e, nonostante questo, ho appena compiuto 75 anni, continuerò a farlo finché potrò infischiandomene dei rischi e confidando solo della mia esperienza e buon senso!

898989
....hai ragione,meglio in mare da solo che in ospedale attorniato da tanta gente,certo il più tardi possibile...
si diventa vecchi quando si smette di sognare ed io non ho smesso.
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#18
Le regole feree per me sono quelle regole che normalmente si seguirebbero me che in condizione di stanchezza possono essere trascurate. Per esempio un cartello prima dell'uscita con scritto 'Legato sempre' l'elenco delle verifiche gioranaliere (livello batterie, acqua, registrazione del meteo, contaollo rotta e analisi rotta futura) per me queste sono le regole che seguo e che messe nero su bianco aiutano a evitare problemi causati dalla stanchezza, poi la cavolata e' sempre in agguato

inviato premendo enter sul mio vecchio pc
Matteo
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#19
Una domanda: i telecomandi degli autopiloti sono stagni? E fino a che distanza dalla barca Piccoletto?

Inviato dal mio ZP999 utilizzando Tapatalk
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#20
(20-04-2016, 18:50)Jak Ha scritto: Una domanda: i telecomandi degli autopiloti sono stagni? E fino a che distanza dalla barca Piccoletto?

Inviato dal mio ZP999 utilizzando Tapatalk

penso che i sistemi di sicurezza funzionino in modo opposto rispetto ai telecomandi: fin quando sei in barca inviano un segnale al pilota perché non faccia niente, se caschi fuori il pilota rileva la mancanza del segnale e impone un certo tipo di manovra in automatico
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