E che cavolo, con 20 nodi terzaroli con andatura di poppa!? E che sfizio c'è, puoi iniziare finalmente a volare in sicurezza, e tu riduci tela!?
in oceano, mi sa che gli alisei sotto i 25 non scendono...e di rollare come un ciuco per 15 giorni...
Bella discussione, altro che opppinioni, qui c'è tutto il sale della vela,
che non è mai uguale per tutti, anche quelli che credono di avere la verità
rivelata
Da quando ci sono i terzaroli rapidi ( non incasinati) ho trovato la
tranquillità, posso ridurre in (quasi) ogni condizione senza aiuto e
restando in pozzetto: non è cosa da poco!
Grande Basile o piccolo domenicale, quel che si può fare dipende da che barca e che equipaggio. Otto metri non è come diciotto.
La coppia anzianotta ma pratica avrà il naso di organizzarsi pertempo,
i regatanti...poggiare (o ridurre) e morire c'è sempre tempo...
I casini li fanno per solito i presuntuosi o gli sprovveduti, ma questa
è politica
A me piace l'idea, perché invece ho tutte le manovre sull'albero, dal corno di trozza al winch.. Quindi eviterei di saltellare sbandato su e giù sulla onda in bolina stretta per prendere la mano!
ma ha un senso preoccuparsi di prendere la mano in poppa? quale se non risparmiare una manciata di secondi?
la volete proprio vincere sta regata oceanica?
Stevenit non sono mai andato in oceano ma ho sotto mano ho la Pilot chart dei mesi di genn. febbr. marzo e mi danno venti sui 20 nodi tra est e n/e solo un piccolo rinforzo in tutta l'attraversata.
Possibilità di burrasca uno due giorni su 30 al largo delle isole di Capo verde.
Proprio all'ultima regata con arrivo a Riva del Garda ci siamo ritrovati a un miglio dall'arrivo con il vento che è passato da bolina a poppa, su velocissimamente gennaker e giù fiocco. Dopo 3 minuti che ormai eravamo in assetto l'aria passa a 30 nodi.
Ammainato il gennaker che ormai eravamo in boa, per fare lo stacchettino finale, (con un paio di strambe involontarie, non ricordo, ero sotto a tirar giù il gennaker) ci ritroviamo al traverso con le vele che portano pochissimo e sbatacchiano.
Fatto l'arrivo c'è stato il putiferio: chi diceva di metterci ancora in poppa e chi prua al vento per ammainare tutto...considerando il poco spazio, per chi conosce la zona l'arrivo era sotto le roccie di Riva, alla fine il timoniere si mette prua al vento e con il motore a manetta abbiamo ammainato randa e poi fiocco (la randa a ceduto dove ci sono due cursori per il troppo sbatacchiamento)...ripensandoci credo che se dovesse ricapitare mi metterei alla cappa perchè la tecnica di cazzare il fiocco e sventare la randa credo non funzioni vista la minima sovrapposizione (è un 110%)...
Voi cosa avreste fatto?
Un fiocvo 110% già a 170 dal reale tende ad dssere coperto dalla randa e quindi viene giù abbastanza facile con 2 uomini a prua. Ammainato il fiocco, basta orzare in po' lasciando la scotta randa libera, e appena vedi la randa che non porta più bene, si molla drizza e la si tira giù
Infatti io ero un sostenitore di metterci in poppa per ammainare il fiocco e poi andare prua al vento e giù con la randa ma la gran confusione che si era creata in pozzetto non ci ha fatto ragionare.
Non serve andare prua al vento per ammainare la randa
Da sottolineare una cosa...non abbiamo il lazy jack e le mani di terzaroli non erano armate, manco l'amantiglio...
i bretoni.. ne sanno una piu del diavolo.
l' ho imparata da navigatore italiano ma poi ho fatto il ripassino con un bretone col quale faccio un po di regate.
ci si mette di bolina stretta, col fiocco su, si lasca scotta randa e appena la vela comincia a fileggiare si prende la mano, ovvero si amaina, funziona anche con le vele inferite.. sempre che l' uomo all' albero tenga sotto controllo l' inferitura, senno ci si ritrova con la vela che svolazza a poppa. coi garrocci
in qualche modo vorrei confermare quello che dice utente non attivo, sta storia della prua al vento dipende dal voler contemporaneamente all' ammainata al voler cazzare la scotta.. ma questa in generale e' una procedura sbagliata.
una volta ammainata la randa col fiocco ci fai quello che vuoi.. coi genova la cosa e' un pelo piu "atletica"
scusate ma mi sembra che state scoprendo l'acqua calda. la randa viene giù se non porta, meno porta, più è facile tirarla giù. si potrebbe anche ammainare al traverso, magari un po complicato piegarla fuoribordo....ammainarla in bolina stretta con il fiocco è buono perchè la barca sta navigando, è più stabile e il boma non spazza la coperta.
(02-07-2015 10:31)lxl_F.18_lxl Ha scritto: [ -> ]Infatti io ero un sostenitore di metterci in poppa per ammainare il fiocco e poi andare prua al vento e giù con la randa ma la gran confusione che si era creata in pozzetto non ci ha fatto ragionare.
