Svergolamento randa - Trasto
Bullo, poniamo il carrello al centro, una volta deciso l'angolo d'incidenza, ottenuto cazzando o lascando la scotta, posso ottenere lo stesso angolo lavorando di scotta e carrello con la differenza che se l'angolo è ottenuto col carrello sottovento la balumina sarà più chiusa e sopravvento svergolata.
Lascando o cazzando la scotta per svergolare o chiudere cambierebbe anche l'angolo di incidenza.
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Sventola te l'ha appena spiegato.
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(01-12-2018, 14:46)sventola Ha scritto: in parte ha ragione. Il carrello con poco vento si porta sopravento per permettere di lascare la scotta ed ottenere lo svergolamento. Senza il carrello non sarebbe possibile

Per come dici tu ha torto ;-)
Infatti specifichi che il carrello permette di lascare la scotta per ottenere lo svergolamento.

Il solo spostamento del carrello non dovrebbe variare lo svergolamento perché è una semplice traslazione dell’intero sistema.

In altre parole, la scotta regola lo svergolamento e col carrello sposti il boma per avere l’angolo. Altrimenti dovresti cercare un compromesso tra angolo e svergolamento (o lavorare col Vang).

Questo sempre semplificando un sistema complesso e idealizzandolo.


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Lo stesso angolo di incidenza si può ottenere con posizioni del carrello diverse e la vela avrà uno svergolamento diverso a parità di angolo a seconda di come era posizionato il carrello quando si è scelto l'angolo.
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(01-12-2018, 10:20)suzukirf600 Ha scritto: da laserista... il carrello a mio avviso modifica l'angolo di tiro della scotta influenzando così anch'esso lo svergolamento.

BV

Ciò che scrive Emiliano è sostanzialmente corretto, se non si interviene anche sulla scotta, la funzione del carrello dovrebbe limitarsi a modificare solo l'angolo di incidenza, lasciando inalterati i profili della vela; se ciò non accade è perché il trasto solitamente è posizionato rettilineo anziché ad arco di cerchio o insellato.
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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(01-12-2018, 13:13)gennarino Ha scritto: …. io uso il carrello per virare senza cambiare la regolazione della randa, spostando il carrello simmetricamente dall'altra parte al cambio di mure, senza toccare la scotta mantenendo così la regolazione della vela che ho precedentemente scelto anche sul nuovo bordo, con lo stesso angolo di incidenza della vela rispetto al vento.

Ma prima di virare le vele erano regolate per una certa velocità ed un certo angolo, rifletti. 91
ciao
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(01-12-2018, 20:02)einstein Ha scritto: Ciò che scrive Emiliano è sostanzialmente corretto, se non si interviene anche sulla scotta, la funzione del carrello dovrebbe limitarsi a modificare solo l'angolo di incidenza, lasciando inalterati i profili della vela; se ciò non accade è perché il trasto solitamente è posizionato rettilineo anziché ad arco di cerchio o insellato.
ciao

Grazie, detto da te mi rende più sicuro di quello che credo aver capito!

Ovviamente il fatto che il trasto non scorra perfettamente sull’arco di cerchio era proprio una delle semplificazioni a cui accennavo.

Credo che l’incomprensione nasca dal confondere il concetto di ‘permettere uno svergolamento diverso mantenendo l’angolo’ spostando il carrello con ‘cambiare lo svergolamento mantenendo l’angolo spostando il carrello e variando la tensione della scotta’.



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Emiliano666Ha detto: Credo che l’incomprensione nasca dal confondere il concetto di ‘permettere uno svergolamento diverso mantenendo l’angolo’ spostando il carrello con ‘cambiare lo svergolamento mantenendo l’angolo spostando il carrello e variando la tensione della scotta’.

Credo sia proprio così
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@ gennarino
Mi aggancio alla riflessione consigliata sopra: quando viri, per quanto bravo tu possa essere, perdi velocità, quindi in uscita da una virata di norma le vele richiedono un maggior svergolamento di quello finale, cui si arriva solo dopo aver accelerato per raggiungere velocità e angolo ottimali. Pertanto, se non intervieni anche sulla scotta, impiegherai più tempo per ritornare in target.
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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La posizione desiderata del boma viene data dalla scotta.
L'angolo di incidenza della scotta viene dato dal trasto, che permette un angolo più o meno acuto.
La differenza di incidenza dell'angolo permette una trazione gel boma diversa, pur verso in una data posizione.
A parità di svergolamento che si fa con la scotta -e Bullo ha ragione- ne consegue che bla bla bla....

Insomma, lo strumento per "svergolare" è la scotta.
Il trasto mette la scotta in un punto diverso con risultati diversi, ma la manovra la fa la scotta.

Non mi vengono metafore, ancora troppo presto.
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Vorrei ringraziarvi uno per uno per le vostre risposte chiare e celeri.
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Per quanto riguarda lo svergolamento sono necessarie due manovre scotta randa e vang

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Se parliamo di armo in testa tutto bene, se abbiamo un
frazionato bisogna ricordarsi di volanti e belin.
Qualcuno ha detto che gli attuali plasticoni col palo rigido sono
più difficili, sono d'accordo, anche se prendere confidenza con i frazionati
richiede un po' più di applicazione: se sbagli ti pianti e capire
perchè non è sempre immediato, ma quando hai capito te ne
vai alla grande.18
Timore di vita frugale induce molti a vita piena di timore.
(Porfirio)
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twist
[Immagine: .]
ciao Albertone

nel windsurf la scotta c'è ma non si usa per svergolare ma per smagrire o ingrassare la vela, il twist si ottiene con il caricabasso che tira in giù la penna e contemporaneamente spinge in avanti l'albero, il profilo in alto si smagrisce e l'eccesso (perché questa non si accorcia) di balumina ruota, favorendo la spinta in avanti, fino al punto da realizzare un profilo negativo, l'equivalente aerodinamico delle winglets per ridurre i vortici di penna
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Kovalsky il 323 non ha il trasto randa .
Lo fanno così in modo che non possiate cazzare troppo la randa e fermiate la barca avendo a prua un fiocco con poco sormonto.
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Ciao bullo è un po' che non intervengo in questa chat. L'oceanis 323 normalmente non ha il trasto randa ma la versione che ho io ha il kit performance che prevede trasto randa, elica abbattibile e secondo winch sulla tuga. Ad ogni modo se scarrelli scarichi la randa ma non la svergoli per svergolare devi lascare la scotta e se non basta lascare anche il vang
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io direi che il punto vero non è come svergolare genoa e randa, fatte due prove in barca lo si capisce . difficile è capire quando e quanto svergolare e qua serve conoscenza della propria barca, delle proprie vele, esperienza, sensibilità, un po' di teoria, un po' di voglia di giocare, ecc. ecc.
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(02-12-2018, 17:45)marcofailla Ha scritto: twist
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ciao Albertone

nel windsurf la scotta c'è ma non si usa per svergolare ma per smagrire o ingrassare la vela, il twist si ottiene con il caricabasso che tira in giù la penna e contemporaneamente spinge in avanti l'albero, il profilo in alto si smagrisce e l'eccesso (perché questa non si accorcia) di balumina ruota, favorendo la spinta in avanti, fino al punto da realizzare un profilo negativo, l'equivalente aerodinamico delle winglets per ridurre i vortici di penna

Scusa Marco, ma questa me la devi spiegare.
Premetto che non uso il mio WS dal 1987\88 (+o-) e che io iniziai nel 1975/6 (+o-) ma in quei tempi il boma non aveva una scotta e neppure un caricabasso.

Dimmi che ho capito bene.
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fermo restando che l'intelaiatura di carbonio di una vela da windsurf si autoregola per, facciamo conto, il 70% delle regolazioni possibili, il restante 30% o lo si fa a terra da bugna e base, o se fai i bastoni, e quindi devi regolare in andatura, usi questi paranchi
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Quello sul boma l'avevo anche io: farebbe però la funzione di tesabase, non scotta randa.

Quello alla base effettivamente c'era ma senza paranco: effettivamente è un caricabasso.
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