Con 30 nodi di ora alla boa di Riva, se ti metti in poppa con la sola randa fai millanta nodi e nel tempo di ammainare il fiocco vai a fare la pubblicità della Q8 sulla statale.... il vero problema è che là c'è una galleria ....
Ulteriore complicazione sono state le scotte, sia randa che genoa si sono incasinate sbatacchiando durante il traverso che ci son voluti 5 minuti buoni per sistemarle una volta passato il trambusto...
Quindi ricapitolando:
1) SCOTTE IN CHIARO!
2) Lasco/traverso/bolina larga (dipende da dove dobbiamo andare) con fiocco cazzato e randa lasca e la si ammaina più facilemte visto che lo sbattimento è attenuato dal fiocco.
3) Si ammaina fiocco ormai senza problemi
Già al traverso diventa più complicato buttare giù il fiocco con 30 nodi di vento (operazione più facile, invece, con un rollafiocco) ammesso che riesci ad andare al traverso con 30 nodi e fiocco e randa pieni.
Mentre la randa la butti giù tranquillamente mollando prima scotta randa, e quando questa inizia a non portare, si molla la drizza.
Credo che sia importante "allenarsi" a ridurre o ammainare ad ogni andatura, perché può capitare proprio un caso come la regata con arrivo in prossimità di una secca, ed essere rapidi nelle manovre, sapendo cosa fare, evita brutte sorprese e grida inutili
La mia era una scaletta di cose da fare in successione...il fiocco se la barca non è troppo sbandata lo tiro giù in qualsiasi andatura (sto parlando di un 35 piedi)...
Se le scotte fossero state in chiaro con il pozzetto collaborante e avessimo dovuto bolinare credo che avrei fatto un peeling per andar su con l'autovirante.
dapnia leggendoti ho rivissuto la brutta mezz'ora passata giovedi scorso mentre rientravo da livorno verso l'arno.il vento é salito velocemente(e per me che mi considero un pessimo velista mi pareva tanto)ed era da poppa,considerando che ero a circa un miglio dall'ingresso in arno ho acceso motore,mollato drizza genoa e andato a prua ad abbrancarlo e buttarlo nella barca,col motore sono andato piano piano all'orza e mollato drizza randa,andato all'albero sono riuscito a farla scendere nel lazy,ma recuperando le vele mi pareva di essere sulle montagne russe.comunque il mio buserdue(hobby craft 25)si è comportato bene
(02-07-2015 08:53)bullo Ha scritto: [ -> ]Stevenit non sono mai andato in oceano ma ho sotto mano ho la Pilot chart dei mesi di genn. febbr. marzo e mi danno venti sui 20 nodi tra est e n/e solo un piccolo rinforzo in tutta l'attraversata.
Possibilità di burrasca uno due giorni su 30 al largo delle isole di Capo verde.
@Bullo, ci stiamo preparando da due anni per il giro del mondo, se riusciamo partiremo quest'anno, se no l'anno prossimo. Il periodo sarà sicuramente tra gennaio e febbraio dove le condizioni sono più stabili.
Abbiamo contatti tra amici che la hanno fatta anche numerose volte e sicuramente le possibilità di groppi importanti sono minime (la situazione cambierà una volta atterrati da quelle parti), ma il vento e l'onda sono importanti. da periodi di calma a
giorni con oltre 25 nodi non sono eccezioni; si parla di 15/20 giorni di navigazione per cui le pilot danno una media dell'anno ed una idea di cosa si può trovare.
Ovvio che, come di norma facciamo, navigiamo sempre di conserva, non abbiamo fretta e - sempre - riduciamo la velatura durante i turni notturni.
Il senso di questo thread è nella ricerca di avere (provando ovviamente prima), la tecnica di poter eseguire manovre che di solito non si fanno, di rendere i giorni per mare più confortevoli e sicuri per l'equipaggio e la barca.
Poi, a me piace acquisire la tecnica e la capacità per poter gestire la nostra barca in qualsivoglia situazione che - come ben sai - può sempre capitare. Se posso essere un poco preparato "prima" di acquisire la suddetta sulla mia pelle e sulle sartie del Jonathan....meglio ;-)
Ho poca esperienza ma è una cosa che ho fatto e forse può essere utile. Contesto: randa topsquare, carrelli (puliti e lubrificati), stecche fullbatten ben regolate. Fino a quando posso, orzo un filo/lasco randa per scaricarla e "vengo giù pulito"; tiragiù, drizza e borose ed ho finito. Se c'è mare e vento o ho una vela di prua che non me lo consente, cambio approccio. Mi metto 150 (+/-10) dal vento reale. Lasco pochissima drizza e recupero borosa, procedo ciclicamente finche non arrivo a segno. Non uso tiragiù fino alla fine. In sintesi, mi preoccupo di non far appoggiare randa e di non fargli fare tasche strane. Sfrutto l'onda quando fa alleggerire randa. Evidenzio che senza vela di prua non ha funzionato; ho provato ma dopo 10' ero ancora alla prima mano. Aggiungo che mi sentivo poco sicuro. Ipotizzo sia perche' la vela di prua mantiene la barca veloce e quindi riduce la pressione sulla randa; senza invece tutta la spinta è data dalla randa.